Pariet&Reg;
Condividi


CERCA FARMACI O MALATTIE O SINTOMI
  www.carloanibaldi.com
 

INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

Pubblicità

 

 

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

PARIET®


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

PARIET® 10 mg compresse gastroresistenti 10 mg di rabeprazolo sodico, pari a 9,42 mg di rabeprazolo PARIET® 20 mg compresse gastroresistenti 20 mg di rabeprazolo sodico, pari a 18,85 mg di rabeprazolo.

Per gli eccipienti, vedere 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compresse gastroresistenti. PARIET® 10 mg Compresse gastroresistenti rosa, rivestite con film, biconvesse, con la scritta “E 241” riportata su un lato. PARIET® 20 mg Compresse gastroresistenti gialle, rivestite con film, biconvesse, con la scritta “E 243” riportata su un lato.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

PARIET® compresse è indicato per il trattamento di: ulcera duodenale attiva, ulcera gastrica benigna attiva, malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) sintomatica erosiva o ulcerativa, terapia a lungo termine della malattia da reflusso gastroesofageo (terapia di mantenimento della MRGE), trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo da moderata a molto severa (MRGE sintomatica), sindrome di Zollinger-Ellison, eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori in associazione ad appropriati regimi terapeutici antibatterici in pazienti con ulcera peptica (ved. paragrafo 4.2)



Pubblicità

 


04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Adulti/anziani:

Ulcera duodenale attiva ed ulcera gastrica benigna attiva: la dose orale raccomandata sia nell’ulcera duodenale attiva che nell’ulcera gastrica benigna attiva è di 20 mg una volta al giorno da assumere al mattino.

Nella maggior parte dei pazienti con ulcera duodenale attiva la cicatrizzazione avviene entro 4 settimane. Tuttavia alcuni pazienti possono richiedere, per raggiungere la cicatrizzazione, altre 4 settimane di terapia. La maggior parte di pazienti con ulcera gastrica benigna attiva guariscono entro 6 settimane. Anche in questo caso, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere necessarie per la guarigione altre 6 settimane di terapia. Malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) erosiva o ulcerativa: la dose orale raccomandata in questa patologia è di 20 mg una volta al giorno per 4 -8 settimane. Terapia a lungo termine della malattia da reflusso gastroesofageo (terapia di mantenimento della MRGE): per la terapia a lungo termine, si consiglia una compressa da 10 mg o 20 mg, una volta al giorno, a seconda della risposta del paziente. Trattamento dei sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo da moderata a molto grave (MRGE sintomatica): 10 mg una volta al giorno in pazienti senza esofagite. Se non si ottiene il controllo dei sintomi entro 4 settimane, il paziente deve essere sottoposto ad ulteriori accertamenti. Una volta risolta la sintomatologia, il successivo controllo dei sintomi può essere ottenuto adottando un regime di assunzione di 10 mg una volta al giorno al bisogno, quando necessario. Sindrome di Zollinger-Ellison: negli adulti, la dose orale iniziale raccomandata è di 60 mg una volta al giorno. La posologia può essere aumentata fino a raggiungere la dose di 120 mg/die, in base alle necessità del singolo paziente.

Possono essere somministrate dosi singole giornaliere fino a 100mg/die. La dose da 120 mg può essere frazionata in 60 mg due volte al giorno.

Il trattamento deve proseguire sino a quando clinicamente indicato. Eradicazione dell’infezione da H. pylori: i pazienti con infezione da H. pylori devono essere trattati con terapia eradicante. Si raccomanda la seguente combinazione per una durata di 7 giorni: Pariet® 20 mg 2 volte al giorno + claritromicina 500 mg 2 volte al giorno + amoxicillina 1 g 2 volte al giorno. Per le indicazioni che richiedono il trattamento una volta al giorno, le compresse di PARIET® devono essere ingerite al mattino, prima di mangiare; sebbene infatti non siano state evidenziate interferenze sull’attività del rabeprazolo sodico da parte del cibo o del momento della giornata in cui viene assunto il farmaco, questo schema di trattamento facilita la compliance del paziente. I pazienti devono essere avvisati di non masticare o frantumare le compresse ma di inghiottirle intere.

Pazienti con disfunzioni epatiche o renali:

Non sono necessari adeguamenti posologici nei pazienti con funzionalità epatica o renale alterata. Per l’uso di PARIET® in pazienti con gravi disfunzioni epatiche vedere il paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego.

Bambini

L’uso di PARIET® nei bambini non è raccomandato poichè manca esperienza sull’uso del prodotto in questo gruppo di pazienti.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

PARIET® è controindicato in pazienti con ipersensibilità nota al rabeprazolo sodico, ai derivati del benzimidazolo o a qualsiasi eccipiente presente nelle compresse. PARIET® è controindicato nelle donne in gravidanza o in allattamento.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

La risposta sintomatica alla terapia con rabeprazolo sodico non esclude la presenza di patologie maligne a livello gastrico o esofageo; tale possibilità deve, quindi, essere esclusa prima di iniziare il trattamento con PARIET®. I pazienti in terapia a lungo termine (in particolare quelli trattati per più di un anno) devono essere tenuti sotto regolare osservazione. I pazienti devono essere avvertiti di non masticare o sbriciolare le compresse, ma di inghiottirle intere. L’uso di PARIET® nei bambini non è raccomandato poiché manca esperienza sull’ uso del prodotto in questo gruppo di pazienti. Uno studio in pazienti con alterazioni epatiche da lievi a moderate non ha evidenziato significativi problemi di sicurezza correlabili all’uso del farmaco differenti da quelli osservati nei pazienti del gruppo di controllo, analogo per distribuzione di età e sesso. Comunque, dal momento che non vi sono dati clinici sull’uso di PARIET nel trattamento di pazienti con gravi disfunzioni epatiche, il medico è invitato a prestare particolare attenzione nel somministrare PARIET® per la prima volta a tali pazienti.


Links sponsorizzati

 

04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Il rabeprazolo sodico produce una intensa e duratura inibizione della secrezione acida dello stomaco. Può avvenire una interazione con i composti il cui assorbimento è pH dipendente. La somministrazione concomitante di rabeprazolo sodico e ketoconazolo o itraconazolo può determinare una riduzione significativa dei livelli plasmatici di tali antifungini. È quindi da considerare la necessità, per alcuni pazienti, di essere monitorati per determinare se è necessario un adeguamento posologico quando ketoconazolo o itraconazolo vengano assunti contemporaneamente a PARIET®. In alcuni studi clinici, farmaci antiacidi sono stati somministrati insieme a PARIET® e, in uno studio specifico di interazione farmaco-farmaco non è stata osservata alcuna interazione con farmaci antiacidi liquidi.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza: Non vi sono dati sulla sicurezza del rabeprazolo nella donna in gravidanza. Studi sulla riproduzione condotti su ratti e conigli non hanno evidenziato effetti negativi sulla fertilità o sul feto dovuti alla somministrazione di rabeprazolo sodico, anche se nel ratto si riscontra un modesto passaggio feto-placentare di farmaco. PARIET® è controindicato in gravidanza.

Allattamento: Non è noto se il rabeprazolo sodico venga escreto nel latte materno umano. Non sono stati condotti studi nelle donne in allattamento. Il rabeprazolo sodico viene comunque escreto nelle secrezioni mammarie di ratto. PARIET® non deve quindi essere usato nelle donne in allattamento.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Sulla base delle proprietà farmacodinamiche e dei possibili eventi avversi è improbabile che PARIET® possa compromettere la capacità di guidare o di usare macchinari. Se, comunque, ci fosse una riduzione dello stato di allerta dovuta a sonnolenza, si raccomanda di non guidare e di evitare l’uso di macchinari complessi.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Durante gli studi clinici PARIET® compresse si è dimostrato generalmente ben tollerato. Gli effetti indesiderati riscontrati sono stati generalmente lievi/moderati e di breve durata. I più comuni effetti indesiderati sono cefalea, diarrea e nausea. Le reazioni avverse, riferite con frequenza superiore ai casi isolati, sono elencate qui di seguito, suddivise per sistema, organo, classe e frequenza. Gli eventi avversi seguenti sono stati riferiti in seguito a studi clinici o all’esperienza post-marketing. Comunque di tutte le reazioni avverse riportate negli studi clinici sponsorizzati dalla ditta, solo cefalea, diarrea, dolore addominale, astenia, flatulenza, rash e secchezza delle fauci sono stati associati all’uso di PARIET® compresse.

La frequenza è definita come: comuni (>1/100; <1/10), non comuni (>1/1.000, <1/100) e rari (>1/10.000, <1/1000) e molto rari (<1/10.000).

Sistema/Organo/Classe Comuni Non comuni Rari Molto rari
Infezioni ed infestazioni Infezioni
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropenia Leucopenia Trombocitopenia Leucocitosi
Disturbi del sistema immunitario Reazioni allergiche acute di tipo sistemico (come per esempio edema del volto ipotensione e dispnea)*
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia
Disturbi psichiatrici Insonnia Nervosismo Sonnolenza Depressione
Patologie del sistema nervoso Mal di testa Vertigini
Patologie dell’occhio Disturbi visivi
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Faringite Rinite Bronchite Sinusite
Patologie gastro-intestinali Diarrea Vomito Nausea Dolore addominale Stipsi Flatulenza Dispepsia Secchezza delle fauci Eruttazioni Gastrite Stomatite Disturbi del gusto
Patologie epato-biliari Epatite Ittero Encefalopatia epatica**
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash Eritema* Prurito Sudorazione Reazioni bollose* Eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens- Johnson
Patologie del sistema muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa Dolore non specifico / mal di schiena Mialgia Crampi alle gambe Artralgia
Patologie renali ed urinarie Infezioni del tratto urinario Nefrite interstiziale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Sindrome similinfluenzale Dolore al torace Brividi Febbre
Esami diagnostici Aumento degli enzimi epatici** Aumento di peso

*Eritema, reazioni bollose e reazioni allergiche acute di tipo sistemico si sono generalmente risolti dopo l’interruzione del trattamento. **Sono stati riferiti rari casi di encefalopatia epatica in pazienti con pre-esistente cirrosi.

Nel trattamento di pazienti con disfunzioni epatiche gravi, il medico deve prestare cautela quando il trattamento con Pariet è somministrato per la prima volta in questo tipo di pazienti (vedere paragrafo 4.4)


Links sponsorizzati

 

04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Fino ad oggi l’esperienza dopo sovradosaggio intenzionale o accidentale è limitata. L’esposizione massima stabilita non ha superato i 60 mg/due volte al giorno, o 160 mg/una volta al giorno. Gli effetti sono generalmente minimi, caratteristici del profilo di eventi avversi noto e reversibili senza alcun ulteriore intervento medico. Non vi è alcun antidoto specifico noto. Il rabeprazolo sodico si lega in larga misura alle proteine e non è pertanto eliminabile con la dialisi. Come in ogni caso di sovradosaggio il trattamento è di tipo sintomatico e devono essere adottate misure di supporto generale.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Codice ATC: A02B C04 Meccanismo d’azione: il rabeprazolo sodico appartiene alla classe dei composti antisecretori, derivati benzimidazolici, che non possiedono attività anticolinergica o proprietà antagoniste sui recettori H2 per l’istamina, ma sopprimono la secrezione acida dello stomaco per inibizione specifica dell’enzima H+/K+ -ATPasi (la pompa acida o protonica).

L’effetto è dose-dipendente e porta all’inibizione della secrezione acida, sia questa basale o stimolata, indipendentemente dalla stimolazione.

Gli studi nell’animale indicano che dopo la somministrazione il rabeprazolo sodico scompare rapidamente sia dal plasma che dalla mucosa gastrica. Essendo una base debole il rabeprazolo viene rapidamente assorbito a tutti i livelli di dosaggio e viene concentrato nell’ambiente acido delle cellule parietali. Il rabeprazolo viene convertito nella forma sulfenamidica attiva mediante protonazione e reagisce successivamente con le molecole di cisteina disponibili sulla pompa protonica. Attività antisecretoria: dopo somministrazione orale di una dose di 20 mg di rabeprazolo sodico la comparsa dell’effetto antisecretorio si osserva entro 1 ora, mentre il massimo dell’effetto è evidente entro 2-4 ore.

L’inibizione della secrezione acida, sia basale che stimolata dal cibo, 23 ore dopo la somministrazione della prima dose di rabeprazolo sodico è pari al 69% ed all’82%, rispettivamente, e l’inibizione si protrae fino a 48 ore. L’effetto inibitorio del rabeprazolo sodico sulla secrezione acida aumenta leggermente con somministrazioni giornaliere ripetute, raggiungendo lo steady-state dell’inibizione dopo 3 giorni.

Quando le somministrazioni vengono interrotte l’attività secretoria si normalizza entro 2-3 giorni. Effetti sulla gastrina sierica: negli studi clinici i pazienti sono stati trattati con rabeprazolo sodico 10 o 20 mg una volta al giorno sino a 43 mesi. I livelli di gastrina nel siero sono aumentati durante le prime 2-8 settimane, riflettendo gli effetti inibitori sulla secrezione acida e sono rimasti poi stabili per la durata della terapia. Alla sospensione della terapia i valori della gastrina sono poi tornati ai livelli pre-trattamento, normalmente entro 1-2 settimane.

L’esame bioptico, condotto su campioni prelevati dall’antro e dal fundo dello stomaco di oltre 500 pazienti trattati con rabeprazolo sodico o farmaco di confronto fino a 8 settimane, non ha messo in evidenza alterazioni nell’istologia delle cellule ECL, nella gravità della gastrite, nell’incidenza della gastrite atrofica e della metaplasia intestinale o nella distribuzione dell’ infezione da H. pylori. In oltre 250 pazienti monitorati per 36 mesi di terapia continua, non sono state osservate variazioni significative nei parametri controllati prima e dopo il trattamento. Altri effetti: finora non sono stati rilevati effetti sistemici del rabeprazolo sodico sul SNC e sui sistemi cardiovascolare e respiratorio. Il rabeprazolo sodico, somministrato alla dose orale di 20 mg per 2 settimane, non ha causato alcun effetto sulla funzionaltà tiroidea, sul metabolismo dei carboidrati, sui livelli in circolo di ormone paratiroideo, cortisolo, estrogeni, testosterone, prolattina, colecistochinina, secretina, glucagone, ormone follicolo-stimolante (FSH), ormone luteinizzante (LH), renina, aldosterone o di ormone somatotropo. Studi in soggetti sani hanno dimostrato che rabeprazolo sodico non ha interazioni clinicamente significative con amoxicillina. Il rabeprazolo non influenza negativamente le concentrazioni plasmatiche di amoxicillina e claritromicina, durante la somministrazione concomitante nell'eradicazione dell'infezione da H. pylori del tratto gastrointestinale superiore.


Links sponsorizzati

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento: PARIET® rappresenta una formulazione in compresse con rivestimento gastro-resistente a base di rabeprazolo sodico. Questa formulazione è necessaria perchè il rabeprazolo sodico è acido-labile.

L’assorbimento del rabeprazolo inizia quindi solo dopo che la compressa ha superato lo stomaco.

L’assorbimento è rapido, con valori di concentrazione plasmatica di rabeprazolo che raggiungono il loro massimo 3,5 ore circa dopo una dose di 20 mg. Le concentrazioni plasmatiche massime (Cmax) di rabeprazolo ed i valori di AUC sono lineari nel range di dosi da 10 a 40 mg. La biodisponibilità assoluta di una dose orale di 20 mg (paragonata con la somministrazione endovenosa) è pari al 52% circa poichè è rilevante il metabolismo pre-sistemico.

Inoltre la biodisponibilità non sembra aumentare con somministrazioni ripetute. Nei soggetti sani il tempo di emivita plasmatico è di circa 1 ora (range tra 0,7 e 1,5 ore) ed il valore di clearance corporea totale è stimata essere 283 ± 98 ml/min. Non sono emerse interazioni clinicamente rilevanti con il cibo.

Nè il cibo nè il momento della somministrazione del farmaco influenzano l’assorbimento del rabeprazolo sodico. Distribuzione: nell’uomo il rabeprazolo si lega per il 97% circa alle proteine plasmatiche.

Metabolismo ed escrezione: Il rabeprazolo sodico, come altri farmaci della classe degli inibitori di pompa protonica, viene metabolizzato attraverso il sistema citocromo P 450 (CYP450) che metabolizza i farmaci a livello epatico. Studi in vitro con microsomi epatici umani hanno evidenziato che il rabeprazolo sodico viene metabolizzato da isoenzimi del sistema CYP450 (CYP2C19 e CYP3A4). In questi studi, alle concentrazioni plasmatiche previste nell’uomo, il rabeprazolo non ha effetti inducenti o inibitori su CYP3A4; sebbene gli studi in vitro possano non essere sempre predittivi della situazione in vivo, queste evidenze sono indicative di una assenza di interazione tra rabeprazolo e ciclosporina. Nell'uomo il tioetere (M1) e l'acido carbossilico (M6) sono i maggiori metaboliti plasmatici. Il sulfone (M2), il desmetiltioetere (M4) e il coniugato con l'acido mercapturico (M5) sono metaboliti minori presenti a bassi livelli. Solo il metabolita desmetil (M3) ha una lieve attività antisecretoria, ma non è presente nel plasma. Dopo una dose orale singola di rabeprazolo sodico marcato con 14C non è presente farmaco immodificato nelle urine. Circa il 90% della dose viene eliminata nelle urine, principalmente sotto forma di 2 metaboliti, un prodotto di coniugazione con l’acido mercapturico (M5) ed un acido carbossilico (M6), più due metaboliti non identificati. La parte rimanente della dose somministrata viene recuperata nelle feci. Sesso

Non vi sono differenze imputabili al sesso nei parametri farmacocinetici, quando rapportati alla massa corporea ed all’altezza, dopo somministrazione di una dose singola di rabeprazolo 20 mg. Disfunzione renale È stato osservato che, nei pazienti con grave insufficienza renale cronica e sotto dialisi di mantenimento (clearance della creatinina ² 5 ml/min/1,73 m²) la disponibilità del rabeprazolo è molto simile a quella che si riscontra nei volontari sani. I valori di AUC e di Cmax in questi pazienti erano circa il 35% più bassi di quelli corrispondenti nei volontari sani. Il tempo di emivita medio del rabeprazolo era di 0,82 ore nel volontario sano, 0,95 ore nei pazienti durante l’emodialisi e 3,6 ore dopo la dialisi. La clearance del farmaco nei pazienti con disfunzione renale richiedente emodialisi di mantenimento era circa 2 volte quella dei volontari sani. Disfunzione epatica Dopo somministrazione di una dose singola di 20 mg di rabeprazolo, in pazienti con disfunzioni epatiche croniche, di entità da lieve a moderata, si è evidenziato, rispetto a quanto osservato nei volontari sani, un raddoppio della AUC e un incremento di 2 o 3 volte del tempo di emivita del rabeprazolo. Comunque, dopo una dose giornaliera di 20 mg ripetuta per 7 giorni, il valore di AUC è aumentato solo di 1,5 volte ed il valore di Cmax solo di 1,2 volte. Il tempo di emivita del rabeprazolo nei pazienti con alterata funzionalità epatica era di 12,3 ore mentre nei volontari sani era di 2,1 ore. La risposta farmacodinamica (controllo del pH gastrico) nei due gruppi era clinicamente comparabile.

Anziani: La velocità di eliminazione del rabeprazolo è lievemente ridotta nell’anziano. Dopo 7 giorni di somministrazione quotidiana di rabeprazolo sodico 20 mg i valori di AUC sono quasi raddoppiati, i valori di Cmax sono superiori del 60% circa e il t½ aumentato del 30% circa rispetto a quanto riscontrato in giovani volontari sani. Non vi sono comunque evidenze di accumulo di rabeprazolo.

Polimorfismo del CYP2C19: Dopo somministrazione di una dose giornaliera di 20 mg di rabeprazolo per 7 giorni, i metabolizzatori lenti del CYP2C19 presentavano valori di AUC e di t½ pari a circa 1,9 ed 1,6 volte quelli riscontrati per i metabolizzatori rapidi, mentre la Cmax aumentava solo del 40%.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Effetti pre-clinici sono stati osservati solo con dosaggi così elevati rispetto alla dose massima prevista per l’uomo da rendere trascurabili, rispetto ai dati nell’animale, i timori per la sicurezza del prodotto nell’uomo. Gli studi di mutagenesi hanno dato risultati non univoci. I test su linee cellulari di linfoma di topo sono stati positivi ma il test del micronucleo in vivo ed i test di riparazione del DNA in vivo ed in vitro sono stati negativi. Gli studi di carcinogenesi non hanno evidenziato particolari rischi per l’uomo.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Nucleo della compressa: Mannitolo, magnesio ossido, iprolosa a basso grado di sostituzione, iprolosa, magnesio stearato;

Rivestimento: etilcellulosa, magnesio ossido;

Rivestimento gastroenterico: ipromellosa ftalato, monogliceridi diacetilati, talco, titanio diossido (E171), ossido di ferro rosso (E172), cera carnauba

Inchiostro: rivestimento ad uso farmaceutico, ossido di ferro nero (E172), glicole propilenico, antischiuma A per medicinali. PARIET 20 mg

Nucleo della compressa: Mannitolo,magnesio ossido, iprolosa a basso grado di sostituzione, iprolosa, magnesio stearato;

Rivestimento: etilcellulosa, magnesio ossido;

Rivestimento gastroenterico: ipromellosa ftalato, monogliceridi diacetilati, talco, titanio diossido (E171), ossido di ferro giallo (E 172), cera carnauba;

Inchiostro: gomma lacca per uso alimentare (E 904), ossido di ferro rosso (E 172), lecitina di soia (E 322), antischiuma DC 1510.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

2 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Non conservare a temperature superiori a 25°C. Non conservare in frigorifero.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

blister strip alluminio/alluminio. Confezioni: blister da 1,7,14,15,28,30,50,56,75, o 120 compresse.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

JANSSEN-CILAG SpA Via M. Buonarroti, 23 - 20093 COLOGNO MONZESE (Milano)


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

PARIET® 14 compresse da 10 mg AIC n. 034216022/M PARIET® 14 compresse da 20 mg AIC n. 034216186/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

03/03/1999


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

01/04/2007