Olanzapina Reddy Compresse Rivestite Con Film
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

OLANZAPINA REDDY COMPRESSE RIVESTITE CON FILM


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa rivestita con film contiene 2.5 mg/5 mg/10 mg di olanzapina.

Eccipiente: lattosio monoidrato 84.17 mg nella compressa da 2.5 mg

lattosio monoidrato 81.67 mg nella compressa da 5 mg

lattosio monoidrato 163.68 mg nella compressa da 10 mg

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa rivestita con film

Le compresse di Olanzapina Reddy 2.5 mg sono bianche, rivestite con film, ovali, biconvesse e con le incisioni “OLZ” su un lato e “2.5” sull’altro.

Le compresse di Olanzapina Reddy 5 mg sono blu, rivestite con film, ovali, biconvesse e con le incisioni “OLZ” su un lato e “5” sull’altro.

Le compresse di Olanzapina Reddy 10 mg sono blu, rivestite con film, ovali, biconvesse e con le incisioni “OLZ” su un lato e “10” sull’altro.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Adulti

Olanzapina Reddy è indicata per il trattamento della schizofrenia.

Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico.

Olanzapina è indicata per il trattamento dell'episodio di mania da moderato a grave.

Nei pazienti in cui l’episodio maniacale ha risposto al trattamento con olanzapina, l’olanzapina Reddy è indicata per la prevenzione dei nuovi episodi di malattia in pazienti con disturbo bipolare (vedere paragrafo 5.1).



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Adulti

Schizofrenia: il dosaggio iniziale raccomandato di olanzapina è 10 mg al giorno.

Episodio di mania: il dosaggio iniziale è 15 mg da somministrare in un'unica dose giornaliera in monoterapia o 10 mg al giorno in terapia combinata (vedere paragrafo 5.1).

Prevenzione di nuovi episodi di malattia nel disturbo bipolare: il dosaggio iniziale raccomandato è 10 mg al giorno. Nei pazienti che stanno assumendo olanzapina per il trattamento dell’episodio maniacale, continuare la terapia di prevenzione di nuovi episodi di malattia allo stesso dosaggio. Se si verifica un nuovo episodio maniacale, misto, o depressivo, il trattamento con olanzapina deve essere continuato (ottimizzando la dose in base alla necessità), con una terapia supplementare per trattare i disturbi dell’umore, come clinicamente indicato.

Durante il trattamento della schizofrenia, dell'episodio di mania e della prevenzione di nuovi episodi di malattia nel disturbo bipolare, il dosaggio giornaliero può successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg in base alla condizione clinica del paziente. L'incremento ad una dose superiore al dosaggio iniziale raccomandato è consigliato solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica e deve generalmente attuarsi ad intervalli di tempo non inferiori alle 24 ore.

Olanzapina può essere somministrata indipendentemente dall'assunzione dei pasti poiché l'assorbimento non è influenzato dal cibo.

Quando si interrompe la somministrazione di olanzapina si deve prendere in considerazione una riduzione graduale della dose.

Bambini e adolescenti.

L’uso di olanzapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni, per via della carenza di dati sulla sua efficacia e sicurezza. In studi a breve termine su pazienti adolescenti si è osservato in misura maggiore un aumento di peso, alterazioni di lipidi e prolattina rispetto agli studi sugli adulti (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2).

Pazienti anziani

Non è abitualmente richiesto un dosaggio iniziale inferiore (5 mg/die), ma deve essere preso in considerazione nei pazienti di età pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano (vedere paragrafo 4.4).

Pazienti con insufficienza renale e/o epatica

Un dosaggio iniziale più basso (5 mg) deve essere preso in considerazione in questi pazienti. In caso di moderata insufficienza epatica (cirrosi, di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale deve essere di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela.

Sesso del paziente

La dose iniziale e l’intervallo di dosaggio solitamente non richiedono modifiche per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile.

Pazienti fumatori

La dose iniziale e l’intervallo di dosaggio solitamente non richiedono modifiche nei pazienti non fumatori rispetto ai pazienti fumatori.

Quando più di un fattore che potrebbe rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anzianità geriatria, pazienti non fumatori) è presente, si deve considerare la possibilità di diminuire la dose iniziale. L' incremento di dosaggio, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti.

(Vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 5.2)


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti a rischio noto di glaucoma ad angolo chiuso.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Durante il trattamento con antipsicotici, il miglioramento del quadro clinico del paziente può richiedere molti giorni, se non delle settimane. In questa fase i pazienti devono essere posti sotto stretta osservazione.

Psicosi correlata a demenza e/o a disturbi comportamentali

Olanzapina non è autorizzata per il trattamento delle psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza e non è raccomandata per questo particolare gruppo di pazienti a causa di un aumento della mortalità e del rischio di incidente cerebrovascolare. In studi clinici controllati con placebo (durata 6-12 settimane) su pazienti anziani (età media 78 anni) con psicosi correlate a demenza e/o disturbi comportamentali, c’è stato un aumento di due volte superiore dell’incidenza di decessi tra i pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,5% vs. 1,5%). La più alta incidenza di mortalità non è stata associata alla dose di olanzapina (dose giornaliera media di 4,4 mg) o alla durata del trattamento. I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad un aumento di mortalità comprendono l’età superiore ai 65 anni, la disfagia, la sedazione, la malnutrizione e la disidratazione, le condizioni polmonari (ad es. polmonite anche ab ingestis) o l’uso concomitante di benzodiazepine. Comunque, l’incidenza di decessi è stata più alta nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo indipendentemente da questi fattori di rischio.

Negli stessi studi clinici, sono stati riportati eventi indesiderati cerebrovascolari (EACV, ad es. ictus, attacco ischemico transitorio), alcuni dei quali fatali. Nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo è stato riscontrato un aumento 3 volte superiore di EACV (rispettivamente 1,3% e 0,4%). Tutti i pazienti trattati con olanzapina e placebo che hanno manifestato un evento cerebrovascolare avevano fattori di rischio preesistenti. L’età superiore ai 75 anni e la demenza vascolare/mista sono stati identificati come fattori di rischio per la comparsa di EACV in associazione al trattamento con olanzapina. L’efficacia di olanzapina non è stata stabilita in questi studi.

Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente può richiedere da parecchi giorni ad alcune settimane. Durante questo periodo di tempo i pazienti devono essere strettamente monitorati.

Morbo di Parkinson

L’uso di olanzapina nel trattamento della psicosi indotta da agonisti della dopamina in pazienti con malattia di Parkinson non è raccomandato. Durante gli studi clinici, il peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e le allucinazioni sono state registrate molto comunemente e più frequentemente che con placebo (vedere paragrafo 4.8), ed olanzapina non è stata più efficace del placebo nel trattamento dei sintomi psicotici. In questi studi, era richiesto che i pazienti fossero inizialmente mantenuti stabili con la più bassa dose efficace di farmaci anti-Parkinson (agonisti della dopamina) e che questo trattamento anti-Parkinson rimanesse lo stesso per farmaci e dosaggi per tutta la durata dello studio. Olanzapina era somministrata inizialmente a dosi di 2,5 mg al giorno e la dose modificata fino ad un massimo di 15 mg al giorno in base al giudizio dell’investigatore.

Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN): la SMN è una condizione potenzialmente a rischio di vita associata ai prodotti medicinali antipsicotici. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati come associati all’assunzione di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale ed instabilità del sistema nervoso autonomo (irregolarità del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed disaritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente sviluppa segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN, tutti i farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi.

Iperglicemia e diabete

Iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione del diabete associato occasionalmente a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi ad esito fatale, sono stati riportati molto raramente. In alcuni casi, un precedente aumento della massa corporea è stato indicato come fattore predisponente.

Un monitoraggio clinico appropriato è consigliabile in accordo con le linee guida relative all’antipsicotico in uso.

I pazienti trattatati con agenti antipsicotici, inclusa Olanzapina Reddy, devono essere tenuti sotto osservazione per valutare sintomi di iperglicemia (quali la polidipsia, la poliuria, la polifagia e la debolezza) e i pazienti con diabete mellito che presentino fattori di rischio per la comparsa del diabete mellito, devono essere tenuti sotto controllo con regolarità per valutare il peggioramento del controllo di glucosio. Il peso deve essere misurato regolarmente.

Disturbi lipidici

In studi clinici controllati con placebo, nei pazienti trattai con olanzapina sono stati osservati disturbi lipidici indesiderati (v. paragrafo 4.8). Le alterazioni lipidiche devono essere trattate in maniera clinicamente appropriata, in particolare nei pazienti dislipidemici e nei pazienti che presentano fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi lipidici. Nei pazienti trattati con agenti antipsicotici, inclusa l’Olanzapina Reddy, si devono valutare regolarmente i lipidi, in accordo con le linee guida dell’antipsicotico in uso.

Attività anticolinergica

Anche se l’olanzapina ha dimostrato attività anticolinergica in vitro, l’esperienza durante gli studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti correlati. Tuttavia, l’esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti è limitata, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e condizioni correlate.

Funzionalità epatica

Sono stati comunemente osservati aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche, ALT, AST, specialmente all’inizio del trattamento. In pazienti con ALT e/o AST elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una limitata riserva funzionale epatica, e nei pazienti trattati contemporaneamente con farmaci potenzialmente epatotossici si deve prestare cautela. In caso di valori elevati di ALT e/o AST durante il trattamento, devono essere effettuati controlli periodici e deve essere considerata una riduzione del dosaggio. Nei casi in cui sia stata diagnosticata una epatite (incluso il danno epatocellulare, colestatico, o entrambi), il trattamento con olanzapina deve essere sospeso.

Neutropenia

Come per altri farmaci neurolettici, deve essere prestata cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origine, nei pazienti che assumono farmaci notoriamente in grado di causare neutropenia, nei pazienti con una storia di mielodepressione/mielotossicità indotta dai farmaci, o nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia e nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. La neutropenia è stata comunemente riportata quando olanzapina e valproato sono somministrati contemporaneamente (vedere paragrafo 4.8).

Interruzione del trattamento

Quando olanzapina è interrotta bruscamente sono stati riportati molto raramente (< 0,01%) sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremore, ansietà, nausea o vomito.

Intervallo QT

Negli studi clinici, i prolungamenti clinicamente significativi dell’intervallo QT corretto (intervallo QT corretto secondo Fridericia – [QTcF] ≥ 500 millisecondi (msec) in qualsiasi momento dopo la misurazione del valore basale in pazienti trattati con olanzapina e con valore basale di QTcF < 500 msec) sono risultati non comuni (0,1% - 1%), senza significative differenze negli eventi cardiaci associati rispetto al placebo. Tuttavia, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in grado di determinare un aumento dell’intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano, nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia.

Tromboembolismo

Molto raramente (< 0,01%) è stata riportata un’associazione temporale del trattamento con olanzapina e il tromboembolismo venoso. Non è stata stabilita una relazione causale tra il verificarsi del tromboembolismo venoso ed il trattamento con olanzapina. Tuttavia, dato che pazienti con schizofrenia si presentano spesso con fattori di rischio acquisiti per il tromboembolismo venoso, tutti i fattori di rischio possibili del VTE, come ad esempio l’immobilizzazione dei pazienti, devono essere identificati ed adottate misure preventive.

Attività generale sul SNC

A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema Nervoso Centrale, si raccomanda cautela quando

il farmaco viene assunto in combinazione con altri farmaci ad azione centrale e alcool. Poiché olanzapina dimostra di possedere in vitro un’attività dopamino-antagonista, il farmaco può antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti.

Convulsioni

Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o che sono soggetti a fattori che possono abbassare la soglia epilettica. La comparsa di convulsioni è stata riscontrata raramente nei pazienti trattati con olanzapina. Nella maggioranza di questi casi, le convulsioni o i fattori di rischio erano stati riportati.

Discinesia tardiva

Negli studi di comparazione della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina è stato associato ad una diminuzione statisticamente significativa dell’incidenza di discinesie indotte dal trattamento. Tuttavia, il rischio di discinesia tardiva aumenta con l’aumentare del periodo di esposizione e pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, una riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento devono essere considerati. Tali sintomi possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento.

Ipotensione posturale

Poco frequentemente, in studi clinici su pazienti anziani trattati con olanzapina è stata osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di età superiore ai 65 anni.

Morte cardiaca improvvisa

Nelle segnalazioni postmarketing, in pazienti trattati con olanzapina è stato riportato l’evento di morte cardiaca improvvisa. In uno studio osservazionale retrospettivo di coorte, nei pazienti trattati con olanzapina il rischio di morte cardiaca improvvisa presunta è stato circa 2 volte quello riscontrato nei pazienti non in trattamento con antipsicotici. Nello studio, il rischio con olanzapina è stato paragonabile al rischio valutato in un’analisi che raggruppava gli antipsicotici atipici.

Uso nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni.

L’uso di olanzapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni. In studi su pazienti di età compresa fra i 13 e i 17 anni sono stati osservati diversi eventi indesiderati, incluso l’aumento di peso, alterazioni dei parametri metabolici e aumento dei livelli di prolattina. Gli effetti a lungo termine associati a questi eventi non sono stati studiati e pertanto rimangono sconosciuti (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).

Lattosio

Le compresse di Olanzapina Reddy contengono lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di carenza da Lapp lattasi o di malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Studi di interazione sono stati condotti sono sugli adulti.

Potenziali interazioni che possono influenzare olanzapina : dal momento che l’olanzapina è metabolizzata dal CYP1A2, le sostanze che possono specificatamente indurre o inibire questo isoenzima possono influenzare la farmacocinetica dell’olanzapina.

Induzione del CYP1A2 : il metabolismo di olanzapina può essere indotto dal fumo e dalla carbamazepina, che possono portare ad una riduzione delle concentrazioni di olanzapina. È stato osservato solo un incremento da lieve a moderato nella depurazione di olanzapina. Le conseguenze cliniche sono probabilmente limitate, ma si raccomanda un monitoraggio clinico e, se necessario, può essere preso in considerazione un aumento del dosaggio di olanzapina (vedere paragrafo 4.2).

Inibizione del CYP1A2 : è stato dimostrato che la fluvoxamina, uno specifico inibitore dell’attività del CYP1A2, inibisce significativamente il metabolismo di olanzapina. Dopo somministrazione di Fluvoxamina, l’incremento medio della Cmax di olanzapina è stato del 54% nelle donne non fumatrici e del 77% nei maschi fumatori. L’incremento medio dell’AUC di olanzapina è stato del 52% e del 108% rispettivamente. Nei pazienti che stanno usando fluvoxamina o un qualsiasi altro inibitore del CYP1A2, come ciprofloxacina, il trattamento con olanzapina dovrebbe iniziare a dosi più basse. Una riduzione del dosaggio di olanzapina deve essere considerata se è stato iniziato un trattamento con un inibitore del CYP1A2.

Diminuita biodisponibilità : il carbone attivo riduce la biodisponibilità di olanzapina per via orale del 50 - 60% e deve essere preso almeno 2 ore prima o dopo olanzapina.

Fluoxetina: (un inibitore del CYP2D6), dosi singole di un antiacido (alluminio, magnesio) o di cimetidina non influenzano in modo significativo la farmacocinetica di olanzapina.

Potenziale capacità di olanzapina di influire su altri prodotti medicinali :

Olanzapina può antagonizzare gli effetti degli agonisti della dopamina diretti e indiretti.

Olanzapina non inibisce in vitro i principali isoenzimi del CYP450 (ad esempio 1A2, 2D6, 2C9, 2C19, 3A4). Pertanto non c’è da aspettarsi nessuna particolare interazione come verificato dagli studi in vivo in cui non è stata trovata alcuna inibizione del metabolismo delle seguenti sostanze attive: antidepressivo triciclico (rappresentante per lo più la via CYP2D6), warfarin (CYP2C9), teofillina (CYP1A2) o diazepam (CYP3A4 e 2C19).

Olanzapina non ha mostrato interazioni quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene.

Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici di valproato non ha indicato che sia richiesto un aggiustamento della dose di valproato dopo la contemporanea somministrazione di olanzapina.

Attività generale sul SNC

Nei pazienti che consumano alcol o assumono farmaci che possono causa la depressione del sistema nervoso centrale si deve prestare cautela.

Si raccomanda di evitare l’uso concomitante di olanzapina con farmaci anti-parkinsoniani in pazienti con il morbo di Parkinson e demenza. (vedere paragrafo 4.4)

Intervallo QTc

Si raccomanda cautela se l’olanzapina è cosomministrata con farmaci noti per aumentare l’intervalo QTc. (vedere paragrafo 4.4)


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Non vi sono studi adeguati e ben controllati in donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla necessità di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiché l’esperienza nell’uomo è limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto.

Molto raramente sono state effettuate segnalazioni spontanee di tremore, ipertonia, letargia e sonnolenza nei bambini nati da madri che avevano assunto olanzapina durante il terzo trimestre di gravidanza.

In uno studio effettuato su donne sane durante il periodo di allattamento, l’olanzapina è stata eliminata nel latte materno. Allo stato stazionario l’esposizione media del lattante (in mg/kg) è stata valutata essere l’1,8% della dose materna di olanzapina (in mg/kg). Le pazienti devono essere avvertite di non allattare durante la terapia con olanzapina.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Dal momento che olanzapina può provocare sonnolenza e vertigini, i pazienti devono essere informati che occorre cautela nell’utilizzo di macchinari, inclusi i veicoli a motore.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Adulti

Gli eventi avversi associati all’ uso di olanzapina in studi clinici riportati più frequentemente (osservati in ≥ 1/100 di pazienti) sono: sonnolenza, aumento di peso, eosinofilia, valori elevati dei livelli di prolattina,, colesterolo, glucosio e trigliceridi (vedi paragrafo 4.4), glucosuria, aumento di appetito, vertigini, acatisia, parkinsonismo (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, aumento delle transaminasi epatiche transiente asintomatiche (vedere paragrafo 4.4), eruzione cutanea, astenia, fatica e edema.

La seguente tabella elenca gli eventi avversi e le indagini di laboratorio osservati da segnalazioni isolate e negli studi clinici. All’interno di ciascun gruppo di frequenza gli eventi avversi sono presentati in ordine di gravità decrescente. I termini di frequenza elencati, sono definiti come segue: Molto comune (≥1/10), comune ≥1/100 a <1/10), non comune ≥1/1,000 a ≤1/100), raro ≥1/10.000 a ≤1/1,000), molto raro (≤1/10,000), frequenza non nota (non può essere stimata in base ai dati disponibili).

Molto comune Comune Non comune Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico
  Eosinofilia Leucopenia, neutropenia Trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario
      Reazione allergica
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Aumento di peso Aumento dei livelli di colesterolo2,3   Sviluppo o esacerbazione del diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma. inclusi alcuni casi fatali (v. paragrafo4.4)
  Aumento dei livelli di glucosio4 Ipotermia
Aumento dei livelli di Trigliceridi 5 elevati  
Glucosuria
Appetito aumentato
Patologie del sistema nervoso
Sonnolenza Vertigini   Convulsioni in caso di storia di convulsioni o fattori i rischio per convulsioni
  Acatisia6 Sindrome neurolettica malignante (vedere paragrafo 4.4)
Parkinsonismo6 Distonia (inclusa oculorotazione)
Discinesia6 Discinesia tardiva
  Sintomi da interruzione7
Patologie cardiache
    Bradicardia. prolungamento del QTc (vedere paragrafo 4.4) Tachicardia ventricolare/fibrillazione, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4)
Patologie vascolari
  ipotensione ortostatica   Tromboembolismo (inclusi embolia polmonare e trombosi venosa profonda)
Patologie gastrointestinali
  Effetti anticolinergici medi e transitori inclusi costipazione e bocca secca   Pancreatite
Patologie epatobiliari
  Aumento delle transaminasi epatiche transitorio e asintomatico (ALT, AST), specialmente all’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4)   Epatite (inclusa epatocellulare, colestatica o danno epatico misto)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
  Eruzione cutanea Reazioni di fotosensibilità, alopecia  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
      Rabdomiolisi
Patologie renali e urinarie
    Incontinenza urinaria Esitazione urinaria
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
      Priapismo
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
  Astenia, fatica, edema    
Esami diagnostici
Livelli plasmatici di prolattina elevati8   Creatina fosfochinasi elevata, aumento della bilirubina totale Aumento della fosfatasi alcalina

¹ Aumento di peso clinicamente significativo è stato osservato in tutte le categorie di Body Mass Index (BMI) presenti al basale. Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 47 giorni), un aumento del peso corporeo ≥ 7% rispetto al basale è stato molto comune (22,2%), un aumento del peso corporeo ≥ 15% rispetto al basale è stato comune (4,2%) e un aumento del peso corporeo ≥ 25% rispetto al basale è stato non comune (0,8%). Con l’esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) l’aumento del peso corporeo dei pazienti per un valore ≥ 7%, ≥ 15% e ≥ 25% rispetto al basale è stato molto comune (rispettivamente 64,4%, 31,7% e 12,3%).

² Aumenti medi nei valori lipidici a digiuno (colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi) sono stati maggiori nei pazienti senza evidenza di alterazioni lipidiche al basale.

³ Osservato per valori normali a digiuno al basale (<5,17 mmol/1) che è aumentato (≥ 6,2 mmol/1). Variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da borderline al basale (≥ 5,17 - <6,2 mmol) ad elevati (≥ 6,2 mmol) sono stati molto comuni.

4 Osservato per valori normali a digiuno al basale (<5,56 mmol/1) che sono aumentati ad elevati (≥ 7 mmol/1). Cambiamenti nella glicemia a digiuno da borderline al basale (≥ 5,56 - <7 mmol/1) ad elevati (≥ 7 mmol/1) sono molto comuni.

5 Osservato per valori normali a digiuno al basale (<1,69 mmol/1) che è aumentato ad alto (≥ 2,26 mmol/1). Variazioni trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥ 1,69 mmol/1 - <2,26 mmol/1) ad elevati (≥ 2,26 mmol/1) sono molto comuni.

6 In studi clinici, l'incidenza di parkinsonismo e distonia nei pazienti trattati con olanzapina è stata numericamente superiore, ma non statisticamente significativamente diversa dal placebo. Pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un'incidenza più bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto alle dosi titolate di aloperidolo. In mancanza di informazioni dettagliate sulla storia pregressa di singole patologie acute e tardive die movimenti extrapiramidali, non si può concludere oggi che l‘olanzapina produca minore discinesia tardiva e/o altre sindromi extrapiramidali tardive.

7 quando olanzapina è interrotta bruscamente sono stati riportati sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremori, ansia, nausea e vomito.

8 In studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno oltrepassato il limite superiore del range di normalità in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina che presentavano valori normali di prolattina al basale. Nella maggior parte di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi, e sono rimasti 2 volte al di sotto del limite superiore del range di normalità. Nei pazienti con schizofrenia, le variazioni medie dei livelli di prolattina sono diminuite con la prosecuzione del trattamento, mentre aumenti medi sono stati osservati nei pazienti con altre diagnosi. Le variazioni medie sono state modeste. In genere nei pazienti trattati con olanzapina, le manifestazioni cliniche potenzialmente associate e correlate alla mammella e al ciclo mestruale (per esempio amenorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria, galattorrea nelle femmine, e ginecomastia /ingrossamento della ghiandola mammaria nei maschi) sono state non comuni. Reazioni avverse potenzialmente associate e correlate alla funzione sessuale (per esempio la disfunzione erettile nei maschi e la diminuzione della libido in entrambi i sessi) sono state comunemente osservate.

Esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane)

La proporzione di pazienti che avevano, variazioni negative clinicamente significative nell‘ aumento di peso, del glucosio, totale/LDL/colesterolo HDL o trigliceridi è aumentata nel tempo. Nei pazienti adulti che hanno completato 9-12 mesi di terapia, il tasso di aumento della glicemia media è diminuito dopo circa 6 mesi.

Informazioni aggiuntive su popolazioni speciali

In studi clinici su pazienti anziani con demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato ad una più alta incidenza di morte e di reazioni avverse cebrebrovascolari rispetto al placebo (vedere anche paragrafo 4.4).

Reazioni avverse molto comuni, associate con l'uso di olanzapina in questo gruppo di pazienti sono state: disturbi della deambulazione e cadute. Polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni visive ed incontinenza urinaria sono stati osservati comunemente.

Negli studi clinici in pazienti con psicosi indotta da farmaci (agonisti della dopamina) associata a morbo di Parkinson, il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e le allucinazioni sono state riportate molto comunemente e più frequentemente che con placebo.

In uno studio clinico in pazienti con mania bipolare, la terapia combinata di valproato e olanzapina ha determinato un'incidenza di neutropenia del 4,1%, un fattore potrebbe aver potenzialmente contribuito è l‘elevato livello di valproato nel plasma. L‘olanzapina somministrata con litio o valproato comporta un aumento dei livelli (≥ 10%) di tremore, secchezza delle fauci, aumento dell'appetito e aumento di peso. Sono stati riportati comunemente anche disturbi del linguaggio. Durante il trattamento con olanzapina in associazione a litio o valproato, con un aumento di ≥ 7% del peso corporeo iniziale si è verificato nel 17,4% dei pazienti durante il trattamento acuto (fino a 6 settimane). il trattamento con olanzapina a lungo termine (fino a 12 mesi) per la prevenzione delle recidive in pazienti con disturbo bipolare è associato con un aumento di ≥ 7% del peso corporeo iniziale nel 39,9% dei pazienti.

Bambini e adolescenti

Olanzapina non è indicato per il trattamento di bambini e adolescenti sotto i 18 anni. Anche se non sono stati condotti studi clinici disegnati per confrontare gli adolescenti con gli adulti, i dati degli studi sugli adolescenti sono stati confrontati con quelli degli studi sugli adulti.

La tabella seguente riassume le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza nei pazienti adolescenti (età 13-17 anni) rispetto ai pazienti adulti e reazioni avverse identificate solo negli studi clinici a breve termine in pazienti adolescenti. Un aumento di peso clinicamente significativo (≥ 7%) sembra verificarsi più frequentemente nella popolazione di adolescenti rispetto agli adulti con esposizioni comparabili. L'entità dell'aumento di peso e la percentuale di pazienti adolescenti che hanno subito un aumento di peso clinicamente significativo sono maggiori nel caso di esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) rispetto ad una esposizione a breve termine.

All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. I termini di frequenza elencati sono definiti come segue: molto comune (≥ 10%), comune (≥ 1% e <10%).

Alterazioni del metabolismo e della nutrizione

Molto comune: aumento di peso9, elevati llivelli di trigliceridi10, aumento di appetito. Comuni: Elevati livelli di colesterolo11

Disturbi del sistema nervoso

Molto comune: Sedazione (che comprende: ipersonnia, letargia, sonnolenza).

Disturbi gastrointestinali

Comune: secchezza delle fauci

Alterazioni del sistema epatobiliare

Molto comune: Aumenti delle transaminasi epatiche (ALT / AST; vedere paragrafo 4.4).

Esami diagnostici

Molto comune: Riduzione della bilirubina totale, aumento della GGT, livelli plasmatica di prolattina elevati12

9 Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 22 giorni), un aumento del peso corporeo (kg) ≥ 7% rispetto al basale è stato molto comune (40,6%), un aumento del peso corporeo ≥ 15% rispetto al basale è stato comune (7,1%) e un aumento del peso corporeo ≥ 25% rispetto al basale è stato comune (2,5%). Con un’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane), il peso corporeo rispetto al basale era aumentato di un valore ≥ 7% nell’89,4% dei pazienti, di un valore ≥ 15% nel 55,3% dei pazienti e di un valore ≥ 25% nel 29,1% dei pazienti.

10 Osservato per valori normali a digiuno al basale (<1,016 mmol/1) aumentato ad alta modifiche (≥ 1,467 mmol/1), nei trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥ 1,016 mmol/1 - <1,467 mmol/1) ad elevati (≥ 1,467 mmol/1).

11 Sono stati osservati comunemente cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno dal normale al basale (<4,39 mmol/1) ad elevati (≥ 5,17 mmol/1). Variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da borderline al basale (≥ 4,39 - <5,17 mmol/1) ad elevati (≥ 5,17 mmol/1) sono molto comuni.

12 Elevati livelli di prolattina nel plasma sono stati riportati nel 47,4% dei pazienti adolescenti


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Segni e sintomi

Sintomi molto frequenti da sovradosaggio (con incidenza > 10%) comprendono tachicardia, agitazione/aggressività, disartria, manifestazioni extrapiramidali varie ed una riduzione del livello di coscienza variabile dalla sedazione al coma.

Altre sequele clinicamente importanti del sovradosaggio comprendono delirio, convulsione, coma, possibile sindrome maligna da neurolettici, depressione respiratoria, aspirazione, ipertensione o ipotensione, aritmie cardiache (< 2% dei casi di sovradosaggio) ed arresto cardiorespiratorio. Esiti fatali sono stati riportati per sovradosaggi acuti così bassi come con 450 mg, ma è stata riportata anche sopravvivenza dopo sovradosaggio acuto con circa 2 g di olanzapina per via orale.

Trattamento del sovradosaggio

Non esiste un antidoto specifico per olanzapina. L’induzione del vomito non è consigliata. Può essere indicato seguire le procedure standard per il trattamento del sovradosaggio (ad esempio lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivo). La concomitante somministrazione di carbone attivo ha mostrato di ridurre la biodisponibilità orale di olanzapina del 50 - 60%.

In base al quadro clinico deve essere effettuato un trattamento sintomatico ed un monitoraggio delle funzioni vitali, comprendenti il trattamento dell’ipotensione e del collasso circolatorio ed il mantenimento della funzione respiratoria. Epinefrina, dopamina o altri agenti simpaticomimetici con attività agonista sui beta recettori non devono essere somministrati, poiché la stimolazione dei recettori beta può determinare un peggioramento dello stato ipotensivo. È necessario monitorare l'attività cardiovascolare per riconoscere eventuali aritmie. Il monitoraggio ed un'accurata sorveglianza medica devono continuare fino alla guarigione del paziente.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica:diazepine, ossazepine e tiazepine.

Codice ATC: N05AH03.

L’olanzapina è un agente antipsicotico, antimaniacale e stabilizzante dell’umore dotato di un ampio profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali.

In studi non-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno spettro di affinità (Ki: < 100 nM) per i recettori della serotonina 5 HT2A/2C, 5 HT3, 5 HT6; della dopamina D1, D2, D3, D4, D5; per i recettori colinergici di tipo muscarinico m1-m5; per i recettori α1 adrenergici ed H1 istaminici. Studi comportamentali negli animali con olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico sui recettori 5HT, dopaminergico e colinergico, in accordo al profilo di affinità recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha dimostrato in vitro una maggiore affinità per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a quelli dopaminergici D2 ed in vivo una maggiore attività sui recettori 5 HT 2 che sui D2. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce selettivamente l’attività dei neuroni dopaminergici mesolimbici (A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta nel comportamento di evitamento condizionato, test predittivo dell’attività antipsicotica, a dosaggi inferiori a quelli in grado di indurre catalessia, un effetto indicativo di effetti collaterali di tipo motorio. Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test “ansiolitico”.

In uno studio di tomografia ad emissioni di positroni (PET) condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10 mg), olanzapina ha dimostrato un grado di occupazione per i recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano un’occupazione dei recettori striatali D2 minore rispetto a pazienti che rispondono ad altri antipsicotici e alla terapia con risperidone, mentre è comparabile a quella dei pazienti che rispondono alla terapia con clopizina.

In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 di 3 verso un comparatore, con oltre 2.900 pazienti schizofrenici che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa, olanzapina si è dimostrata statisticamente significativamente superiore nel migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi.

In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco, sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati sintomi depressivi di diversa gravità (con punteggio medio di 16,6 rilevato all’inizio dello studio secondo la scala di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg), un’analisi prospettica secondaria della variazione del punteggio dell’umore tra l’inizio e la fine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p = 0,001) a favore dell’olanzapina (-6,0) rispetto all’aloperidolo (-3,1).

In pazienti con mania od episodio misto di disturbo bipolare, olanzapina ha dimostrato un'efficacia superiore sia al placebo che al valproato semisolido (divalproex) nel ridurre i sintomi della mania per oltre 3 settimane. Olanzapina ha dimostrato anche risultati di efficacia comparabili ad aloperidolo in termini di rapporto dei pazienti che hanno conseguito una remissione sintomatica della mania e della depressione a 6 e 12 settimane. In uno studio di terapia combinata su pazienti trattati con litio o valproato per un minimo di 2 settimane, l'aggiunta di 10 mg di olanzapina (terapia combinata con litio o valproato) è stata superiore nel determinare una riduzione dei sintomi della mania dopo 6 settimane rispetto alla monoterapia con litio o valproato.

In uno studio a 12 mesi sulla prevenzione in pazienti con episodio maniacale che avevano conseguito la remissione con olanzapina e che poi erano stati randomizzati ad olanzapina o placebo, olanzapina ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa rispetto al placebo all’endpoint primario della recidiva bipolare. Olanzapina ha dimostrato inoltre un vantaggio statisticamente significativo rispetto al placebo in termini di prevenzione sia di una recidiva maniacale che di nuovo episodio depressivo.

In un secondo studio a 12 mesi sulla prevenzione in pazienti con episodio maniacale che avevano conseguito la remissione con una terapia combinata di olanzapina e litio e che erano stati successivamente randomizzati ad olanzapina o litio in monoterapia, olanzapina è risultata statisticamente non inferiore al litio all’endpoint primario della recidiva bipolare (olanzapina 30.0%, litio 38.3%; p = 0,055).

In uno studio a 18 mesi di combinazione in pazienti con episodio maniacale o misto stabilizzati con una terapia combinata di olanzapina e uno stabilizzatore dell’umore (litio o valproato), la terapia a lungo termine con associazione di olanzapina e litio o valproato non è risultata superiore in modo statisticamente significativo alla monoterapia con litio o valproato nel ritardare l’insorgenza di nuovi episodi bipolari, definiti sulla base di criteri diagnostici.

Popolazione pediatrica

L’esperienza negli adolescenti (13-17 anni) è limitata a dati di efficacia a breve termine della schizofrenia (6 settimane) e mania associata a disturbo bipolare di tipo I (3 settimane), ricavati su meno di 200 adolescenti. L’olanzapina è stata utilizzata con una dose iniziale flessibile pari a 2,5 mg ed è stata aumentata fino a 20 mg al giorno. Durante il trattamento con l’olanzapina gli adolescenti hanno aumentato il loro peso in misura significativamente maggiore rispetto agli adulti. L’ampiezza delle modifiche a digiuno del colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi e prolattina (v. paragrafi 4.4. e 4.8) è risultata maggiore negli adolescenti rispetto agli adulti. Non sono disponibili dati circa il perdurare dell’effetto e vi sono dati limitati sulla sicurezza a lungo termine (v. paragrafi 4.4. e 4.8).


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Olanzapina è ben assorbita dopo somministrazione orale, raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5 - 8 ore. L’assorbimento non è influenzato dall’assunzione di cibo. La biodisponibilità assoluta orale rispetto alla somministrazione endovenosa non è stata determinata.

Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il principale metabolita circolante è il 10-N-glucuronide, che non supera la barriera ematoencefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali dimostrano minore attività farmacologica in vivo rispetto all’olanzapina, negli studi su animali. L'attività farmacologica predominante viene esercitata dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo somministrazione orale, l’emivita media di eliminazione di olanzapina in volontari sani varia in funzione dell’età e del sesso.

L’emivita media di eliminazione nei volontari sani anziani (65 anni ed oltre) risulta prolungata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la depurazione ridotta (17,5 verso 18,2 l/ora) rispetto ai soggetti non anziani. La variabilità dei parametri farmacocinetici negli anziani è simile a quello riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di età superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg non hanno causato nessuna particolare reazione indesiderata.

L’emivita media di eliminazione nelle femmine risulta in una certa misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la depurazione risulta ridotta (18,9 verso 27,3 l/ora). Ciò nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato un profilo di sicurezza comparabile in pazienti di sesso femminile (n = 467) e di sesso maschile (n = 869).

In pazienti con funzionalità renale ridotta (depurazione della creatinina < 10 ml/min), non si é riscontrata una differenza significativa nell’emivita media di eliminazione (37,7 verso 32,4 ore) o nella depurazione (21,2 verso 25,0 l/ora) rispetto ai soggetti sani. Uno studio sull’equilibrio di massa ha dimostrato che circa il 57% dell’olanzapina radiomarcata viene escreta attraverso l’urina, principalmente come metaboliti.

In soggetti fumatori con moderata alterazione epatica, l’emivita media di eliminazione risulta essere prolungata (39,3 ore) e la depurazione del farmaco ridotta (18,0 l/ora), analogamente a quanto riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8 ore e 14,1 l/ora).

In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi e femmine), l’emivita media di eliminazione risulta prolungata (38,6 verso 30,4 ore) e la depurazione ridotta (18,6 verso 27,7 l/ora).

La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere più bassa negli soggetti anziani rispetto a quelli giovani, nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l’importanza di fattori quali l’età, il sesso o il fumo sulla depurazione e sull’emivita plasmatica di olanzapina è minima in confronto all’intervallo di variabilità riscontrabile tra individui.

In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni.

A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/ml olanzapina si lega per il 93% alle proteine plasmatiche. Olanzapina si lega principalmente all’albumina e all’α1 glicoproteina acida.

Popolazione pediatrica

Adolescenti (età fra i 13 e i 17 anni): La farmacocinetica dell’olanzapina negli adulti e negli adolescenti è simile. Negli studi clinici l’esposizione media a olanzapina è stata circa il 27% più elevata negli adolescenti. Le differenze demografiche fra adulti e adolescenti includevano il peso medio minore, inoltre un numero minore di adolescenti fumava. Questi fattori potrebbero contribuire alla maggiore esposizione media osservata negli adolescenti.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Tossicità acuta (per dose singola)

Nei roditori, i segni di tossicità dopo somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad elevata attività neurolettica: ipoattività, coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione dell’incremento di peso. La dose letale media osservata è stata, approssimativamente, di circa 210 mg/kg (topi) e di 175 mg/kg (ratti). I cani tollerano dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg che non risultano essere letali. Sono state osservate manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori, aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa, miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi più alti, ad uno stato di semiincoscienza.

Tossicità per dosi ripetute

In studi di durata fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei ratti e nei cani, gli effetti predominanti riscontrati sono stati depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico. Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale si è sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti, hanno comportato una diminuzione di peso dell’utero e delle ovaie ed alterazioni morfologiche dell’epitelio vaginale e della ghiandola mammaria.

Tossicità ematologica: sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti risultata essere dose-correlata nei topi ed un’aspecifica riduzione dei leucociti circolanti rispettivamente nei ratti; comunque, non è stato ritrovato nessun segno di tossicità midollare. Neutropenia, trombocitopenia o anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati con 8 o 10 mg/kg al giorno (l’esposizione all’olanzapina totale [AUC] è da 12 a 15 volte più grande di quella osservata in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono stati osservati effetti indesiderati a carico degli elementi staminali e proliferativi del midollo osseo.

Tossicità sulla riproduzione

Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione interferisce con le capacità di accoppiamento dei ratti maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a 1,1 mg/kg (3 volte la dose massima nell'uomo) ed i parametri della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo). La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di attività.

Mutagenesi

Olanzapina non è mutagena né clastogenica in una serie completa di tests standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sui batteri che in tests in vivo ed in vitro effettuati sui tessuti di mammifero.

Carcinogenesi

In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti, è stato concluso che olanzapina non possiede attività cancerogena.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Nucleo della compressa:

Lattosio monoidrato

Cellulosa microcristallina

Crospovidone

Idrossipropilcellulosa

Magnesio stearato

Rivestimento della compressa:

Ipromellosa

Diossido di titanio (E171)

Macrogol 400

Per 5 mg e 10 mg: Carminio d’indaco (E132)


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

2 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Non conservare sopra i 25°C.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Blister in Alluminio/Alluminio

7, 14, 28, 35, 56, 70 e 98 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Dr. Reddy’s s.r.l.

Via Wittgens Fernanda, 3

20123 Milano (MI)

Italia


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 7 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457018/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 14 compresse in blister Alu/Alu - AIC:040457020/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 28 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457032/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 35 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457044/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 56 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457057/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 70 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457069/M

" 2,5 mg compresse rivestite con film " 98 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457071/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 7 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457083/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 14 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457095/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 28 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457107/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 35 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457119/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 56 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457121/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 70 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457133/M

" 5 mg compresse rivestite con film " 98 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457145/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 7 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457158/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 14 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457160/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 28 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457172/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 35 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457184/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 56 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457196/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 70 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457208/M

" 10 mg compresse rivestite con film " 98 compresse in blister Alu/Alu - AIC: 040457210/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

19.07.2011


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

06.2011