Carvedilolo Germed
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

CARVEDILOLO GERMED


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Una compressa di Carvedilolo GERMED da 3,125 mg contiene 3,125 mg di carvedilolo

Una compressa di Carvedilolo GERMED da 6,25 mg contiene 6,25 mg di carvedilolo

Una compressa di Carvedilolo GERMED da 12,5 mg contiene 12,5 mg di carvedilolo

Una compressa di Carvedilolo GERMED da 25 mg contiene 25 mg di carvedilolo

Per gli eccipienti vedere 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa.

Compresse biconvesse, rotonde di colore bianco o biancastro.

Compresse da 3,125 mg marcate con la scritta CA 3 su un lato.

Compresse da 6,25 mg marcate con la scritta CA 6 su un lato.

Compresse da 12,5 mg marcate con la scritta CA 12 su un lato.

Compresse da 25 mg marcate con la scritta CA 25 su un lato.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Ipertensione essenziale

Angina pectoris stabile cronica

Trattamento aggiuntivo dell’insufficienza cardiaca cronica stabile da moderata a grave



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Ipertensione essenziale:

Il Carvedilolo può essere utilizzato per il trattamento dell’ipertensione da solo o in combinazione con altri farmaci antiipertensivi, per es. diuretici tiazidici.Si raccomanda una singola dose giornaliera, tuttavia la massima dose singola consigliata è di 25 mg e la massima dose giornaliera raccomandata è di 50 mg.

Adulti: La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg al giorno per i primi due giorni e, successivamente, il trattamento viene continuato al dosaggio di 25 mg al giorno. Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata, in modo graduale, ad intervalli di due o più settimane. La massima dose giornaliera è di 50 mg.

Anziani: Nei pazienti affetti da ipertensione la dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg al giorno; dose che può essere sufficiente per tutta la durata del trattamento. Tuttavia se non si è ottenuta una risposta terapeutica sufficiente, la dose può essere ulteriormente aumentata, in modo graduale, ad intervalli di due settimane o più lunghi.

Uso pediatrico: L’efficacia e la sicurezza del Carvedilolo non sono state stabilite nei pazienti al di sotto dei 18 anni d’età.

Angina pectoris stabile:

Il regime posologico raccomandato suggerisce di assumere le compresse due volte al giorno.

Adulti: La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni ed in seguito di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata, con gradualità, ad intervalli di due o più settimane, fino alla massima dose giornaliera raccomandata di 100 mg, suddivisa in due dosi (due volte al giorno).

Anziani: La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg due volte al giorno per due giorni ed in seguito di 25 mg due volte al giorno, che corrisponde alla massima dose giornaliera raccomandata.

Uso pediatrico: L’efficacia e la sicurezza del Carvedilolo non sono state stabilite nei pazienti al di sotto dei 18 anni d’età.

Insufficienza Cardiaca Cronica:

Il Carvedilolo è somministrato in pazienti affetti da insufficienza cardiaca da moderata a grave, in aggiunta alla terapia di base convenzionale con diuretici, ACE inibitori, digitalici e/o vasodilatatori. Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessuna variazione nella classe NYHA, nessuna ospedalizzazione dovuta a scompenso cardiaco) e la terapia di base deve essere stabile da almeno quattro settimane prima del trattamento. Inoltre, il paziente deve avere una frazione di eiezione del ventricolo sinistro ridotta, una frequenza cardiaca sopra i 50 battiti al minuto ed una pressione sistolica che superi gli 85 mmHg (vedere 4.3 Controindicazioni).

La dose iniziale è di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se questa dose è ben tollerata, può essere aumentata lentamente, ad intervalli di non meno di due settimane, fino alla dose di 6,25 mg due volte al giorno, poi fino a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. La dose è aumentata fino al raggiungimento della dose più alta tollerata.

La massima dose raccomandata è di 25 mg due volte al giorno per pazienti con un peso corporeo inferiore agli 85 kg, e di 50 mg due volte al giorno per pazienti con un peso corporeo superiore a 85 kg, purché l’insufficienza cardiaca non sia grave. Un incremento della dose a 50 mg due volte al giorno deve essere effettuato sotto stretta sorveglianza medica del paziente.

L’aggravamento temporaneo dei sintomi dello scompenso cardiaco può avvenire all’inizio del trattamento o in seguito all’aumento della dose, specialmente in pazienti con grave scompenso cardiaco e/o in trattamento con alte dosi di diuretici. Ciò non richiede solitamente la sospensione della terapia, ma la dose non deve essere aumentata. Il paziente deve essere monitorato da un medico/cardiologo per le due ore successive l’inizio del trattamento o all’aumento della dose. Prima di ciascun aumento di dose, una visita medica deve essere fatta per riconoscere i potenziali sintomi di un peggioramento dello scompenso cardiaco o i sintomi di una eccessiva vasodilatazione (es. funzione renale, peso corporeo, pressione sanguigna, frequenza e ritmo cardiaco). Un peggioramento dello scompenso cardiaco o la ritenzione idrica sono trattati con un aumento della dose di diuretici, e la dose di Carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando il paziente non si sia stabilizzato. Se compare bradicardia o ritardo nella conduzione atrio-ventricolare, il livello di digossina deve essere tenuto sotto controllo. Occasionalmente può essere necessario ridurre la dose di Carvedilolo o interrompere completamente il trattamento per un determinato periodo. Anche in questi casi, è spesso possibile continuare la titolazione del dosaggio di Carvedilolo con successo.

La funzionalità renale, i trombociti e la glicemia (nel caso di NIDDM e/o IDDM) devono essere monitorati regolarmente durante la titolazione della dose; al termine della quale la frequenza di controllo può essere ridotta.

Se il trattamento con Carvedilolo è interrotto per più di due settimane, la terapia deve essere ripresa con una dose di 3,125 mg due volte al giorno, per poi aumentare gradualmente conformemente alle raccomandazioni sopra riportate.

Uso pediatrico: L’efficacia e la sicurezza del Carvedilolo non sono state stabilite nei pazienti al di sotto dei 18 anni d’età.

Interruzione della terapia:

Il trattamento con Carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, soprattutto in pazienti affetti da cardiopatia ischemica. La terapia deve essere interrotta gradualmente, nell’arco di 7-10 giorni, per es. dimezzando la dose giornaliera ogni tre giorni.

Insufficienza renale :

Il dosaggio deve essere determinato per ciascun paziente individualmente, ma, in accordo con i parametri farmacocinetici, non esistono evidenze che l’aggiustamento della dose di Carvedilolo nei pazienti con scompenso cardiaco sia necessario.

Insufficienza epatica :

Il Carvedilolo non deve essere somministrato in pazienti con gravi disfunzioni epatiche (vedere 4.3 Controindicazioni). Nei casi di moderata insufficienza epatica, un aggiustamento della dose può essere necessario.

Modi di somministrazione

Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantità di liquidi e non è necessaria la loro assunzione durante i pasti. Comunque, ai pazienti con scompenso cardiaco si raccomanda di assumere il Carvedilolo con il cibo per permettere un assorbimento più lento e ridurre il rischio di ipotensione ortostatica.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Insufficienza cardiaca cronica (classe NHYA IV), che richieda inotropi per via endovenosa

Broncopneumopatia cronica ostruttiva con componente broncospastica

Insufficienza epatica clinicamente significativa

Asma

Blocco atrioventricolare di II o III grado (a meno che non sia applicato un pace-maker permanente)

Bradicardia grave (< 50 battiti al minuto)

Shock cardiogeno

Sindrome del nodo seno-atriale (compreso il blocco seno-atriale)

Ipotensione grave (pressione sistolica < 85 mmHg)

Acidosi metabolica

Feocromocitoma (a meno che sia controllato adeguatamente da α-bloccanti)

Angina di Printzmetal

Gravi disturbi del sistema circolatorio arterioso periferico

Allattamento (vedere 4.6 Gravidanza e allattamento)

Concomitante terapia endovenosa con verapamil o diltiazem (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione)

Ipersensibilità al Carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Le seguenti avvertenze devono essere prese in considerazione, soprattutto nei pazienti con scompenso cardiaco.

Nei pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, il Carvedilolo deve essere somministrato principalmente in associazione a diuretici, ACE inibitori, digitalici e/o vasodilatatori. L’inizio della terapia deve essere sotto la supervisione di un medico ospedaliero. Il trattamento deve iniziare solo nel caso in cui il paziente sia stato stabilizzato da una terapia di base convenzionale della durata di almeno quattro settimane. I pazienti scompensati devono essere ri-compensati. I pazienti con grave scompenso cardiaco, deplezione di volume e deplezione salina, gli anziani o i pazienti con una bassa pressione sanguigna basale devono essere monitorati per circa due ore dopo la prima dose o dopo un aumento della dose in quanto è possibile il manifestarsi di un’eccessiva vasodilatazione. L’ipotensione dovuta all’eccessiva vasodilatazione è inizialmente trattata riducendo la dose del diuretico. Se i sintomi persistono, deve essere ridotta anche la dose di uno degli ACE inibitori. All’inizio della terapia o durante la titolazione ascendente del Carvedilolo può avvenire un peggioramento dello scompenso cardiaco o della ritenzione di liquidi. In questi casi, la dose di diuretico deve essere aumentata. Comunque, a volte sarà necessario ridurre o sospendere la terapia con Carvedilolo. La dose di Carvedilolo deve essere aumentata solamente dopo che i sintomi dovuti al peggioramento dello scompenso cardiaco o l’ipotensione dovuta a vasodilatazione siano sotto controllo.

Pazienti diabetici

Il Carvedilolo può mascherare i sintomi di ipoglicemia acuta. I disturbi dei livelli di glucosio nel sangue possono talvolta insorgere in pazienti diabetici con insufficienza cardiaca trattati con il Carvedilolo. Questi pazienti devono perciò essere posti sotto stretta osservazione, con misurazioni regolari del glucosio ematico, e la dose del farmaco antidiabetico deve essere aggiustata, se necessario.

Insufficienza renale

Un deterioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con il Carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca ed ipotensione (pressione sistolica < 100 mmHg), cardiopatia ischemica, aterosclerosi e/o insufficienza renale di base. In questi pazienti a rischio, la funzionalità renale deve essere tenuta sotto controllo durante la fase di aggiustamento della dose. La dose di Carvedilolo deve essere ridotta o la terapia deve essere interrotta temporaneamente, qualora si osservi un peggioramento significativo della funzionalità renale.

Glicosidi digitalici

Il Carvedilolo e la digossina prolungano il tempo di conduzione atrioventricolare, e ciò deve essere tenuto in considerazione quando si usano carvedilolo e digossina in associazione (vedere 4.5. Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

Altre avvertenze relative all’uso di Carvedilolo e dei beta-bloccanti in generale:

I pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva con componente broncospastica, che non sono trattati con farmaci orali o per inalazione, devono essere trattati con Carvedilolo solo se il miglioramento previsto supera il possibile rischio. I pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione nella fase iniziale; inoltre la titolazione e la dose del Carvedilolo devono essere ridotte in caso di broncospasmi.

Il Carvedilolo può mascherare i sintomi di tireotossicosi.

Il Carvedilolo può indurre bradicardia. Il dosaggio del Carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza cardiaca scenda al di sotto di 55 battiti per minuto e compaiano i primi sintomi di bradicardia.

I beta-bloccanti possono aumentare la sensibilizzazione verso gli allergeni e la gravità delle reazioni anafilattiche nei pazienti con precedenti di gravi reazioni di ipersensibilità.

Durante il trattamento con beta-bloccanti, nei pazienti affetti da psoriasi può avvenire un peggioramento delle lesioni cutanee.

Il Carvedilolo può causare una riduzione della lacrimazione e ciò deve essere tenuto in considerazione nei pazienti che usano lenti a contatto.

In pazienti con feocromocitoma, la terapia con β-bloccanti deve essere preceduta da un trattamento con α-bloccanti. Non vi è esperienza dell’uso del Carvedilolo in queste condizioni. Per questo motivo, si richiede cautela nella somministrazione di Carvedilolo nei pazienti con sospetto feocromocitoma.

Quando il carvedilolo è utilizzato in associazione con agenti bloccanti dei canali del calcio, come il verapamil e il diltiazem, o con altri farmaci antiaritmici, in particolar modo l’amiodarone, la pressione sanguigna del paziente e l’ECG devono essere tenuti sotto controllo. Una co-somministrazione per via endovenosa deve essere evitata (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

Questo farmaco contiene lattosio. I pazienti affetti da rare disfunzioni di natura ereditaria di intolleranza al galattosio, mancanza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere il Carvedilolo.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Il Carvedilolo può potenziare gli effetti di altri agenti antiipertensivi.

La pressione sanguigna e la funzionalità cardiaca dei pazienti devono essere monitorate quando il Carvedilolo è utilizzato in associazione a calcio-antagonisti, quali verapamil o diltiazem, amiodarone, o con farmaci antiaritmici di classe I. Questi farmaci non devono essere somministrati contemporaneamente per via endovenosa.

Le concentrazioni di digossina allo stato stazionario (“steady-state”) aumentano, quando essa è usata in associazione con Carvedilolo. Si raccomanda un attento controllo della digossinemia all’inizio del trattamento, durante l’aggiustamento della dose e alla sospensione del trattamento.

Quando si renda necessario interrompere il trattamento di Carvedilolo e clonidina, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire il dosaggio di clonidina.

I farmaci induttori o inibitori degli enzimi epatici, quali rifampicina, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil ed eritromicina, possono modificare le concentrazioni di Carvedilolo nel siero. I pazienti in trattamento con questi farmaci e Carvedilolo devono essere seguiti attentamente.

Durante l’anestesia generale, particolare attenzione deve essere rivolta ai potenziali effetti inotropi negativi del Carvedilolo e degli anestetici.

Il Carvedilolo può aumentare i livelli plasmatici di ciclosporina.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

L’uso di Carvedilolo non è raccomandato in corso di gravidanza e allattamento.

Non sono stati dimostrati gli effetti teratogeni del Carvedilolo negli studi clinici sulla riproduzione negli animali, ma non vi è un’evidenza clinica sufficiente sulla sicurezza della donna in gravidanza (vedere 5.3 Dati preclinici di sicurezza). I β-bloccanti riducono la perfusione placentare, che può provocare morte fetale intrauterina e parti immaturi o prematuri. In aggiunta, gli effetti indesiderati (specialmente ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) possono manifestarsi nel feto e nel neonato. Esiste un maggiore rischio di complicanze cardiache e respiratorie nel neonato nel periodo post-natale. Il Carvedilolo deve essere utilizzato in gravidanza solo nel caso in cui il beneficio per la madre sia superiore al potenziale rischio per il feto/neonato. Il trattamento deve essere interrotto 2-3 giorni prima della prevista nascita; se ciò non è possibile, il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita.

Il Carvedilolo è lipofilo e, in accordo con i risultati provenienti dagli studi clinici effettuati su animali in corso di allattamento, è escreto nel latte materno con i suoi metaboliti; quindi, le madri in terapia con Carvedilolo non devono allattare.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

I livelli di attenzione possono essere alterati all’inizio o in occasione dell’ aggiustamento della dose. Sotto un attento controllo terapeutico, non vi sono evidenze sulla possibilità del Carvedilolo di ridurre la capacità di guida o di usare macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Gli effetti indesiderati sono generalmente transitori e si manifestano prevalentemente all’inizio del trattamento.

Il profilo delle reazioni avverse che si manifestano nei pazienti affetti da ipertensione e angina è simile a quello osservato nei pazienti con scompenso cardiaco. Comunque, la frequenza degli effetti indesiderati è più bassa nei pazienti con ipertensione e angina pectoris.

Le reazioni avverse nei pazienti con scompenso cardiaco sono estrapolate da studi clinici.

Le reazioni avverse, che si manifestano nei pazienti con scompenso cardiaco durante gli studi clinici e che non sono state riscontrate comunemente nei soggetti che hanno ricevuto il placebo, sono elencati nella tabella seguente.

  MOLTO COMUNI (>1/10) COMUNI (>1/100, <1/10) NON COMUNI (>1/1000, <1/100) RARI (<1/1000)
Alterazioni del sangue e sistema linfatico   Lieve trombocitopenia    
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione Iperglicemia*, edema periferico, ipervolemia, ritenzione idrica      
Alterazioni del sistema nervoso   Vertigini   Sincope
Disturbi oculari Disturbi della vista      
Alterazioni cardiache Edema periferico, bradicardia     Blocco atrio-ventricolare totale, aggravamento dello scompenso cardiaco
Alterazioni renali e delle vie urinarie       Aggravamento della funzionalità renale
Alterazioni del sistema vascolare Ipotensione ortostatica      
Alterazioni dell’apparato gastro-intestinale Nausea, diarrea, vomito   Stipsi  
Disordini del sistema riproduttivo e della mammella Edema genitale      
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione Edema      

* Iperglicemia (in pazienti con diabete mellito), (vedere 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego)

L’insufficienza renale acuta ed i disturbi della funzionalità renale nei pazienti con aterosclerosi generalizzata e/o con funzionalità renale alterata sono reazioni avverse rare. La frequenza delle reazioni avverse non è dose-dipendente, ad eccezione di vertigini, disturbi della vista, bradicardia ed aggravamento dell’insufficienza cardiaca.

La contrattilità cardiaca può essere ridotta durante la titolazione della dose, ma ciò è raro.

Le reazioni avverse nei pazienti con ipertensione e angina sono estrapolate da studi clinici. Le reazioni avverse che si manifestano nei pazienti con ipertensione e angina sono simili a quelle osservate nei pazienti con scompenso cardiaco. Comunque, la frequenza delle reazioni avverse è più bassa nei pazienti con ipertensione e angina.

  MOLTO COMUNI (>1/10) COMUNI (>1/100, <1/10) NON COMUNI (>1/1000, <1/100) RARI (<1/1000) MOLTO RARI (<1/10000)
Alterazioni del sangue e sistema linfatico       Lieve trombocitopenia, leucopenia  
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione   Ipercolesterolemia   Edema periferico  
Disturbi psichiatrici       Disturbi del sonno, depressione  
Alterazioni del sistema nervoso Vertigini*, cefalea*     Parestesia, sincope*  
Disturbi oculari Ridotta lacrimazione       Disturbi della vista, irritazione oculare
Alterazioni cardiache Bradicardia*        
Alterazioni del sistema vascolare Ipotensione ortostatica     Disturbi del circolo periferico  
Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastino       Congestione nasale  
Alterazioni dell’apparato gastro-intestinale   Nausea, dolore addominale, diarrea   Stipsi, vomito Secchezza delle fauci
Alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico, e tessuto connettivo Mialgia        
Alterazioni renali e delle vie urinarie       Aggravamento della funzionalità renale Difficoltà nella minzione
Disordini del sistema riproduttivo e della mammella         Impotenza
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione Affaticamento*        
Indagini diagnostiche       Aumento della transaminasi sierica  

*Queste reazioni si manifestano prevalentemente all’inizio del trattamento.

Le reazioni avverse molto rare comprendono l’angina, il blocco atrio-ventricolare e l’aggravamento dei sintomi nei pazienti affetti da claudicazione intermittente o fenomeno di Raynaud.

Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastino. Dispnea asintomatica è stata osservata comunemente in pazienti predisposti.

Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Diverse reazioni avverse della pelle si sono manifestate raramente (es. esantema allergico, orticaria, prurito e reazione simil-lichen planus). Si può manifestare psoriasi oppure lesioni della pelle già esistenti si possono aggravare.

In particolare i β-bloccanti non selettivi possono anche provocare la manifestazione e l’aggravamento del diabete mellito latente e un disturbo del controllo della glicemia.

Lievi disturbi nell’equilibrio glicemico sono possibili, comunque non comuni, anche durante il trattamento con Carvedilolo.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Il sovradosaggio può causare grave ipotensione, bradicardia, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno e arresto cardiaco. Si possono anche manifestare dispnea, broncospasmo, vomito, perdita di coscienza e convulsioni.

Il trattamento è sintomatico e se necessario deve essere condotto in un’unità di terapia intensiva.

Possono essere utilizzate le seguenti terapie a seconda dei sintomi dominanti: atropina endovena 0,5-2 mg (in caso di bradicardia), glucagone 1-10 mg endovena ed in seguito 2-5 mg/h per infusione (per mantenere la funzione cardiovascolare), farmaci simpatomimetici quali dobutamina, isoprenalina e adrenalina (conformemente alla loro efficacia e al peso del paziente), noradrenalina, etilefrina ( nel caso in cui la vasodilazione periferica sia il sintomo dominante), pace-maker (in caso di grave bradicardia che non risponde ai farmaci), beta-simpatomimetici o teofillina (broncospasmo), diazepam (convulsioni). Il trattamento deve essere continuato fino a quando il paziente non si sia stabilizzato.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: bloccante del recettore beta, bloccante del recettore alfa1 e beta.

ATC: C07AG02.

Il Carvedilolo riduce la pressione arteriosa mediante due meccanismi d’azione. Esercita un’azione vasodilatatrice sui vasi periferici, principalmente mediante il blocco del recettore alfa1. Il Carvedilolo è anche un bloccante del recettore beta non specifico. Il Carvedilolo ha inoltre dimostrato proprietà antiossidanti. Il Carvedilolo non ha azione simpatomimetica (ISA) ed ha un debole effetto stabilizzante sulle membrane.

Nei pazienti ipertesi, la riduzione della pressione, causata dall’azione vasodilatatrice e dal blocco del recettore beta del Carvedilolo, non è associata ad un aumento della resistenza periferica.

Il flusso ematico renale e periferico sono mantenuti invariati.

Nei pazienti con angina pectoris, il Carvedilolo riduce l’ischemia miocardica ed il dolore.

Nei pazienti con scompenso cardiaco, il Carvedilolo ha un favorevole effetto emodinamico e migliora la funzione ventricolare sinistra.

Il Carvedilolo non ha effetti dannosi sui livelli sierici di colesterolo.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

La biodisponibilità del Carvedilolo è di circa il 25 %, ma la variabilità individuale è ampia.

Il picco plasmatico è raggiunto entro un’ ora dalla somministrazione orale. La concentrazione aumenta in modo lineare rispetto alla dose, all’interno del range posologico raccomandato.

Il cibo non influenza la biodisponibilità ma prolunga il tempo necessario per raggiungere il picco plasmatico. Il volume di distribuzione è di circa 2 l/kg ed il legame alle proteine plasmatiche è di circa del 98-99%. La clearance plasmatica è di circa 590 ml/min. L’emivita del carvedilolo è circa 6-10 ore, dopo una dose orale.

Il Carvedilolo è metabolizzato nel fegato ed eliminato principalmente nella bile e poi nelle feci. Una parte minore, circa il 15 % è eliminata per via renale. In uno studio condotto su pazienti affetti da cirrosi epatica, la biodisponibilità del Carvedilolo è quadruplicata e il picco plasmatico è cinque volte superiore rispetto a quello raggiunto in soggetti sani. Dal momento che il Carvedilolo è principalmente escreto con le feci, un accumulo significativo nei pazienti con insufficienza renale è improbabile. Nei pazienti affetti da insufficienza epatica, la biodisponibilità cresce fino all’80%, in quanto si riduce l’ ”effetto di primo passaggio”.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Il Carvedilolo non è risultato teratogeno nel ratto e nel coniglio. Gli effetti embrio/fetotossici si sono verificati nel coniglio, a livelli di dosaggio non tossici per le madri.

Test standard in vitro e in vivo non mostrano rilevanti effetti mutageni o cancerogeni del Carvedilolo.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, idrossipropil cellulosa, amido di mais, talco, silice colloidale anidra, magnesio stearato.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non applicabile.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Conservare a temperatura non superiore ai 25 °C.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Le compresse sono confezionate in blister di PVC/PVDC/Al.

Dimensioni della confezione :

28 o 30 compresse (compresse da 3,125 mg)

28, 30, 56, 100 compresse (compresse da 6, 25 mg)

28, 30 o 100 compresse (compresse da 12,5 mg)

28, 30 o 100 compresse (compresse da 25 mg)

E’ possibile che non tutti i tipi di confezioni siano commercializzati.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

GERMED Pharma S.p.A

Via Cesare Cantù 11

20092 Cinisello Balsamo (MI)


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

6,25 mg compresse – 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n- 037074034/M

25 mg compresse – 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n- 037074111/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

18 Settembre 2006 GU 227 del 29.9.2006


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Marzo 2009