Dafiro Hct 5 160 12-5
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina.

Dafiro HCT 5 mg/160 mg/12,5 mg compresse rivestite con film

02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina.

Ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato), 160 mg di valsartan e 12,5 mg di idroclorotiazide.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina.

Compressa rivestita con film (compressa)

Compresse di colore bianco, ovaloidi, biconvesse, dai bordi smussati, con inciso "NVR" su un lato e "VCL" sull'altro.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina.

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina.

Trattamento dell'ipertensione essenziale come terapia sostitutiva in pazienti adulti nei quali la pressione è adeguatamente controllata con l'associazione di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide (HCT) assunta in tre formulazioni a singoli componenti oppure in formulazioni a due componenti e a singolo componente.


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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina.

Posologia La dose raccomandata di Dafiro HCT è una compressa al giorno da assumere preferibilmente al mattino.

Prima di essere trasferiti a Dafiro HCT i pazienti devono essere controllati con dosi stabili dei monocomponenti assunti nello stesso momento. La dose di Dafiro HCT si deve basare sulle dosi dei singoli componenti della combinazione al momento del passaggio.

La massima dose raccomandata di Dafiro HCT è 10 mg/320 mg/25 mg.

Popolazioni speciali

Insufficienza renale

A causa del componente idroclorotiazide, Dafiro HCT è controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafi 4.3 e 5.2). Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata. Nei pazienti con insufficienza renale moderata, si consiglia il controllo dei livelli di potassio e di creatinina.

Insufficienza epatica

A causa dei componenti idroclorotiazide e valsartan, Dafiro HCT è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica grave (vedere paragrafo 4.3). Nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata, senza colestasi, la massima dose raccomandata di valsartan è 80 mg e pertanto non è opportuno l'uso di Dafiro HCT in questo gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Insufficienza cardiaca e malattia coronarica

C'è un'esperienza limitata con l'uso di Dafiro HCT, specialmente alla massima dose in pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica. Si raccomanda cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica, specialmente alla massima dose di Dafiro HCT, 10 mg/320 mg/25 mg.

Anziani (65 anni di età ed oltre)

Si raccomanda cautela, compreso un più frequente monitoraggio della pressione arteriosa, nei pazienti anziani, specialmente alla massima dose di Dafiro HCT, 10 mg/320 mg/25 mg in quanto i dati disponibili in questa popolazione sono limitati.

Popolazione pediatrica

Non vi è stato un uso rilevante di Dafiro HCT nella popolazione pediatrica (pazienti al di sotto di 18 anni) per l'indicazione di ipertensione essenziale.

Modo di somministrazione Dafiro HCT può essere assunto con o senza cibo. Le compresse devono essere ingerite intere con acqua, alla stessa ora del giorno e preferibilmente al mattino.

04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina.

− Ipersensibilità ai principi attivi, ad altre sulfonamidi, ai derivati diidropiridinici o ad uno

qualsiasi degli eccipienti. − Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). − Insufficienza epatica, cirrosi biliare o colestasi. − Insufficienza renale grave (GFR <30 ml/min/1,73 m2), anuria e pazienti sottoposti a dialisi. − Ipokaliemia refrattaria, iponatremia, ipercalcemia e iperuricemia sintomatica.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina.

Pazienti sodio e/o volume depleti In uno studio controllato in pazienti con ipertensione non complicata da moderata a grave è stata osservata un'eccessiva ipotensione, compresa ipotensione ortostatica, nell'1,7% dei pazienti trattati con la dose massima di Dafiro HCT (10 mg/320 mg/25 mg) rispetto all'1,8% dei pazienti trattati con valsartan/idroclorotiazide (320 mg/25 mg), allo 0,4% dei pazienti trattati con amlodipina/valsartan (10 mg/320 mg) e allo 0,2% dei pazienti trattati con idroclorotiazide/amlodipina (25 mg/10 mg). Nei pazienti con un sistema renina-angiotensina attivato (come i pazienti volume e/o sale depleti che ricevono alte dosi di diuretici) in trattamento con antagonisti del recettore per l'angiotensina II (AIIRA), può verificarsi ipotensione sintomatica. Si raccomanda la correzione di questa condizione prima di iniziare la somministrazione di Dafiro HCT o uno stretto controllo medico all'inizio del trattamento.

Se durante l'uso di Dafiro HCT si verifica un'eccessiva ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, gli deve essere somministrata un'infusione endovenosa di salina normale. La terapia può proseguire quando la pressione si è stabilizzata.

Modifiche degli elettroliti sierici

Amlodipina/valsartan/idroclorotiazide

Nello studio controllato con Dafiro HCT, in molti pazienti gli effetti controbilancianti di valsartan 320 mg e di idroclorotiazide 25 mg sul potassio sierico si compensavano quasi tra di loro. In altri pazienti, uno dei due effetti può risultare dominante. Valutazioni periodiche degli elettroliti sierici devono essere effettuate ad intervalli appropriati per rilevare un possibile squilibrio elettrolitico.

Valutazioni periodiche degli elettroliti sierici e del potassio in particolare devono essere effettuate ad intervalli appropriati per rilevare un possibile squilibrio elettrolitico, specialmente in pazienti con altri fattori di rischio come funzione renale compromessa, trattamento con altri medicinali o storia di precedenti squilibri elettrolitici.

Valsartan

L'uso concomitante di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio, o di altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio (eparina, ecc.) non è raccomandato. I livelli ematici di potassio devono essere controllati appropriatamente.

Idroclorotiazide

Durante il trattamento con diuretici tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, è stata riportata ipokaliemia.

La terapia con diuretici tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, è stata associata a iponatremia e alcalosi ipocloremica. I tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, aumentano l'escrezione urinaria di magnesio e pertanto è possibile che si verifichi ipomagnesiemia. L'escrezione di calcio viene ridotta dai diuretici tiazidici e ciò può provocare ipercalcemia.

Insufficienza renale Non è richiesto alcun aggiustamento della dose di Dafiro HCT nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (GFR >30 ml/min/1,73 m2). Quando Dafiro HCT è utilizzato in pazienti con insufficienza renale si raccomandano controlli periodici del potassio sierico, della creatinina e dei livelli di acido urico.

Stenosi dell'arteria renale Non sono disponibili dati sull'uso di Dafiro HCT in pazienti con stenosi unilaterale o bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale di rene unico.

Trapianto renale Ad oggi non si ha esperienza sull'uso sicuro di Dafiro HCT in pazienti sottoposti a trapianto renale recente.

Insufficienza epatica Valsartan viene principalmente eliminato non modificato attraverso la bile, mentre l'amlodipina è estesamente metabolizzata dal fegato. Nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata senza colestasi, la massima dose raccomandata di valsartan è 80 mg e pertanto Dafiro HCT non è adatto per questo gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).

Insufficienza cardiaca e malattia coronarica In individui predisposti, è possibile prevedere modifiche della funzionalità renale in conseguenza all'inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. In pazienti con grave insufficienza cardiaca, nei quali la funzionalità renale può dipendere dall'attività del sistema renina-angiotensinaaldosterone, il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE inibitori) e con antagonisti del recettore dell'angiotensina è stato associato a oliguria e/o progressiva azotemia e (raramente) ad insufficienza renale acuta e/o morte. Esiti simili sono stati riportati con valsartan.

In uno studio a lungo termine controllato verso placebo (PRAISE-2) sull'amlodipina in pazienti con insufficienza cardiaca di eziologia non ischemica con NYHA (New York Heart Association Classification) III e IV, l'amlodipina è stata associata ad un aumento dei casi di edema polmonare, nonostante nessuna differenza significativa nell'incidenza di peggioramento dell'insufficienza cardiaca rispetto al placebo.

Si raccomanda cautela in pazienti con insufficienza cardiaca e malattia coronarica, specialmente alla massima dose di Dafiro HCT, 10 mg/320 mg/25 mg, in quanto i dati disponibili in questa popolazione di pazienti sono limitati.

Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Come per gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti con stenosi aortica o mitralica o con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

Gravidanza La terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Iperaldosteronismo primario I pazienti con iperaldosteronismo primario non devono essere trattati con l'antagonista dell'angiotensina II valsartan in quanto il loro sistema renina-angiotensina-aldosterone non è attivato. Pertanto Dafiro HCT non è raccomandato in questa popolazione.

Lupus eritematoso sistemico E' stato osservato che i diuretici tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, possono esacerbare o attivare il lupus eritematoso sistemico.

Altri disturbi metabolici I diuretici tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, possono compromettere la tolleranza al glucosio ed innalzare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi ed acido urico. Nei pazienti diabetici può essere necessario l'aggiustamento della dose di insulina o degli ipoglicemizzanti orali.

I tiazidici possono ridurre l'escrezione urinaria di calcio e causare un aumento lieve e intermittente del calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo del calcio. Una marcata ipercalcemia può essere evidenza di un sottostante iperparatiroidismo. Prima di effettuare gli esami sulla funzionalità della paratiroide si deve interrompere il trattamento con i tiazidici.

Fotosensibilità Durante il trattamento con diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Se si verificano reazioni di fotosensibilità durante il trattamento con Dafiro HCT, si raccomanda di sospendere il trattamento. Se si ritiene necessario riprendere la somministrazione del diuretico, si raccomanda di proteggere le parti esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.

Generali Si deve usare particolare cautela in pazienti che hanno avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità ad altri antagonisti dei recettori dell'angiotensina II. Le reazioni di ipersensibilità all'idroclorotiazide sono più probabili in pazienti con allergia e asma.

Anziani (65 anni ed oltre) Si raccomanda cautela, incluso un più frequente monitoraggio della pressione, nei pazienti anziani, specialmente alla dose massima di Dafiro HCT, 10 mg/320 mg/25 mg, in quanto i dati disponibili in questa popolazione di pazienti sono limitati.

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04.5 Interazioni - Inizio Pagina.

Non sono stati effettuati studi formali di interazione con altri medicinali e Dafiro HCT. Quindi in questo paragrafo sono fornite solo informazioni su interazioni con altri medicinali noti per i singoli principi attivi.

Tuttavia è importante considerare che Dafiro HCT può aumentare l'effetto ipotensivo di altri agenti antipertensivi.

Uso concomitante non raccomandato

Singolo componente di Dafiro HCT Interazioni note con i seguenti agenti Effetto di interazione con altri medicinali
Valsartan e HCT Litio In caso di uso concomitante di ACE inibitori e tiazidi, come idroclorotiazide, sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio. A seguito della mancata esperienza sull´uso contemporaneo di litio e valsartan, questa associazione non è raccomandata. Qualora fosse necessaria la somministrazione contemporanea, si raccomanda di controllare regolarmente i livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).
Valsartan Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio ed altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio Qualora si ritenesse necessario l'uso della combinazione di valsartan e di un medicinale che altera i livelli del potassio, si raccomanda di controllare frequentemente i livelli plasmatici di potassio

 

Uso concomitante che richiede cautela

Singolo componente
di Dafiro HCT
Interazioni note con i seguenti agenti Effetto di interazione con altri medicinali
Amlodipina Inibitori del CYP3A4
(come ketoconazolo,
itraconazolo, ritonavir)
Uno studio in pazienti anziani ha dimostrato che il
diltiazem inibisce il metabolismo dell´amlodipina,
probabilmente mediante il CYP3A4 (le concentrazioni
plasmatiche aumentano di circa il 50% e l´effetto
dell´amlodipina aumenta). Non può essere esclusa la
possibilità che inibitori più potenti del CYP3A4 (come
ketoconazolo, itraconazolo, ritonavir) possano aumentare
la concentrazione plasmatica di amlodipina anche più del
diltiazem.
Induttori del CYP3A4
(agenti anticonvulsivanti [ad
es. carbamazepina,
fenobarbital, fenitoina,
fosfenitoina,
primidone],
rifampicina, Hypericum
perforatum [erba di San
Giovanni])
La somministrazione contemporanea può condurre a
concentrazioni plasmatiche ridotte di amlodipina. E´
indicato il monitoraggio clinico, con possibili
aggiustamenti della dose di amlodipina durante il
trattamento con l´induttore e dopo la sua sospensione
Valsartan e HCT Farmaci
antiinfiammatori non
steroidei (FANS),
compresi gli inibitori
selettivi COX-2, l´acido
acetilsalicilico
(>3 g/die) e i FANS
non selettivi
I FANS possono attenuare l´effetto antipertensivo sia degli
antagonisti dell´angiotensina II che dell´idroclorotiazide
quando sono somministrati contemporaneamente. Inoltre,
l´uso contemporaneo di Dafiro HCT e di FANS può
aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità
renale e ad un aumento del potassio sierico. Si raccomanda
quindi il controllo della funzionalità renale all´inizio del
trattamento così come un´adeguata idratazione del
paziente.
Medicinali influenzati
dalle alterazioni del
potassio sierico
Si raccomanda il monitoraggio periodico del potassio
sierico e del quadro ECG quando si somministrano un
prodotto contenente idroclorotiazide e sostanze influenzate
dalle alterazioni del potassio sierico (ad es. glucosidi
digitalici, antiaritmici) e le seguenti sostanze (che
includono alcuni antiaritmici) che inducono torsioni di
punta, essendo l´ipokaliemia un fattore predisponente alla
torsione di punta.
- Antiaritmici di classe Ia (ad es. chinidina,
idrochinidina, disopiramide)
- Antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone,
sotalolo, dofetilide, ibutilide)
- Alcuni antipsicotici (ad es. tioridazina,
clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina,
ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride,
tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo,
metadone)
- Altri (ad es. bepridil, cisapride, difemanile,
eritromicina i.v., alofantrina, ketanserina,
mizolastin, pentamidina, moxifloxacina,
terfenadina, vincamina i.v.)
HCT Alcolici, anestetici e
sedativi
Si può verificare un potenziamento dell´ipotensione
ortostatica
Amantadina I tiazidici, compresa l´idroclorotiazide, possono aumentare
il rischio di reazioni avverse causate dall´amantadina
Anticolinergici (ad es.:
atropina, biperiden)
La biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico può
essere aumentata dai farmaci anticolinergici (ad es.
atropina, biperiden), apparentemente a causa di una
diminuzione della motilità gastrointestinale e della
velocità di svuotamento dello stomaco
Medicinali
antidiabetici (ad es.
insulina e antidiabetici orali)
Può essere necessario un aggiustamento del dosaggio
dell'insulina e dei medicinali antidiabetici orali
Metformina La metformina deve essere utilizzata con cautela a ca
del rischio di acidosi lattica indotta da una
insufficienza renale funzionale associata
all´idroclorotiazide.
Beta-bloccanti e diazossido L´uso contemporaneo di diuretici tiazidici, compresa
l´idroclorotiazide, e beta-bloccanti può aumentare il
rischio di iperglicemia. I diuretici tiazidici, com
l´idroclorotiazide, possono aumentare l'effetto
iperglicemico del diazossido
Carbamazepina I pazienti che ricevono in concomitanza idroclorotiazide e
carbamazepina possono sviluppare iponatremia. Questi
pazienti devono pertanto essere avvisati della possibilità di
reazioni iponatremiche e devono essere monitorati di
conseguenza.
Colestiramina e resine
del colestipolo
L´assorbimento dei diuretici tiazidici, compresa
l´idroclorotiazide, è ridotto dalla colestiramina e da altre
resine a scambio anionico.
Ciclosporina La somministrazione contemporanea di ciclosporina può
aumentare il rischio di iperuricemia e complicazioni di
tipo gottoso
Agenti citotossici (ad
es. ciclofosfamide,
metotressato)
I tiazidici, compresa l´idroclorotiazide, possono ridurre
l´escrezione renale dei farmaci citotossici (ad es.:
ciclofosfamide, metotressato) e potenziarne gli effetti
mielosoppressori
Glicosidi digitalici Ipokaliemia o ipomagnesiemia indotte dai tiazidici
possono verificarsi come effetti indesiderati, favorendo
l´insorgenza di aritmie cardiache indotte da digitale
Agenti di contrasto iodato In caso di disidratazione indotta da diuretico, aumenta il
rischio di insufficienza renale acuta, specialmente con dosi
elevate di prodotti iodati. I pazienti devono essere
reidratati prima della somministrazione
Medicinali che
influenzano i livelli di
potassio (diuretici
kaliuretici,
corticosteroidi,
lassativi, ACTH,
amfotericina,
carbenoxolone,
penicillina G, derivati
dell´acido salicilico)
L´effetto ipokaliemico dell´idroclorotiazide può essere
aumentato da diuretici kaliuretici, corticosteroidi, lassativi,
ormone adrenocorticotropo (ACTH), amfotericina,
carbenoxolone, penicillina G e derivati dell´acido
salicilico. Se questi medicinali devono essere prescritti con
l´associazione amlodipina /valsartan/idroclorotiazide è
consigliato il monitoraggio dei livelli plasmatici di
potassio
Medicinali utilizzati nel
trattamento della gotta
(probenecid,
sulfinpirazone e
allopurinolo)
Può essere necessario aggiustare il dosaggio dei
medicinali uricosurici in quanto l´idroclorotiazide può
aumentare i livelli sierici di acido urico. Può essere
necessario aumentare il dosaggio di probenecid o
sulfinpirazone.
La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici,
compresa l´idroclorotiazide, può aumentare l´incidenza
delle reazioni di ipersensibilità all´allopurinolo
Metildopa Sono stati riportati casi isolati di anemia emolitica
verificatisi con l´uso concomitante di idroclorotiazide e
metildopa
Rilassanti della
muscolatura
scheletrica non
depolarizzanti (ad es.
tubocurarina)
I tiazidici, compresa l´idroclorotiazide, potenziano l'azione
dei derivati del curaro
Amine pressorie (ad es.
adrenalina,
noradrenalina)
L´effetto delle amine pressorie può essere ridotto
Vitamina D e sali di
calcio
La somministrazione di diuretici tiazidici, compresa
l´idroclorotiazide, e vitamina D o sali di calcio può
potenziare l´aumento del calcio sierico

 

Nessuna interazione

Singolo componente
di Dafiro HCT
Interazioni note
con i seguenti agenti
Effetto di interazione con altri medicinali
Valsartan Altri
(cimetidina, warfarin,
furosemide, digossina,
atenololo,
indometacina,
idroclorotiazide,
amlodipina,
glibenclamide)
In monoterapia con valsartan, non sono state riscontrate
interazioni di rilevanza clinica con le seguenti sostanze:
cimetidina, warfarin, furosemide, digossina, atenololo,
indometacina, idroclorotiazide, amlodipina,
glibenclamide.
Alcune di queste sostanze possono interagire con la
componente idroclorotiazide di Dafiro HCT (vedere le
interazioni relative a HCT).

 

04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina.

Gravidanza

Amlodipina

Dati su un numero limitato di gravidanze non hanno mostrato eventi avversi di amlodipina e di altri calcioantagonisti sulla salute del feto. Tuttavia ci può essere un rischio di prolungamento del parto.

Valsartan

L'uso degli antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

E' noto che nella donna l'esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda il rischio di ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Idroclorotiazide

L'esperienza sull'uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre, è limitata. Gli studi condotti su animali sono insufficienti.

L'idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo d'azione farmacologico dell'idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell'equilibrio elettrolitico e trombocitopenia e può essere associato ad altre reazioni avverse che si sono presentate negli adulti.

Amlodipina/valsartan/idroclorotiazide

Non vi è esperienza sull'uso di Dafiro HCT in donne in gravidanza. Sulla base dei dati disponibili sui principi attivi, l'uso di Dafiro HCT non è raccomandato durante il primo trimestre e controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Allattamento Non sono disponibili dati riguardanti l'uso di valsartan e/o amlodipina durante l'allattamento. L'idroclorotiazide viene escreta nel latte materno. Pertanto non è raccomandato l'uso di Dafiro HCT durante l'allattamento. Sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina.

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. In caso di guida di veicoli o di utilizzo di macchinari si deve considerare la possibilità di occasionali capogiri o di stanchezza.

04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina.

Il profilo di sicurezza di Dafiro HCT di seguito presentato si basa su studi clinici condotti con Dafiro HCT e sul noto profilo di sicurezza dei singoli componenti amlodipina, valsartan e idroclorotiazide.

Informazioni su Dafiro HCT La sicurezza di Dafiro HCT è stata valutata alla dose massima di 10 mg/320 mg/25 mg in uno studio clinico controllato a breve termine (8 settimane) in 2.271 pazienti, di cui 582 trattati con valsartan in combinazione con amlodipina e idroclorotiazide. Le reazioni avverse sono state generalmente di natura lieve e transitoria e solo infrequentemente si è resa necessaria l'interruzione della terapia. In questo studio clinico con controllo attivo le motivazioni più comuni per l'interruzione della terapia con Dafiro HCT sono state capogiri e ipotensione (0,7%).

Nello studio clinico controllato della durata di 8 settimane, non sono state osservate reazioni avverse rilevanti nuove o inattese con il trattamento di triplice terapia rispetto agli effetti noti dei componenti in monoterapia o in duplice terapia.

Nello studio clinico controllato della durata di 8 settimane, le variazioni dei parametri di laboratorio osservate con la combinazione di Dafiro HCT sono state minori e consistenti con il meccanismo d'azione farmacologico degli agenti in monoterapia. La presenza di valsartan nella triplice combinazione ha attenuato l'effetto ipokaliemico dell'idroclorotiazide.

Le seguenti reazioni avverse, elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e sulla frequenza, riguardano Dafiro HCT (amlodipina/valsartan/HCT) e singolarmente amlodipina, valsartan e HCT. Molto comune: ≥1/10; comune: ≥1/100 a <1/10; non comune: ≥1/1.000 a <1/100; raro: ≥1/10.000 a <1/1.000; molto raro: <1/10.000, non nota (la frequenza non puo essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazioni avverse Frequenza
Dafiro HCT Amlodipina Valsartan HCT
Patologie del sistema emolinfopoietico Agranulocitosi, depressione del midollo osseo -- -- Molto raro
Diminuzione dell'emoglobina e dell'ematocrito -- -- Non nota --
Anemia emolitica -- -- -- Molto raro
Leucopenia -- Molto raro -- Molto raro
Neutropenia -- -- Non nota --
Trombocitopenia -- Molto raro Non nota Raro
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità -- Molto raro Non nota Molto raro
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia Non comune - -- --
Ipercalcemia Non comune -- -- Raro
Iperglicemia -- Molto raro -- Raro
Iperlipidemia Non comune -- -- --
Iperuricemia Non comune -- -- Non comune
Alcalosi ipocloremica -- -- -- Molto raro
Ipokaliemia Comune -- -- Comune
Ipomagnesiemia -- -- -- Non comune
Iponatremia Non comune -- -- Non comune
Disturbi psichiatrici Depressione -- -- -- Raro
Insonnia/disturbi del sonno Non comune Non comune -- Raro
Variazioni dell'umore -- Non comune --
Patologie del sistema nervoso Coordinazione anormale Non comune -- -- --
Capogiri Comune Comune -- Raro
Capogiri posturali, capogiri da sforzo Non comune -- -- --
Disgeusia Non comune Non comune -- --
Sindrome extrapiramidale -- Non nota -- --
Cefalea Comune Comune -- Raro
Ipertonia -- Molto raro -- --
Letargia Non comune -- -- --
Parestesia Non comune Non comune -- Raro
Neuropatia periferica, neuropatia Non comune Molto raro -- --
Sonnolenza Non comune Comune -- --
Sincope Non comune Non comune -- --
Tremore -- Non comune -- --
Patologie dell'occhio Disturbi della visione Non comune Non comune -- Non comune
Patologie dell'orecchio e del labirinto Tinnito -- Non comune -- --
Vertigini Non comune -- Non comune --
Patologie cardiache Palpitazioni -- Comune -- --
Tachicardia Non comune -- -- --
Aritmia (compreso bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale) -- Molto raro -- Raro
Infarto miocardico -- Molto raro -- --
Patologie vascolari Vampate -- Comune -- --
Ipotensione Comune Non comune -- --
Ipotensione ortostatica Non comune -- -- Non comune
Flebite, tromboflebite Non comune -- -- --
Vasculite -- Molto raro Non nota --
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Non comune Molto raro Non comune --
Dispnea Non comune Non comune -- --
Difficoltà respiratoria, edema polmonare, Polmonite -- -- -- Molto raro
Rinite -- Non comune -- --
Irritazione alla gola Non comune -- -- --
Patologie gastrointestinali Disturbi addominali, dolore addominale superiore Non comune Comune Non comune Raro
Respiro maleodorante Non comune -- -- --
Abitudini intestinali modificate -- Non comune -- --
Stitichezza -- -- -- Raro
Diminuzione dell'appetito -- -- -- Non comune
Diarrea Non comune Non comune -- Raro
Bocca secca Non comune Non comune -- --
Dispepsia Comune Non comune -- --
Gastrite -- Molto raro -- --
Iperplasia gengivale -- Molto raro -- --
Nausea Non comune Comune -- Non comune
Pancreatite -- Molto raro -- Molto raro
Vomito Non comune Non comune -- Non comune
Patologie epatobiliari Innalzamento degli enzimi epatici, compreso aumento della bilirubina sierica -- Molto raro Non nota --
Epatite -- Molto raro -- --
Colestasi intraepatica, ittero -- Molto raro -- Raro
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia -- Non comune --
Angioedema -- Molto raro Non nota --
Reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo -- -- -- Molto raro
Eritema multiforme -- Molto raro -- --
Esantema -- Non comune -- --
Iperidrosi Non comune Non comune -- --
Reazione da fotosensibilità* -- -- -- Raro
Prurito Non comune Non comune Non nota --
Porpora -- Non comune -- Raro
Eruzione cutanea -- Non comune Non nota Non comune
Scolorimento della cute -- Non comune -- --
Orticaria -- Molto raro -- Non comune
Vasculite necrotizzante e necrolisi epidermica tossica -- -- -- Molto raro
Patologie del sistema muscoloscheletri co e del tessuto connettivo Artralgia -- Non comune -- --
Dolore alla schiena Non comune Non comune -- --
Gonfiore articolare Non comune -- -- --
Spasmo muscolare Non comune Non comune -- --
Debolezza muscolare Non comune -- -- --
Mialgia Non comune Non comune Non nota --
Dolore alle estremità Non comune -- -- --
Patologie renali e urinarie Innalzamento della creatinina sierica Non comune -- Non nota --
Disturbi della minzione Non comune
Nicturia -- Non comune -- --
Pollakiuria Comune Non comune
Insufficienza renale acuta Non comune -- -- --
Insufficienza e compromissione renale -- -- Non nota Raro
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune Non comune -- Non comune
Ginecomastia Non comune -- --
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Abasia, disturbo di andatura Non comune -- -- --
Astenia Non comune Non comune -- --
Disagio, malessere Non comune Non comune -- --
Affaticameno Comune Comune Non comune --
Dolore toracico non cardiaco Non comune Non comune -- --
Edema Comune Comune -- --
Dolore -- Non comune -- --
Esami diagnostici Aumento dei lipidi -- Comune
Aumento dell'azoto ureico nel sangue Non comune -- -- --
Aumento dell'acido urico nel sangue Non comune -- --
Glicosuria Raro
Diminuzione del potassio sierico Non comune -- -- --
Aumento del potassio sierico -- -- Non nota --
Aumento di peso Non comune Non comune -- --
Diminuzione di peso -- Non comune -- --

* vedere paragrafo 4.4 Fotosensibilità

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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina.

Sintomi Non si ha esperienza di sovradosaggio con Dafiro HCT. Il principale sintomo di sovradosaggio con valsartan potrebbe essere una marcata ipotensione con capogiri. Il sovradosaggio con amlodipina può portare ad una eccessiva vasodilatazione periferica ed, eventualmente, a tachicardia riflessa. Con amlodipina è stata riportata marcata e potenzialmente prolungata ipotensione sistemica inclusi casi di shock ad esito fatale.

Trattamento

Amlodipina/Valsartan/Idroclorotiazide

Un'ipotensione clinicamente significativa dovuta a sovradosaggio di Dafiro HCT richiede un attivo sostegno cardiovascolare, comprendente il monitoraggio frequente della funzione cardiaca e respiratoria, l'innalzamento delle estremità e il monitoraggio dei fluidi circolanti e della diuresi. Per il ristabilimento del tono vascolare e della pressione arteriosa può essere di aiuto un vasocostrittore, qualora non vi siano controindicazioni al suo impiego. La somministrazione per via endovenosa di calcio gluconato può rivelarsi utile nel neutralizzare gli effetti del blocco dei canali del calcio.

Amlodipina

In caso di assunzione recente devono essere considerati l'induzione di vomito o la lavanda gastrica. E' stato dimostrato che la somministrazione di carbone attivo a volontari sani, immediatamente o entro due ore dall'assunzione di amlodipina, riduce in maniera significativa l'assorbimento di amlodipina. E' improbabile che l'amlodipina venga rimossa dall'emodialisi.

Valsartan

E' improbabile che valsartan venga rimosso dall'emodialisi.

Idroclorotiazide

Il sovradosaggio con idroclorotiazide è associato a deplezione di elettroliti (ipokaliemia, ipocloremia) e ipovolemia causate da eccessiva diuresi. I segni e sintomi di sovradosaggio più comuni sono nausea e sonnolenza. L'ipokaliemia può indurre spasmi muscolari e/o accentuare aritmie cardiache associate all'uso concomitante di glicosidi della digitale o di certi medicinali antiaritmici. Non è stato stabilito il grado di rimozione dell'idroclorotiazide mediante emodialisi.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina.

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina.

Categoria farmacoterapeutica: Antagonisti dell'angiotensina II, non associati (valsartan), associazioni con derivati diidropiridinici (amlodipina) e diuretici tiazidici (idroclorotiazide), codice ATC: C09DX01 valsartan, amlodipina e idroclorotiazide.

Dafiro HCT associa tre farmaci antiipertensivi con meccanismo complementare per controllare la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione essenziale: l'amlodipina appartiene alla classe dei calcio antagonisti ed il valsartan alla classe dei medicinali antagonisti dei recettori dell'angiotensina II e l'idroclorotiazide appartiene alla classe dei medicinali diuretici tiazidici. L'associazione di queste sostanze ha un effetto antiipertensivo additivo.

Amlodipina/Valsartan/Idroclorotiazide

Dafiro HCT è stato studiato in uno studio in doppio cieco, controllato verso attivo condotto in pazienti ipertesi. Un totale di 2.271 pazienti con ipertensione da moderata a severa (la pressione sistolica/diastolica media al basale era 170/107 mmHg) ha ricevuto trattamenti di amlodipina/valsartan/idroclorotiazide 10 mg/320 mg/25 mg, valsartan/ idroclorotiazide 320 mg/25 mg, amlodipina/valsartan 10 mg/320 mg, or idroclorotiazide /amlodipine 25 mg/10 mg. All'inizio dello studio ai pazienti venivano assegnate le dosi più basse del loro trattamento di combinazione, e aumentate gradualmente fino al pieno dosaggio entro la settimana 2.

Alla settimana 8, le riduzioni medie della pressione sistolica/diastolica sono state 39,7/24,7 mmHg con Dafiro HCT, 32,0/19,7 mmHg con valsartan/idroclorotiazide, 33,5/21,5 mmHg con amlodipina/valsartan, e 31,5/19,5 mmHg con amlodipina/idroclorotiazide. La terapia di triplice combinazione è stata statisticamente superiore nel ridurre la pressione sistolica e diastolica ad entrambi i trattamenti di duplice combinazione. Le riduzioni della pressione sistolica/diastolica con HCT sono state di 7,6/5,0 mmHg superiori a valsartan/idroclorotiazide, 6,2/3,3 mmHg superiori a amlodipina/valsartan, e 8,2/5,3 mmHg superiori a amlodipina/idroclorotiazide. L'effetto completo di abbassamento della pressione è stato raggiunto dopo 2 settimane di trattamento con la dose individuale massima di Dafiro HCT. Statisticamente il controllo pressorio (<140/90 mmHg) è stato raggiunto con Dafiro HCT da un'alta percentuale di pazienti (71%) rispetto a ciascuna delle tre terapie di duplice combinazione (45-54%) (p<0,0001).

In un sottogruppo di 283 pazienti focalizzato sul controllo ambulatoriale della pressione, sono state osservate riduzioni della pressione sistolica e diastolica nelle 24 ore clinicamente e statisticamente superiori con la triplice combinazione rispetto a valsartan/idroclorotiazide, valsartan/amlodipina, e idroclorotiazide/amlodipina.

Amlodipina

La componente amlodipina di Dafiro HCT inibisce il flusso transmembrana degli ioni calcio all'interno della muscolatura liscia cardiaca e vasale. Il meccanismo dell'azione antiipertensiva dell'amlodipina è dovuto ad un effetto rilassante diretto sulla muscolatura liscia vasale, con conseguente riduzione della resistenza vascolare periferica e della pressione arteriosa. I risultati sperimentali suggeriscono che l'amlodipina si lega sia ai siti di legame diidropiridinici che a quelli non-diidropiridinici. I processi contrattili della muscolatura cardiaca e della muscolatura liscia vasale dipendono dal passaggio degli ioni calcio extracellulari all'interno di queste cellule attraverso specifici canali ionici.

A seguito della somministrazione di dosi terapeutiche a pazienti ipertesi, l'amlodipina determina vasodilatazione, con conseguente riduzione della pressione clinostatica ed ortostatica. Con la somministrazione cronica, queste riduzioni della pressione arteriosa non sono accompagnate da variazioni significative della frequenza cardiaca o dei livelli di catecolamine plasmatiche.

Le concentrazioni plasmatiche sono correlate all'effetto sia in pazienti giovani che anziani.

In pazienti ipertesi con normale funzionalità renale, dosi terapeutiche di amlodipina hanno portato ad una diminuzione della resistenza vascolare renale e ad aumenti della velocità di filtrazione glomerulare e del flusso plasmatico renale effettivo, senza modifiche della frazione di filtrazione o della proteinuria.

Valsartan

Valsartan è un antagonista potente e specifico dei recettori dell'angiotensina II, attivo per via orale. Agisce selettivamente sul sottotipo recettoriale AT1, responsabile degli effetti dell'angiotensina II.

La somministrazione di valsartan a pazienti affetti da ipertensione induce una riduzione della pressione arteriosa senza alterare la frequenza cardiaca.

Nella maggior parte dei pazienti, dopo la somministrazione di una dose singola per via orale, l'inizio dell'attività antiipertensiva si verifica entro 2 ore ed il picco di riduzione pressoria viene raggiunto entro 4-6 ore. L'effetto antiipertensivo persiste per oltre 24 ore dopo la somministrazione. In caso di somministrazione ripetuta, con qualsiasi dose, la riduzione massima della pressione arteriosa viene generalmente ottenuta entro 2-4 settimane.

Idroclorotiazide

Il sito d'azione dei diuretici tiazidici è prevalentemente nel tubulo contorto distale renale. E' stata dimostrata la presenza di un recettore ad alta affinità nella corteccia renale che è risultato il sito primario di legame per l'azione dei diuretici tiazidici e l'inibizione del trasporto di NaCl nel tubulo contorto distale. Il meccanismo d'azione dei tiazidici si attua attraverso l'inibizione del co-trasporto di Na+Cl-, forse per competizione con il sito del Cl-, influenzando quindi il meccanismo di riassorbimento degli elettroliti: aumentando direttamente l'escrezione del sodio e del cloro in quantità equivalenti e, indirettamente, riducendo il volume plasmatico mediante questa azione diuretica, con un conseguente aumento dell'attività della renina plasmatica, della secrezione dell'aldosterone e della perdita del potassio urinario ed una diminuzione del potassio sierico.

L'Agenzia Europea dei Medicinali ha derogato dall'obbligo di presentare i risultati di studi con Dafiro HCT nell'ipertensione essenziale in tutte le sottoclassi della popolazione pediatrica. Vedere paragrafo

4.2
  • per informazioni sull'uso pediatrico.
5.2
  • Proprietà farmacocinetiche

Linearità Amlodipina, valsartan e idroclorotiazide presentano una farmacocinetica lineare.

Amlodipina/valsartan/idroclorotiazide

Dopo somministrazione orale di Dafiro HCT in adulti sani, il picco delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide si raggiunge rispettivamente in 6-8 ore, 3 ore e 2 ore. La velocità e l'estensione dell'assorbimento di amlodipina, valsartan e idroclorotiazide da Dafiro HCT sono le stesse di quando somministrati come forme di dosaggio individuale.

Amlodipina Assorbimento: Dopo somministrazione orale di dosi terapeutiche di amlodipina da sola, il picco di concentrazione plasmatica di amlodipina viene raggiunto in 6-12 ore. La biodisponibilità assoluta è stata calcolata essere tra 64% e 80%. La biodisponibilità di amlodipina non è influenzata dall'ingestione di cibo.

Distribuzione: Il volume di distribuzione è circa 21 l/kg. Studi in vitro con amlodipina hanno dimostrato che circa il 97,5% del farmaco in circolo è legato alle proteine plasmatiche.

Biotrasfornazione: L'amlodipina è estesamente (circa il 90%) metabolizzata nel fegato a metaboliti attivi.

Eliminazione: L'eliminazione di amlodipina dal plasma è bifasica, con un'emivita finale di eliminazione da 30 a 50 ore circa. Livelli plasmatici allo stato stazionario sono raggiunti dopo 7-8 giorni di somministrazione continua. Il dieci per cento dell'amlodipina originale ed il 60% dei metaboliti dell'amlodipina sono escreti nell'urina.

Valsartan Assorbimento: Dopo somministrazione orale di valsartan da solo, il picco di concentrazione plasmatica di valsartan viene raggiunto in 2-4 ore. La biodisponibilità assoluta media è del 23%. Il cibo diminuisce l'esposizione (misurata mediante l'AUC) a valsartan di circa il 40% e il picco di concentrazione plasmatica (Cmax) di circa il 50%, sebbene dopo circa 8 ore dalla somministrazione del farmaco le concentrazioni plasmatiche di valsartan siano simili sia nei soggetti a digiuno sia in quelli non a digiuno. Tuttavia, questa riduzione dell'AUC non è accompagnata da una riduzione clinicamente significativa dell'effetto terapeutico e valsartan può quindi essere somministrato sia con che senza cibo.

Distribuzione: Dopo somministrazione endovenosa, il volume di distribuzione allo stato stazionario è di circa 17 litri, a dimostrazione che valsartan non si distribuisce estesamente nei tessuti. Valsartan è fortemente legato alle proteine plasmatiche (94-97%), principalmente all'albumina sierica.

Biotrasformazione: Valsartan non viene estesamente metabolizzato, in quanto solo il 20% della dose viene ritrovata sotto forma di metaboliti. Nel plasma sono state identificate basse concentrazioni di un metabolita idrossilato (meno del 10% dell'AUC di valsartan). Questo metabolita è farmacologicamente inattivo.

Eliminazione: Valsartan viene eliminato soprattutto nelle feci (circa 83% della dose) e nell'urina (circa 13% della dose), principalmente come farmaco immodificato. Dopo somministrazione endovenosa, la clearance plasmatica di valsartan è di circa 2 l/ora e la sua clearance renale è 0,62 l/ora (circa il 30% della clearance totale). L'emivita di valsartan è di 6 ore.

Idroclorotiazide Assorbimento: Dopo somministrazione per via orale l'idroclorotiazide viene rapidamente assorbita (tmaxcirca 2 ore). Nell'intervallo terapeutico, l'aumento dell'AUC media è lineare e proporzionale alla dose. Non si manifesta alcuna alterazione della cinetica dell'idroclorotiazide in seguito a somministrazione ripetuta e l'accumulo è minimo quando il farmaco viene somministrato una volta al giorno. La somministrazione contemporanea di cibo può aumentare o diminuire la disponibilità sistemica dell'idroclorotiazide, in confronto ai soggetti a digiuno. L'entità di questi effetti è minima e riveste una limitata importanza clinica. Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità assoluta dell'idroclorotiazide è del 60-80%.

Distribuzione: Il volume apparente di distribuzione è di 4-8 l/kg L'idroclorotiazide circolante è legata alle proteine sieriche (40-70%), principalmente all'albumina sierica. L'idroclorotiazide si accumula anche negli eritrociti in quantità circa 1,8 volte superiori rispetto ai livelli plasmatici.

Biotrasformazione: L'idroclorotiazide è eliminata come farmaco immodificato.

Eliminazione: Più del 95% della dose assorbita è stata escreta come composto immodificato nell'urina. La clearance renale è dovuta alla filtrazione passiva e alla secrezione attiva nel tubulo renale. L'emivita terminale è di 6-15 ore.

Popolazioni particolari

Pazienti pediatrici (età inferiore a 18 anni)

Non sono disponibili dati di farmacocinetica nella popolazione pediatrica.

Anziani (65 anni di età ed oltre)

Il tempo necessario a raggiungere il picco di concentrazione plasmatica di amlodipina è simile in pazienti giovani ed anziani. Nei pazienti anziani, la clearance di amlodipina tende a diminuire, determinando un aumento dell'area sotto la curva (AUC) e dell'emivita di eliminazione. L'AUC sistemica media del valsartan è superiore del 70% negli anziani rispetto ai giovani, è necessaria quindi cautela quando si aumentano le dosi.

L'esposizione sistemica a valsartan è di poco maggiore negli anziani rispetto ai giovani, ma ciò sembra non avere una rilevanza clinica.

Dati limitati suggeriscono che la clearance sistemica dell'idroclorotiazide sia ridotta negli anziani sia sani che ipertesi, rispetto ai volontari sani giovani.

Si raccomandano normali schemi posologici in quanto i tre componenti risultano ugualmente ben tollerati nei pazienti giovani e anziani. (vedere paragrafo 4.2).

Insufficienza renale

La farmacocinetica dell'amlodipina non è significativamente influenzata dall'insufficienza renale. Come prevedibile per un farmaco la cui clearance renale rappresenta solo il 30% della clearance plasmatica totale, non è stata osservata alcuna correlazione tra la funzionalità renale e l'esposizione sistemica a valsartan.

I pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata possono quindi ricevere la dose iniziale usuale (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Insufficienza epatica

La clearance dell'amlodipina è inferiore nei pazienti con insufficienza epatica, con conseguente aumento dell'AUC di circa il 40-60%. In media, in pazienti con malattia epatica cronica da lieve a moderata, l'esposizione a valsartan (misurata mediante i valori di AUC) è il doppio rispetto a quella riscontrata nei volontari sani (confrontati per età, sesso e peso). Nei pazienti con malattia epatica si deve prestare cautela (vedere paragrafo 4.2).

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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina.

05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina.

Vari studi preclinici di sicurezza condotti in diverse specie animali con amlodipina, valsartan, idroclorotiazide, valsartan/idroclorotiazide, amlodipina/valsartan e amlodipina/valsartan/idroclorotiazide (Dafiro HCT), non è stata evidenziata tossicità sistemica o di organi-bersaglio tale da poter influenzare negativamente lo sviluppo di Dafiro HCT per l'uso clinico nell'uomo.

Sono stati condotti studi preclinici di sicurezza della durata fino a 13 settimane nei ratti con amlodipina/valsartan/idroclorotiazide. L'associazione ha prodotto una riduzione attesa della massa cellulare dei globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito e reticolociti), un aumento dell'urea sierica, un aumento della creatinina sierica, un aumento del potassio sierico, iperplasia juxtaglomerulare (JG) nel rene e erosioni focali nello stomaco ghiandolare nei ratti. Tutte queste modifiche sono risultate reversibili dopo un periodo di recupero di 4 settimane e sono state considerate come effetti farmacologici eccessivi.

La combinazione di amlodipina/valsartan/idroclorotiazide non è stata valutata per la genotossicità o per la carcinogenicità in quanto non c'è stata evidenza di alcuna interazione tra queste sostanze, che sono presenti sul mercato da lungo tempo. L'amlodipina, valsartan e idroclorotiazide sono state comunque valutate singolarmente per la genotossicità e la carcinogenicità con risultati negativi.

06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina.

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina.

Nucleo della compressa Cellulosa microcristallina Crospovidone Silice colloidale anidra Magnesio stearato

Rivestimento Ipromellosa Titanio diossido (E171) Macrogol 4000 Talco

06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina.

Non pertinente.

06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina.

18 mesi

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina.

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.

06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina.

Blister di PVC/PVDC. Un blister contiene 7, 10 o 14 compresse rivestite con film. Confezioni: 14, 28, 30, 56, 90, 98 o 280 compresse rivestite con film. Confezioni multiple da 280 compresse, costituite da 20 scatole, contenenti ciascuna 14 compresse.

Blister divisibili per dose unitaria di PVC/PVDC per uso ospedaliero: Confezioni: 56, 98 o 280 compresse rivestite con film Confezioni multiple da 280 compresse costituite da 4 scatole, contenenti ciascuna 70 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni o i dosaggi siano commercializzati.

06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina.

Nessuna istruzione particolare.

07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina.

08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina.

09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina.

10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina.