Claritromicina Ranbaxy Italia
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

CLARITROMICINA RANBAXY ITALIA


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa contiene: Claritromicina 250 mg.

Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa rivestita con film.

Compresse di colore giallo pallido, di forma ovale, biconvesse, ricoperte con film, con impresso “C1” su di un lato.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Claritromicina Ranbaxy Italia compresse è indicata per il trattamento delle seguenti infezioni quando causate da germi sensibili:

Infezioni del tratto inferiore delle vie respiratorie: bronchite acuta e cronica, polmonite.

Infezioni del tratto superiore delle vie respiratorie: sinusite e faringite.

Infezioni della cute e dei tessuti molli di gravità da lieve a moderata.

Claritromicina è adatta per la terapia iniziale di infezioni respiratorie acquisite in comunità ed è risultata attiva in vitro contro i germi patogeni respiratori, comuni ed atipici, elencati nella sezione “microbiologia”.

Eradicazione dell’H. pylori in pazienti con ulcera duodenale in adeguata associazione con regimi terapeutici antibatterici ed in presenza dell’inibizione acida prodotta da omeprazolo o lansoprazolo (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).

Devono essere prese in considerazione le linee-guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Claritromicina Ranbaxy Italia compresse può essere somministrata indipendentemente dai pasti poiché il cibo non ha effetto sulla biodisponibilità.

Pazienti con infezioni del tratto respiratorio, della cute e dei tessuti molli:

Adulti ed adolescenti : la dose usuale è di 250 mg due volte al giorno per 7 giorni, ma può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno fino a 14 giorni nelle infezioni gravi.

Claritromicina Ranbaxy Italia compresse non è adatta per i bambini al di sotto di 12 anni che pesano meno di 30 kg.

In questo gruppo di età si deve usare la claritromicina sospensione.

Eradicazione dell’H. pylori in pazienti con ulcera duodenale (adulti):

Terapia tripla (7-14 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg 2 volte al giorno associati ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno, per 7 – 14 giorni.

Terapia tripla (7 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg 2 volte al giorno associati a metronidazolo 400 mg due volte al giorno, per 7 giorni.

Terapia tripla (7 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno ed omeprazolo 40 mg una volta al giorno associati ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno o metronidazolo 400 mg due volte al giorno, per 7 giorni.

Terapia tripla (10 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno associata ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno ed omeprazolo 20 mg una volta al giorno, per 10 giorni.

Anziani: come per gli adulti.

Compromissione della funzionalità renale:

Di solito non è richiesto un aggiustamento della dose eccetto che in pazienti con compromissione grave della funzionalità renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). Se l’aggiustamento si dovesse rendere necessario, la dose totale giornaliera deve essere dimezzata, ad es. 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi. La durata del trattamento non deve superare i 14 giorni in questi pazienti.

Compromissione della funzionalità epatica:

Si deve esercitare cautela quando si somministrano antibiotici a pazienti con disfunzioni epatiche.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Claritromicina è controindicata in pazienti con ipersensibilità nota alla claritromicina, ad altri antibiotici macrolidi o agli eccipienti della compressa.

Claritromicina non deve essere somministrata assieme ai derivati ergolinici.

È controindicata la somministrazione concomitante di claritromicina e dei seguenti farmaci: cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina.

Livelli aumentati di cisapride, pimozide e terfenadina, sono stati riscontrati in pazienti che ricevevano uno di questi farmaci e claritromicina in associazione. Questo può dare luogo a prolungamento dell’intervallo QT ed aritmie cardiache, inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsade de pointes. Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo ed altri macrolidi.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato ed i reni. Si deve prestare cautela nella somministrazione di questo antibiotico in pazienti con alterata funzione epatica o renale.

L’uso prolungato o ripetuto di claritromicina può dare luogo allo sviluppo di batteri resistenti o di funghi. Se compare una superinfezione, il trattamento con la claritromicina deve essere sospesa e deve essere instaurata una terapia adeguata.

L’H. pylori può sviluppare resistenza alla claritromicina.

I pazienti ipersensibili alla lincomicina o alla clindamicina, possono essere sensibili anche alla claritromicina. Pertanto, occorre cautela quando si prescrive la claritromicina a questi pazienti.

La colite pseudomembranosa è stata riportata con l’uso di antibiotici ad ampio spettro. Pertanto, è importante considerare la sua diagnosi in pazienti che sviluppano grave diarrea durante o dopo la terapia con claritromicina.

Come noto per altri macrolidi, claritromicina può causare riacutizzazioni o aggravamento della miastenia gravis e deve pertanto essere usata con cautela in pazienti con questa affezione.

A causa del rischio del prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela nei pazienti con disturbi delle coronarie, anamnesi di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipopotassiemia non compensata e/o ipomagnesiemia, bradicardia (< 50 battiti/min) o quando associata ad altri medicinali con effetto di prolungamento dell’intervallo QT. La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento QT congenito o documentatamene acquisito (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).

Claritromicina deve essere usata con cautela quando indicata in pazienti trattati con induttori del CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).

Claritromicina è un induttore del CYP3A4 e l’uso concomitante con altri medicinali che sono in larga misura metabolizzati da questo enzima, deve essere ristretto a situazioni dove è chiaramente indicata (vedere paragrafo 4.5).

Claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA riduttasi, causando un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali (vedere paragrafo 4.5).


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Effetto di altri medicinali sulle compresse di claritromicina:

Claritromicina viene metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Pertanto, i potenti inibitori di questo enzima possono inibire il metabolismo della claritromicina, causandone un aumento delle concentrazioni plasmatiche. Al contrario gli induttori del CYP3A4 possono ridurre i livelli plasmatici della claritromicina.

Inibitori del CYP3A4:

Il Ritonavor (200 mg tre volte/die) inibisce il metabolismo della claritromicina (500 mg due vote/die), con un aumento di Cmax, Cmin ed AUC rispettivamente del 31%, 182% e 77%. La formazione del metabolita attivo 14-idrossi viene quasi completamente inibita. Una riduzione della dose di claritromicina probabilmente non è richiesta in pazienti con funzionalità renale normale, ma la dose giornaliera non deve superare 1 g (500 mg due volte al giorno). Tuttavia, la dose di claritromicina deve essere ridotta in pazienti con compromissione renale. Nei pazienti con clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50% e in quelli con clearance della creatinina < 30 ml/min deve essere ridotta del 75%.

Benché le concentrazioni plasmatiche di claritromicina ed omeprazolo possano aumentare quando sono somministrati contemporaneamente, non è necessario un aggiustamento della dose.

Aumentate concentrazioni plasmatiche di claritromicina possono comparire anche quando viene associata ad anti-acidi o ranitidina. Non è necessario alcun aggiustamento della dose.

Induttori del CYP3A4:

I medicinali induttori del CYP3A4 (ad es.: rifampicina, rifabutina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, Erba di San Giovanni/iperico) possono indurre il metabolismo della claritromicina, causando livelli sub-terapeutici di claritromicina che portano ad una ridotta efficacia.

Una riduzione del 39% dell’AUC della claritromicina ed un aumento del 34% dell’AUC del metabolica attivo 14-idrossi sono stati osservati quando la claritromicina è stata usata in associazione con l’induttore del CYP3A4 efavirenz.

In tali circostanze può essere necessario aumentare la dose di claritromicina e monitorarne la sicurezza e l’efficacia. Il monitoraggio dei livelli plasmatici degli induttori del CYP3A4 può essere necessario perché i livelli possono essere aumentati dall’inibizione del CYP3A4 da parte della claritromicina (vedere anche le rispettive informazioni dei medicinali induttori del CYP3A4 somministrati).

Trattamento delle infezioni da H. pylori:

Benché le concentrazioni plasmatiche di claritromicina ed omeprazolo possano aumentare quando sono somministrati contemporaneamente, non è necessario un aggiustamento della dose. Alle dosi raccomandate non vi è alcuna interazione clinicamente significativa tra claritromicina e lansoprazolo.

Effetto della claritromicina su altri medicinali:

Claritromicina è un inibitore dell’enzima metabolizzatore CYP3A4 e della glicoproteina-P. La claritromicina non deve essere usata durante il trattamento con altri medicinali che sono substrati del CYP3A4, a meno che i livelli plasmatici, l’effetto terapeutico o gli eventi avversi del substrato del CYP3A4 possano essere strettamente monitorati (vedere anche paragrafo 4.3). Una riduzione della dose può essere necessaria per i medicinali che sono substrato del CYP3A4 se associati alla claritromicina. In alternativa il trattamento con questi medicinali può essere interrotto durante il trattamento con claritromicina.

Co-somministrazione con medicinali che possono prolungare l’intervallo QT:

Torsade de Pointes è stato riportato in pazienti in cui la claritromicina era associata con chinidina o disopiramide. Queste associazioni devono pertanto essere evitate oppure si devono monitorare i livelli di chinidina o disopiramide per permettere l’aggiustamento della dose.

Si deve prestare cautela quando si somministra claritromicina a pazienti che prendono altri medicinali che possono prolungare l’intervallo QT (vedere paragrafo 4.4).

La claritromicina inibisce il metabolismo della cisapride e dalla terfenadina con aumenti di 2-3 volte dei livelli plasmatici della terfenadina che sono stati associati con prolungamenti del QT e con aritmie cardiache, incluse tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e Torsade de Pointes. Simili sintomi sono stati descritti in pazienti trattati con pimozide associata a claritromicina. La somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina, cisapride o pimozide è controindicata (vedere paragrafo 4.3).

Inibitori della HMG-CoA reduttasi:

La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA riduttasi causandone un aumento dei livelli plasmatici. L’associazione di claritromicina con simvastatina è stata raramente associata con rabdomiolisi. La claritromicina può causare simili interazioni con atorvastatina e minori interazioni con cerivastatina. Quando è indicata l’associazione con simvastatina, atorvastatina o cerivastatina i pazienti devono essere attentamente monitorati per i segni e sintomi di miopatia.

Vasocostrittori ergotaminici (es.: di-idroergotamina, ergotamina):

La claritromicina non deve essere somministrata con derivati dell’ergot (vedere paragrafo 4.3). Sono stati riportati casi di ergotismo dovuti all’aumento dei livelli plasmatici degli alcaloidi della segale cornuta.

Benzodiazepine:

Dopo l’associazione con claritromicina compresse (250 mg due volte/die) l’AUC del midazolam è aumentata di 2,7 volte dopo somministrazione endovenosa e 7 volte dopo quella orale. La somministrazione concomitante di midazolam e claritromicina deve essere evitata. Se si somministra midazolam per via endovenosa con claritromicina, il paziente deve essere attentamente monitorato e la dose deve essere aggiustata al bisogno. Le stesse precauzioni si applicano alle altre benzodiazepine metabolizzate dal CYP3A4, inclusi triazolam e alprazolam.

Ciclosporine, tacrolimus e sirolimus:

L’uso concomitante di claritromicina orale ha causato un aumento di 2 volte dei livelli di Cmin sia della ciclosporina sia del tacrolimus. Effetti simili sono attesi per il sirolimus. Quando si inizia il trattamento con claritromicina in pazienti che già ricevono questi immunosoppressori, i livelli plasmatici di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere attentamente monitorati e le loro dosi diminuite, se necessario. Quando si sospende il trattamento con la claritromicina, i livelli plasmatici devono guidare l’aggiustamento della dose di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus.

Digossina:

Le concentrazioni plasmatiche della digossina possono aumentare quando associata alla claritromicina. Si raccomanda il monitoraggio dei livelli plasmatici per aggiustare il dosaggio della digossina quando si inizia o si termina il trattamento con claritromicina.

Warfarin:

La claritromicina può potenziare gli effetti del warfarin. Il tempo di protrombina deve essere monitorato frequentemente e le dosi aggiustate se necessario.

Carbamazepina:

La claritromicina può potenziare gli effetti della carbamazepina a causa della riduzione della velocità di eliminazione.

Teofillina:

La somministrazione di claritromicina a pazienti che ricevono teofillina è sta associata con un aumento dei livelli sierici della teofillina ed ad una potenziale tossicità.

Zidovudina:

La somministrazione contemporanea di claritromicina compresse in pazienti adulti HIV-positivi è risultata in una diminuzione dei livelli di zidovudina allo steady state. Questo può essere ampiamente evitato distanziando le dosi di claritromicina e zidovudina di 1-2 ore. Tale reazione non è stata riportata nei bambini.

Rifabutina:

La co-somministrazione di rifabutina e claritromicina ha causato un aumento delle concentrazioni plasmatiche della prima e una diminuzione dei livelli plasmatici della seconda. In associazione con rifabutina può verificarsi un alto rischio di uveite.

Contraccettivi orali:

La claritromicina non interagisce con i contraccettivi orali.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza:

I dati sull’uso di claritromicina durante il primo trimestre in più di 200 gravidanze non ha mostrato chiara evidenza di effetti teratogeni o di effetti avversi sulla salute del neonato. Dati da un limitato numero di donne in gravidanza esposte durante il primo trimestre indicano un possibile aumento del rischio di aborto. Al momento non sono disponibili altri dati epidemiologici rilevanti.

Dati da studi negli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio nell’uomo non è noto. La claritromicina non deve essere somministrata a donne in gravidanza a meno che non sia chiaramente necessario.

Allattamento:

La claritromicina ed il suo metabolita attivo vengono escreti nel latte materno. Pertanto, nel lattante possono comparire diarrea ed infezioni fungine delle membrane mucose, rendendo necessaria l’interruzione dell’allattamento. Occorre tenere presente la possibilità di sensibilizzazione . Il beneficio del trattamento della madre deve essere valutato in relazione del potenziale rischio per il neonato.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non vi sono dati disponibili sugli effetti sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Quando si effettuano queste attività la possibile comparsa di reazioni avverse quali capogiri, vertigini, confusione e disorientamento, devono essere tenute in conto.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Gli effetti indesiderati riportati più frequentemente negli adulti che assumono claritromicina compresse sono: diarrea (3%), nausea (3%), anomalie del gusto (3%), dispepsia (2%), dolore/disturbi addominali (2%) e cefalea (2%).

In questa sezione gli effetti indesiderati sono definiti come segue:

molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <1/10), non comuni (>1/1.000, <1/100), rari (>1/10.000, <1/1.000), molto rari (<1/10.000) incluse reazioni isolate.

Esami diagnostici:

Comuni: incremento dell’azoto ureico ematico.

Non comuni: prolungamento del tempo di protrombina, aumento della creatinina sierica, alterazioni dei test di funzionalità epatica (aumentati livelli delle transaminasi).

Molto rari: ipoglicemia è stata osservata specialmente in pazienti trattati con medicinali antidiabetici ed insulina.

Patologie cardiache:

Molto rari: prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare e Torsade de Pointes.

Patologie del sistema emolinfopoietico:

Non comuni: leucopenia.

Molto rari: trombocitopenia.

Patologie del sistema nervoso:

Comuni: cefalea, alterazioni dell’olfatto.

Molto rari: capogiri, vertigini, parestesie, convulsioni.

Patologie dell’orecchio e del labirinto:

Rari: tinnito.

Molto rari: perdita reversibile dell’udito.

Patologie gastrointestinali:

Comuni: nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, dispepsia, stomatite, glossite, scolorimento reversibile di denti e lingua e perversione del gusto, cioè gusto metallico o amaro.

Molto rari: pancreatite. Molto raramente con claritromicina è stata riportata colite pseudomembranosa con gravità variabile da moderata a rischio per la vita.

Patologie renali e urinarie:

Molto rari: nefrite interstiziale, insufficienza renale.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Molto rari: sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.

Patologie del sistema muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa:

Non comuni: artralgia, mialgia.

Infezioni ed infestazioni:

Comuni: moniliasi orale.

Come per altri antibiotici, l’uso prolungato può causare sviluppo di organismi non sensibili.

Disturbi del sistema immunitario:

Non comuni: reazioni allergiche che variano dall’orticaria e da lievi eruzioni cutanee fino all’anafilassi.

Patologie epatobiliari:

Non comuni: disfunzioni epatiche che sono solitamente transitorie e reversibili, epatite e colestasi con o senza ittero.

Molto rari: è stata riportata insufficienza epatica fatale particolarmente in pazienti con pre-esistenti disturbi epatici o che assumevano altri medicinali epatotossici.

Disturbi psichiatrici:

Molto rari: ansia, insonnia, allucinazioni, psicosi, disorientamento, depersonalizzazione, incubi e confusione.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Alcune segnalazioni indicano che l’ingestione di grandi quantità di claritromicina possono produrre sintomi gastrointestinali. Un paziente con anamnesi di disturbi bipolari ha ingerito 8 g di claritromicina mostrando stato mentale alterato, comportamento paranoico, ipopotassiemia ed ipossiemia. Le reazioni avverse che accompagnano il sovradosaggio devono essere trattate con lavanda gastrica e misure di supporto. Come per gli altri macrolidi non ci si aspetta che i livelli sierici della claritromicina siano influenzati in modo apprezzabile dall’emodialisi o dalla dialisi peritoneale.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: macrolidi.

Codice ATC: J01FA09

Meccanismo d’azione:

La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell’eritromicina A. Essa esercita la sua azione antibatterica legandosi alla sub-unità ribosomiale 50s dei batteri sensibili e bloccando la sintesi delle proteine.

Anche il metabolita 14-idrossi della claritromicina ha azione antimicrobica. La MIC di questo metabolita è uguale o due volte maggiore di quella del composto originario, eccetto che per l’H. influenzae dove il metabolita 14-idrossi è due volte più attivo.

Breakpoints:

Vengono suggeriti i seguenti breakpoint della concentrazione minima inibente (MIC) che separano gli organismi sensibili da quelli resistenti:

Raccomandazioni della BSAC:

Per Staphylococci, Streptococci e M. catarrhalis

Sensibili (S): ≤0,5 mg/L

Resistenti ®: >0,5 mg/L

Per H. influenzae

Sensibili (S): ≤0,5 mg/L

Resistenti ®: >16,0 mg/L

Raccomandazioni della NCCLS:

Per Staphylococci

S: ≤2,0 mg/L

R: ≥8,0 mg/L

Per Streptococci

S: ≤0,25 mg/L

R: ≥1,0 mg/L

Per H. influenzae

S: ≤8,0 mg/L

R: ≥32,0 mg/L

Per H. pylori

S: <0,25 mg/L

R: >2,0 mg/L

Sensibilità:

La prevalenza della resistenza può variare geograficamente e nel tempo per alcune specie, pertanto informazioni locali sulla sensibilità sono desiderabili, particolarmente nel trattamento di infezioni gravi. Le seguenti informazioni forniscono solo una guida approssimativa sulla probabilità che un organismo sia sensibile alla claritromicina.

Gli organismi resistenti all’eritromicina/macrolidi devono essere considerati resistenti alla claritromicina

Specie comunemente sensibili
Microrganismi aerobici Gram-positivi
Streptococcus gruppo A
Streptococcus gruppo B
Streptococcus gruppo C,F,G
Microrganismi aerobici Gram-negativi
Moraxella catarrhalis
Pasteurella multocida
Legionella spp.
Microrganismi anaerobici
Bacteroides spp.
Peptococcus/Peptostreptococcus spp.
Clostridium spp., other than C. difficile
Fusobacterium spp.
Altri microrganismi
Mycoplasma pneumoniae
Chlamydia trachomatis
Chlamydia pneumoniae
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema
Microrganismi aerobici Gram-positivi
Staphylococcus aureus, methicillin-susceptible
Streptococcus pneumoniae*
Microrganismi aerobici Gram-negativi
Haemophilus influenzae
Helicobacter pylori
Microorganismsi intrinsecamente resistenti
Microrganismi aerobici Gram-positivi
Enterococcus spp.
Staphylococcus aureus, methicillin-resistant or erythromycin-resistant
Altri microorganismi
Mycobacterium tuberculosis

*Commenti relativi alla resistenza: vedere “Meccanismo della resistenza

Resistenza:

Resistenza crociata:

La claritromicina mostra resistenza crociata con l’eritromicina.

Meccanismo della resistenza:

La resistenza degli organismi gram-positivi ai macrolidi solitamente dipende da un alterazione del sito di legame antimicrobico. Questa resistenza MSL (macrolide, lincosamide, streptogramina B) può essere cromosomica o mediata dai plastidi ed è causata dalla metilazione di un residuo di adenina nell’rRNA 23S della sub-unità 50s. Rari meccanismi di resistenza includono la degradazione antimicrobica da parte di enzimi inattivanti quali le esterasi e l’efflusso attivo dell’antimicrobico dal batterio. Molti organismi Gram-negativi sono intrinsecamente resistenti ai macrolidi per l’incapacità del macrolide di penetrare efficacemente nella membrana interna della cellula.

Gli organismi Gram-negativi possono inoltre produrre metilasi ribosomiali o enzimi che inattivano il macrolide.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento:

La claritromicina dopo somministrazione orale viene rapidamente ed ampiamente assorbita dal tratto gastrointestinale, principalmente nel digiuno, ma viene sottoposta ad un esteso metabolismo di primo passaggio. La biodisponibilità assoluta di 250 mg di claritromicina compresse è di circa il 50%. Il cibo ritarda lievemente l’assorbimento, ma non altera l’entità della biodisponibilità. Pertanto, la claritromicina può essere somministrata indipendentemente dal cibo. A causa della sua struttura chimica (6-O-metileritromicina), la claritromicina è piuttosto resistente alla degradazione da parte degli acidi dello stomaco.

Livelli plasmatici di picco di 1-2 mcg/ml di claritromicina sono stati osservati negli adulti dopo somministrazione orale di 250 mg due volte al giorno. Dopo somministrazione di 500 mg di claritromicina due volte al giorno il picco plasmatico è stato di 2,8 mcg/ml.

Dopo somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno, il metabolita microbiologicamente attivo, 14-idrossi, raggiunge concentrazioni plasmatiche di picco di 0,6 mcg/ml. Lo “steady state” viene raggiunto dopo 2 giorni di somministrazione.

Distribuzione:

La claritromicina penetra bene nei diversi compartimenti con un volume di distribuzione stimato a 200-400 litri. La claritromicina raggiunge in alcuni tessuti concentrazioni che sono

diverse volte superiori a quelle della sostanza attiva circolante. Livelli aumentati sono stati trovati sia nelle tonsille che nei polmoni. Inoltre la claritromicina penetra nel muco gastrico.

A livelli terapeutici la claritromicina è legata alle proteine plasmatiche per circa l’80%.

Biotrasformazione ed eliminazione:

La claritromicina viene rapidamente ed estesamente metabolizzata nel fegato. Il metabolismo coinvolge principalmente la N-dealchilazione, l’ossidazione e l’idrossilazione stereospecifica nella posizione C14.

La farmacocinetica della claritromicina non è lineare a causa della saturazione del metabolismo epatico ad alte dosi. L’emivita di eliminazione aumenta da 2-4 ore dopo somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno a 5 ore dopo somministrazione di 500 mg due volte al giorno. Con una somministrazione di 250 mg ogni 12 ore, l’emivita del metabolita attivo 14-idrossi varia da 5 a 6 ore.

Dopo somministrazione orale di claritromicina radiomarcata, il 70-80% della radioattività è stata trovata nelle feci. Circa il 20-30% della claritromicina compare come sostanza attiva immodificata nelle urine. Questa percentuale aumenta con l’aumentare della dose. L’insufficienza renale determina l’aumento dei livelli plasmatici della claritromicina se la dose non viene diminuita. La clearance plasmatica totale è stata valutata in circa 700 ml/min, con una clearance renale di circa 170 ml/min.

Popolazioni particolari:

Compromissione della funzionalità renale: una ridotta funzionalità renale comporta un aumento dei livelli plasmatici di claritromicina e del suo metabolita attivo.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

In studi in acuto nel topo e nel ratto la dose letale mediana è risultata maggiore della dose massima somministrabile (5g/kg).

In studi con dosi ripetute, la tossicità è risultata correlata alla dose, alla durata del trattamento ed alla specie. I cani risultarono più sensibili dei primati e dei ratti. I segni clinici maggiori a dosi tossiche comprendono emesi, debolezza, ridotta assunzione di cibo, aumento di peso, scialorrea, disidratazione e iperacidità. In tutte le specie, a dosi tossiche, il fegato è stato il primo organo bersaglio. Epatotossicità è risultata evidenziabile da aumenti precoci dei test di funzionalità epatica. La sospensione del farmaco generalmente porta ad un ritorno a valori normali o ad una tendenza alla normalizzazione. Altri tessuti comunemente meno colpiti sono stomaco, timo ed altri tessuti linfatici ed i reni. A dosi quasi terapeutiche iniezione congiuntivale e lacrimazione sono comparse solo nei cani. A dosi massive di 400 mg/kg/die, alcuni cani e scimmie hanno sviluppato opacità corneale e/o edema.

Studi sulla fertilità e la riproduzione nel ratto non hanno mostrato effetti avversi. Studi di teratogenesi nel ratto (Wistar per os e Sprague-Dawley per os e e.v.), nel coniglio New Zealand White ed in scimmie Cynomolgous non sono riusciti a dimostrare alcuna teratogenicità della claritromicina. Tuttavia, un ulteriore studio simile in ratti Sprague-Dawley ha documentato una bassa incidenza (6%) di anomalie cardiovascolari che sono risultate dovute ad espressione spontanea di mutamenti genetici. Due studi nel topo hanno rivelato una incidenza variabile (3-30%) di palatoschisi e perdite di embrioni sono state osservate nelle scimmie ma solo a livelli di dosi che erano chiaramente tossici per le madri.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, povidone, magnesio stearato, talco, silice colloidale anidra, acido stearico.

Film di rivestimento: Opadry 20H 52875 contenente: ipromellosa, idrossipropilcellulosa, glicole propilenico, vanillina, titanio diossido, talco e chinolina gialla (E104).


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non applicabile.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione. Conservare nella confezione originale.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Le compresse rivestite con film sono confezionate in blister (PVC/ PVdC) chiuso con un foglio di alluminio.

I blister sono inseriti in un astuccio di cartone.

Confezioni da: 1, 2, 10, 1x10, 12, 14, 1x14, 15, 20, 42, 50, 56 o 100 compresse.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Non applicabile.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

RANBAXY ITALIA S.p.A.

Piazza Filippo Meda, 3

20121 – Milano


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Claritromicina Ranbaxy Italia 250 mg compresse rivestite con film – 12 compresse

AIC n° 037586043/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

01/12/2007


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

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