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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

KOLIBRI


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Una compressa rivestita con film contiene: 37,5 mg di Tramadolo cloridrato e 325 mg di Paracetamolo.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compresse rivestite con film.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

KOLIBRI è indicato per il trattamento sintomatico del dolore acuto da lieve a moderato.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Posologia

Adulti e adolescenti (età superiore a 12 anni)

L‘uso di KOLIBRI deve essere riservato a quei pazienti in cui è richiesta l’associazione di tramadolo e paracetamolo per il trattamento del dolore.

Il dosaggio dovrebbe essere personalizzato in relazione all’intensità del dolore ed alla risposta del paziente.

Il dosaggio iniziale raccomandato di KOLIBRI è di 2 compresse. Se necessario, possono essere somministrate ulteriori dosi fino a 8 compresse al giorno (equivalenti a 300 mg di tramadolo e 2600 mg di paracetamolo).

L’intervallo fra le somministrazioni non deve essere inferiore a 6 ore.

KOLIBRI non deve essere somministrato in nessun caso per un periodo di tempo superiore a quello strettamente necessario (vedere anche paragrafo 4.4 – “Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso”). Se, data la natura e la gravità della malattia, è richiesto un trattamento analgesico ripetuto o a lungo termine con KOLIBRI, deve essere effettuato un monitoraggio attento e regolare (con periodi di sospensione del trattamento quando possibile) in modo da valutare se è necessaria la continuazione della terapia.

Bambini

La sicurezza ed efficacia di KOLIBRI non sono state valutate in bambini di età inferiore a 12 anni. Quindi, il trattamento non è raccomandato in questa fascia d’età.

Anziani

Può essere utilizzato il dosaggio consigliato anche se si dovrebbe considerare che nei volontari con età superiore a 75 anni, l’emivita di eliminazione del tramadolo aumenta del 17% dopo somministrazione orale. Nei pazienti con età superiore a 75 anni, l’intervallo minimo di somministrazione non dovrebbe essere inferiore alle 6 ore, a causa della presenza di tramadolo.

Pazienti con insufficienza renale

A causa della presenza del tramadolo, l’uso di KOLIBRI non è raccomandato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 10 ml/min). In caso di insufficienza renale moderata (clearance della creatinina compresa tra 10 e 30 ml/min) l’intervallo di somministrazione deve essere aumentato a 12 ore. Dato che tramadolo viene rimosso molto lentamente con l’emodialisi o con l’emofiltrazione,   per mantenere l’analgesia, di solito non è necessaria una   somministrazione post dialisi.

Pazienti con insufficienza epatica

In pazienti con insufficienza epatica grave, KOLIBRI non dovrebbe esser utilizzato (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”). In caso di insufficienza moderata, si deve considerare attentamente il prolungamento dell’intervallo di somministrazione (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).

Modo di somministrazione

Uso orale.

Le compresse devono essere deglutite intere con una sufficiente quantità di liquidi. Non devono essere rotte o masticate.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto (vedere paragrafo 6.1 “Elenco degli eccipienti”);

Intossicazione acuta da alcool, farmaci ipnotici, analgesici centrali, oppioidi o sostanze psicotrope;

KOLIBRI non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con inibitori delle monoaminossidasi o che li hanno assunti nelle ultime 2 settimane (vedere paragrafo 4.5 “Interazioni con altri farmaci o altre forme di interazione”);

Insufficienza epatica grave;

Epilessia non controllata dal trattamento (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Avvertenze

Negli adulti e nei ragazzi con età superiore a 12 anni non deve essere superato il dosaggio massimo di 8 compresse di KOLIBRI. Per evitare problemi di sovradossaggio, si deve consigliare al paziente di non superare il dosaggio raccomandato e di non utilizzare contemporaneamente altri farmaci contenenti paracetamolo (inclusi i prodotti da banco) o tramadolo senza il parere di un medico.

In caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 10 ml/min), l’uso di KOLIBRI non è raccomandato.

In pazienti con grave insufficienza epatica, KOLIBRI non deve essere usato (vedere punto 4.3 “Controindicazioni”). Il rischio di un sovradosaggio di paracetamolo è maggiore in pazienti   con epatopatia alcolica non cirrotica. In caso di insufficienza moderata, dovrebbe essere considerato attentamente il prolungamento dell’intervallo di somministrazione.

KOLIBRI non è raccomandato in caso di grave insufficienza respiratoria.

Il tramadolo non è adatto per il trattamento sostitutivo in pazienti con dipendenza agli oppioidi. Il tramadolo, sebbene sia un agonista degli oppioidi, non è in grado di sopprimere i sintomi da sospensione da morfina.

Sono state osservate convulsioni in pazienti predisposti o in trattamento con farmaci che possono abbassare la soglia convulsiva, in particolare inibitori selettivi del re–uptake della serotonina, antidepressivi triciclici, antipsicotici, analgesici centrali o anestetici locali.  Pazienti epilettici in buon controllo farmacologico o pazienti predisposti a convulsioni devono essere trattati con KOLIBRI solo se assolutamente necessario. Sono state riportate convulsioni in pazienti in trattamento con tramadolo alle dosi consigliate. Il rischio può aumentare se si superano le dosi consigliate di tramadolo.

Non è raccomandato l’uso concomitante di oppioidi agonisti-antagonisti (nalbufina, buprenorfina, pentazocina) (vedere punto 4.5 Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione).

Precauzioni d’impiego

KOLIBRI deve essere usato con cautela in pazienti tossicodipendenti, in pazienti con trauma cranico, in pazienti con tendenza agli attacchi convulsivi, disturbi del tratto biliare, in stato di shock, in pazienti con alterazioni dello stato di coscienza per cause sconosciute, in pazienti con disturbi del centro del respiro o della funzione respiratoria, in pazienti con un aumento della pressione endocranica.

In alcuni pazienti il sovradosaggio di paracetamolo può causare tossicità epatica.

Ai dosaggi terapeutici il tramadolo può potenzialmente causare sintomi di astinenza. Raramente sono stati riportati casi di dipendenza e di abuso (vedere paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”).

I sintomi da astinenza, simili a quelli indotti dagli oppioidi, sono: agitazione, ansia, nervosismo, insonnia, ipercinesia, tremore e sintomi gastrointestinali. Altri sintomi, osservati molto raramente dopo brusca sospensione del tramadolo, includono: attacchi di panico, ansia grave, allucinazioni, parestesie, tinnito e sintomi inusuali a carico del SNC.

È stato riportato, in uno studio, un aumento dei ricordi intraoperatori a seguito della somministrazione di tramadolo durante un’anestesia generale con enfluorano e ossido d’azoto. Fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni, deve essere evitato l’uso di tramadolo in corso di anestesia.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

È controindicato l’uso concomitante di:

- Inibitori non selettivi delle monoaminossidasi

Rischio di sindrome serotoninergica: diarrea, tachicardia, sudorazione, tremori, confusione e coma.

- Inibitori selettivi delle monoaminossidasi A

Estrapolazione da inibitori non selettivi delle monoaminossidasi

Rischio di sindrome serotoninergica: diarrea, tachicardia, sudorazione, tremori, confusione e coma.

- Inibitori selettivi delle monoaminossidasi B

Sintomi di eccitazione centrale che evocano una sindrome serotoninergica: diarrea, tachicardia, sudorazione, tremori, confusione e coma.

In caso di recente terapia con inibitori delle monoaminossidasi, devono trascorrere 2 settimane prima del trattamento con tramadolo.

Non è raccomandato l’uso concomitante di:

- Alcool

L’alcool aumenta l’effetto sedativo degli analgesici oppioidi.

L’effetto sul livello di attenzione può rendere pericolosa la guida di veicoli o l’uso di macchinari.

Evitare l’assunzione di bevande alcoliche e di medicinali contenenti alcool.

- Carbamazepina ed altri induttori enzimatici

Rischio di riduzione dell’efficacia e di una minor durata d’azione, dovuta a diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di tramadolo.

- Oppioidi agonisti–antagonisti (buprenorfina, nalbufina, pentazocina)

Riduzione dell’effetto analgesico conseguente al blocco competitivo dei recettori, con rischio di comparsa di sindrome da astinenza.

Usi concomitanti che devono essere presi in considerazione:

- In casi isolati è stata segnalata Sindrome Serotoninergica in connessione temporale con l’uso terapeutico di tramadolo in associazione a farmaci serotoninergici, quali gli inibitori selettivi del re–uptake di serotonina (SSRIs) e triptani. Sintomi della Sindrome Serotoninergica possono essere ad esempio, confusione, agitazione, febbre, sudorazione, atassia, iperriflessia, mioclono e diarrea.

- Altri derivati degli oppioidi (inclusi farmaci antitosse e trattamenti sostitutivi), benzodiazepine e barbiturici.

Aumento del rischio di depressione respiratoria che può essere fatale in caso di sovradosaggio.

- Altri farmaci sedativi del sistema nervoso centrale come i derivati degli oppioidi (inclusi farmaci antitosse e trattamenti sostitutivi), barbiturici, benzodiazepine, altri ansiolitici, ipnotici, antidepressivi sedativi, antistaminici sedativi, neurolettici, farmaci antiipertensivi ad effetto centrale, talidomide, baclofene.

Questi farmaci possono causare un aumento della depressione centrale. L’effetto sul livello di attenzione può rendere pericolosa la guida di veicoli o l’uso di macchinari.

- Per una corretta prassi clinica, si dovrebbe effettuare una periodica valutazione del tempo di protrombina qualora KOLIBRI sia utilizzato contemporaneamente a farmaci warfarino simili, in quanto è stato riportato aumento dei valori di INR.

- Altri farmaci noti come inibitori del CYP3A4, quali ketoconazolo e eritromicina, potrebbero inibire il metabolismo di tramadolo (N-dealchilazione) e probabilmente anche il metabolismo del metabolita attivo O-demetilato. La rilevanza clinica di tale interazione non è stata studiata.

- Farmaci che riducono la soglia convulsiva, come bupropione, antidepressivi inibitori del re–uptake della serotonina, antidepressivi triciclici e neurolettici. L’uso concomitante di tramadolo con questi farmaci può aumentare il rischio di convulsioni.

- La velocità di assorbimento di paracetamolo può essere aumentata da metoclopramide e domperidone o ridotta da colestiramina.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza

KOLIBRI è un’associazione fissa di principi attivi che includono il tramadolo, pertanto non deve essere usato durante la gravidanza.

- Dati riguardanti il paracetamolo:

i risultati degli studi epidemiologici nell’uomo non hanno mostrato effetti teratogeni o fetotossici del paracetamolo utilizzato alle dosi raccomandate.

- Dati riguardanti il tramadolo:

il tramadolo non deve essere usato in gravidanza in quanto non vi sono sufficienti dati per stabilirne la sicurezza. Il tramadolo somministrato prima o durante il parto non influenza la motilità uterina. Nei neonati può modificare la frequenza respiratoria in modo, generalmente, non clinicamente rilevante.

Allattamento

KOLIBRI è un’associazione fissa di principi attivi che includono il tramadolo, pertanto non deve essere usato durante l’allattamento.

- Dati riguardanti il paracetamolo:

il paracetamolo viene escreto nel latte materno ma non in quantità clinicamente rilevanti. I dati pubblicati disponibili non portano a controindicare l’utilizzo di medicinali contenenti paracetamolo, come unico ingrediente, durante l’allattamento.

- Dati riguardanti il tramadolo:

il tramadolo ed i suoi metaboliti sono riscontrabili in piccole quantità nel latte materno. Il neonato può assorbire circa lo 0,1% della dose somministrata alla madre. Il tramadolo non deve essere utilizzato durante l’allattamento.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Il tramadolo può causare sonnolenza e vertigini, che possono essere aggravate dall’alcool o da altri farmaci ad azione depressiva sul SNC. In tal caso il paziente non deve guidare o utilizzare macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Gli effetti indesiderati riportati più frequentemente durante gli studi clinici effettuati con l’associazione tramadolo/ paracetamolo sono stati nausea, vertigini e sonnolenza, osservati in più del 10% di pazienti.

Disturbi cardiovascolari:

Non comuni (0,1 – 1%): ipertensione, palpitazioni, tachicardia, aritmia.

Disturbi del sistema nervoso centrale e periferico:

Molto comuni (>10%): vertigini, sonnolenza.

Comuni (1 – 10%): cefalea e tremori.

Non comuni (0,1 – 1%): contrazioni muscolari involontarie e parestesie, tinnito.

Rari (<0,1%): atassia, convulsioni.

Disturbi psichiatrici:

Comuni (1–10%): confusione, alterazioni dell’umore (ansia, nervosismo, euforia), disturbi del sonno.

Non comuni (0,1 – 1%): depressione, allucinazioni, incubi, amnesia.

Rari (<0,1%): farmaco dipendenza.

Disturbi visivi:

Rari (<0,1%): visione confusa.

Disturbi del tratto respiratorio:

Non comuni (0,1 – 1%): dispnea.

Disturbi gastrointestinali:

Molto comuni (>10%): nausea.

Comuni (1–10%): vomito, stipsi, secchezza delle fauci, diarrea, dolore addominale, dispepsia, flatulenza.

Non comuni (0,1 – 1%): disfagia, melena.

Disturbi epato–biliari:

Non comuni (0,1 – 1%): aumento delle transaminasi epatiche.

Disturbi della cute e degli annessi:

Comuni (1 – 10%): sudorazione, prurito.

Non comuni (0,1 – 1%): reazioni cutanee (per esempio rash, orticaria).

Disturbi delle vie urinarie:

Non comuni (0,1 – 1%): albuminuria, disturbi della minzione (disuria e ritenzione urinaria).

Disturbi generali:

Non comuni (0,1 – 1%): brividi, vampate di calore, dolore toracico.

Sebbene non osservati durante gli studi clinici, non si può escludere la comparsa dei seguenti effetti indesiderati relativi ai singoli componenti:

Tramadolo

Ipotensione, bradicardia, collasso.

Seppur raramente è emersa dalla sorveglianza post-marketing (post marketing surveillance PMS) la possibilità di interazione farmacologica fra tramadolo e warfarin, con modificazione dell’effetto di quest’ultimo farmaco, incluso l’aumento del tempo di protrombina.

Casi rari (<0,1%): reazioni allergiche con sintomi respiratori (per esempio dispnea, broncospasmo, difficoltà respiratoria, edema angioneurotico) e anafilassi.

Casi rari (<0,1%): alterazione dell’appetito, debolezza muscolare e depressione respiratoria.

Dopo somministrazione di tramadolo, potrebbero comparire effetti indesiderati di tipo psichico, con variabilità interindividuale per quanto riguarda intensità e natura (in relazione alla personalità e durata della terapia). Questi effetti comprendono alterazioni dell’umore (generalmente euforia, occasionalmente disforia), dell’attività (generalmente diminuzione, occasionalmente aumento) e delle capacità cognitive e sensoriali (per esempio del comportamento decisionale, disturbi della percezione).

È stato osservato peggioramento dell’asma anche se non è stata dimostrata una relazione causale.

Potrebbero comparire sintomi da astinenza (vedere paragrafo 4.4. “Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego”).

Paracetamolo

Gli effetti indesiderati sono rari ma possono comparire sintomi da ipersensibilità incluso rash cutaneo. Sono stati segnalati casi di discrasia ematica, compresa la trombocitopenia ed agranulocitosi, ma non sicuramente correlati al paracetamolo.

Sono stati riferiti numerosi casi che suggeriscono che il paracetamolo possa determinare ipoprotrombinemia quando somministrato contemporaneamente a farmaci warfarino simili. In altri studi il tempo di protrombinemia non si è modificato.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

KOLIBRI è un’associazione fissa di principi attivi. In caso di sovradosaggio, i sintomi potrebbero comprendere segni e sintomi di tossicità da tramadolo, paracetamolo o di entrambi.

Sintomi da sovradosaggio di tramadolo:

In linea di principio, l’intossicazione da tramadolo può determinare sintomi simili a quelli degli altri farmaci analgesici centrali (oppioidi). In particolare: miosi, vomito, collasso cardiovascolare, disturbi della coscienza fino al coma, convulsioni e depressione respiratoria fino all’arresto respiratorio.

Sintomi da sovradosaggio di paracetamolo:

Il sovradosaggio può essere particolarmente pericoloso nei bambini. I sintomi da sovradosaggio di paracetamolo durante le prime 24 ore sono: pallore, nausea, vomito, anoressia, dolore addominale.  Il danno epatico può manifestarsi dopo 12 - 48 ore dall’ingestione. Possono comparire alterazioni del metabolismo glucidico ed acidosi metabolica. In caso di avvelenamento grave, l’insufficienza epatica può progredire fino all’encefalopatia, coma e morte. Può svilupparsi insufficienza renale acuta con necrosi tubolare anche in assenza di grave danno epatico. Sono state osservate aritmia cardiaca e pancreatite.

Negli adulti sono possibili danni epatici  dopo assunzione di 7,5 – 10 g o più di paracetamolo. Va considerato che eccessive quantità di metabolita tossico (di norma sufficientemente detossificato dal glutatione dopo assunzione di dosi normali di paracetamolo), si legano in modo irreversibile al tessuto epatico.

Trattamento d’emergenza:

Trasferimento immediato in unità specializzata.

Mantenimento delle funzioni respiratoria e circolatoria.

Prima di iniziare il trattamento è necessario effettuare il prima possibile un prelievo di sangue per dosare le concentrazioni plasmatiche di paracetamolo e tramadolo ed effettuare i test epatici.

I test epatici devono essere eseguiti all’inizio ed ogni 24 ore dall’avvenuto sovradosaggio.   Si osserva solitamente un aumento degli enzimi epatici (ASAT, ALAT) che si normalizza dopo una o due settimane.

Favorire lo svuotamento gastrico mediante vomito (se il paziente è cosciente) con stimolanti o lavanda gastrica.

Dovrebbero essere instaurate tutte le misure di supporto quali mantenere pervie le vie aeree e supportare la funzione cardiocircolatoria. Il Naloxone deve essere utilizzato per antagonizzare la depressione respiratoria; le convulsioni possono essere controllate con Diazepam.

Il tramadolo viene eliminato solo in piccola parte con l’emodialisi o l’emofiltrazione, quindi tali procedure non sono utili in caso di intossicazione acuta da KOLIBRI.

L’intervento immediato è essenziale per il trattamento dei casi di sovradosaggio da paracetamolo. Nonostante la mancanza di significativi sintomi precoci, il paziente deve essere trasferito urgentemente in ospedale per immediati controlli medici. Adulti ed adolescenti che abbiano ingerito circa 7,5 g o più di paracetamolo nelle precedenti 4 ore o bambini che abbiano ingerito dosi pari o superiori a 150 mg/Kg di paracetamolo devono essere sottoposti a lavanda gastrica. Le concentrazioni plasmatiche di paracetamolo devono essere dosate dopo 4 ore dall’avvenuto sovradosaggio per poter valutare il rischio di sviluppo di danni epatici (utilizzando il nomogramma per il sovradosaggio di paracetamolo). La somministrazione di metionina per via orale o di N-acetilcisteina (NAC), per via endovenosa può avere un effetto favorevole entro le 48 ore dall’avvenuto sovradosaggio. La somministrazione endovenosa di NAC è molto più efficace quando inizia entro 8 ore dall’avvenuto sovradosaggio.

Comunque NAC dovrebbe essere somministrato anche se sono trascorse più di 8 ore dall’assunzione di dosi eccessive e continuato durante tutta la terapia. Il trattamento con NAC deve essere iniziato immediatamente quando si sospetta un sovradosaggio. Devono essere disponibili le generali misure di supporto.

Indipendentemente dalla quantità di paracetamolo assunta, l’acetilcisteina, antidoto del paracetamolo, deve essere somministrata per via orale o endovenosa il più presto possibile. Se possibile entro 8 ore dal sovradosaggio.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: Tramadolo, associazioni.

Codice ATC: N02AX52.

Analgesici

Il tramadolo è un analgesico oppioide che agisce sul sistema nervoso centrale. Il tramadolo è un agonista puro, non selettivo dei recettori oppioidi μ, δ e κ con affinità più elevata per i recettori μ. Altri meccanismi che contribuiscono al suo effetto analgesico sono l’inibizione del re–uptake della noradrenalina e l’aumento del rilascio della serotonina. Il tramadolo ha un effetto anti–tosse. A differenza della morfina, il tramadolo nell’ampio intervallo di dosi analgesiche non deprime la funzione respiratoria. Analogamente, non risulta alterata la motilità gastrointestinale. Gli effetti cardiovascolari sono generalmente lievi. La potenza del tramadolo è considerata pari a 1/10 – 1/6 rispetto a quella della morfina.

L’esatto meccanismo dell’azione analgesica del paracetamolo è sconosciuto e potrebbe comprendere effetti centrali e periferici.

KOLIBRI si posiziona al II gradino della scala OMS per il dolore e deve essere somministrato secondo prescrizione medica.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Il tramadolo è somministrato in forma racemica. Sia gli isomeri [-] e [+] del tramadolo ché il suo metabolita M1 sono rilevabili nel sangue. Sebbene il tramadolo sia rapidamente assorbito, il suo assorbimento è più lento (e la sua emivita più lunga) rispetto al paracetamolo.

Dopo singola somministrazione orale dell’associazione tramadolo/paracetamolo (37,5 mg/325 mg), i picchi di concentrazione plasmatica pari a 64,33/55,5 ng/ml [(+)-tramadolo/(-)-tramadolo] e 4,2 mcg/ml (paracetamolo) sono raggiunti dopo 1,8 h [(+)-tramadolo/(-)-tramadolo] e 0,9 h (paracetamolo) rispettivamente. L’emivita media di eliminazione (t½ ) è pari a 5,1/4,7 h [(+)-tramadolo/(-)-tramadolo] e 2,5 h (paracetamolo).

Durante gli studi di farmacocinetica nei volontari sani non sono state osservate modificazioni significative dei parametri farmacocinetici, dopo somministrazione orale singola e ripetuta di KOLIBRI rispetto ai parametri dei principi attivi utilizzati singolarmente.

Assorbimento:

Il tramadolo in forma racemica è assorbito rapidamente e quasi completamente dopo somministrazione orale. La biodisponibilità media assoluta di una dose singola di 100 mg è approssimativamente del 75%. Dopo somministrazioni ripetute, la biodisponibilità aumenta e raggiunge approssimativamente il 90%.

Dopo somministrazione di KOLIBRI l’assorbimento orale del paracetamolo è rapido e pressoché completo ed avviene prevalentemente nell’intestino tenue. Le concentrazioni plasmatiche di picco del paracetamolo sono raggiunte in 1 ora e non sono modificate dalla somministrazione concomitante del tramadolo.

La somministrazione di KOLIBRI con il cibo non ha significativi effetti sulla concentrazione di  picco plasmatico   e sulla velocità di assorbimento sia di tramadolo che di paracetamolo; conseguentemente KOLIBRI può essere somministrato indipendentemente dai pasti.

Distribuzione:

Il tramadolo ha un’alta affinità per i tessuti (Vά,β = 203 ± 40 l).  Il legame con le proteine plasmatiche è di circa il 20%.

Il paracetamolo appare ampiamente distribuito nella maggior parte dei tessuti ad eccezione di quello adiposo. Il suo volume di distribuzione apparente è di circa 0.9 l/Kg. Una porzione relativamente piccola (~20%) di paracetamolo si lega alle proteine plasmatiche.

Metabolismo:

Il tramadolo è ampiamente metabolizzato dopo somministrazione orale. Circa il 30% della dose è secreta nelle urine immodificata mentre il 60% della dose è secreta sotto forma di metabolita.

Il tramadolo è trasformato nel metabolita M1 attraverso O-demetilazione (catalizzata dall’enzima CYP2D6), e nel metabolita M2 tramite N-demetilazione (catalizzata dall’enzima CYP3A). M1 viene ulteriormente metabolizzato attraverso N-demetilazione e coniugazione con acido glucuronico. L’emivita di eliminazione di M1 è di 7 ore. Il metabolita M1 ha attività analgesica ed è più potente della molecola madre. La concentrazione plasmatica di M1 è molto inferiore a quella del tramadolo ed è improbabile che l’effetto clinico si modifichi dopo somministrazioni ripetute.

Il paracetamolo viene prevalentemente metabolizzato nel fegato attraverso le 2 principali vie di metabilizzazione epatica: glucuronazione e sulforonazione. La seconda via viene rapidamente saturata da dosi superiori a quelle terapeutiche. Una piccola frazione (meno del 4%) è metabolizzata dal citocromo P 450 in un intermedio attivo (N-acetilbenzoquinoneimine) che, nelle normali condizioni d’uso, viene rapidamente detossificato dal glutatione ridotto ed escreto nelle urine coniugato alla cisterna e all’acido mercapturico. Comunque, in caso di massivo sovradosaggio, la quantità di questo metabolita aumenta.

Eliminazione:

Il tramadolo ed i suoi metaboliti sono eliminati prevalentemente dal rene. L’emivita del paracetamolo è approssimativamente di 2–3 ore nell’adulto. L’emivita è più breve nei bambini e leggermente più lunga nei neonati e nei pazienti cirrotici. Il paracetamolo è eliminato principalmente a seguito della formazione, dose dipendente, di derivati glucuro– e sulfo– coniugati. Una quantità inferiore al 9% di paracetamolo è escreta immodificata nelle urine. In caso di insufficienza renale, l’emivita di entrambi i componenti è prolungata.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Non sono stati eseguiti studi preclinici con l’associazione fissa (tramadolo e paracetamolo) per valutarne gli effetti carcinogenici o mutageni o i suoi effetti sulla fertilità.

Nella prole di ratti trattati per via orale con l’associazione tramadolo/paracetamolo non sono stati osservati effetti teratogeni attribuibili al farmaco stesso.

È stato dimostrato che l’associazione tramadolo/paracetamolo è embriotossica e fetotossica nel ratto a dosi tossiche per la madre (50/434 mg/kg tramadolo/paracetamolo), pari, cioè, a 8,3 volte la dose massima terapeutica nell’uomo. Non sono stati dimostrati effetti teratogeni a questa dose. La tossicità per l’embrione ed il feto determina una diminuzione del peso del feto stesso e un aumento del numero di costole soprannumerarie. Dosi inferiori, che possono causare un effetto tossico meno grave nella madre (10/87 e 25/217 mg/kg tramadolo / paracetamolo) non hanno causato effetti tossici nell’embrione o nel feto.

I risultati degli studi standard di mutagenesi non hanno rilevato un potenziale rischio genotossico del tramadolo nell’uomo.

I risultati dei test di carcinogenesi non suggeriscono un potenziale rischio del tramadolo nell’uomo.

Studi condotti sugli animali con dosi di tramadolo estremamente elevate, hanno rilevato effetti sullo sviluppo degli organi sull’ossificazione e sulla mortalità neonatale associati a tossicità materna. La fertilità e lo sviluppo dei neonati non risultano modificati. Il tramadolo attraversa la  barriera placentare. Nessun effetto sulla fertilità è stato osservato, dopo somministrazione orale di tramadolo con dosaggi fino a 50 mg /Kg nei ratti maschi e 75 mg/Kg nei ratti femmina.

Numerosi studi hanno dimostrato che paracetamolo non presenta rischi   genotossici a dosi terapeutiche (non tossiche).

Studi a lungo termine in ratti e topi mostrano che non vi sono effetti cancerogeni rilevanti per i dosaggi non epatotossici di paracetamolo.

Studi sugli animali e la grande esperienza clinica dimostrano che non vi sono evidenze di tossicità a livello riproduttivo.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Compressa: Cellulosa polverizzata, amido pregelatinizzato, sodio carbossimetilamido, amido di mais, magnesio stearato. Rivestimento: Opadry giallo YS-1-6382 G (ipromellosa, titanio diossido (E171), macrogol 400, ossido di ferro giallo (E172), polisorbato 80), cera carnauba.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Nessuna speciale precauzione per la conservazione.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Confezione da 20 compresse – Euro 9,85 (Classe C – RNR)

Blister PVC opaco / Alluminio.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

ALFA WASSERMANN S.p.A. – Via E. Fermi, 1 – Alanno (PE)

Concessionario per la vendità: Dott. Formenti S.p.A. Via R. Koch, n. 1/2 - 20152 Milano


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

20 compresse rivestite con film AIC n. 036993032


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

4 Aprile 2008


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Giugno 2008