Prolia 60Mg Soluzione Iniettabile
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

PROLIA 60MG SOLUZIONE INIETTABILE


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni siringa preriempita contiene 60 mg di denosumab in 1 ml di soluzione (60 mg/ml).

Denosumab è un anticorpo monoclonale umano di tipo IgG2 prodotto in una linea cellulare di mammifero (CHO) mediante tecnologia del DNA ricombinante.

Eccipienti noti per avere un’azione riconosciuta:

Ogni ml di soluzione contiene 47 mg di sorbitolo (E420) (vedere paragrafo 4.4).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Soluzione iniettabile (iniezione).

Soluzione limpida, da incolore a leggermente gialla.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Trattamento dell’osteoporosi in donne in post-menopausa ad aumentato rischio di fratture.

Prolia riduce significativamente il rischio di fratture vertebrali, non vertebrali e di femore.

Trattamento della perdita ossea associata a terapia ormonale ablativa in uomini con cancro alla prostata ad aumentato rischio di fratture (vedere paragrafo 5.1). Negli uomini con cancro alla prostata in trattamento con terapia ormonale ablativa, Prolia riduce significativamente il rischio di fratture vertebrali.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Posologia

La dose raccomandata di Prolia è 60 mg somministrati come iniezione sottocutanea singola una volta ogni 6 mesi nella coscia, nell’addome o nella parte posteriore del braccio.

I pazienti devono ricevere un adeguato supplemento di calcio e vitamina D (vedere paragrafo 4.4).

Pazienti con insufficienza renale

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Pazienti con insufficienza epatica

La sicurezza e l’efficacia di denosumab non sono state studiate nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 5.2).

Pazienti anziani (età 65)

Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.

Popolazione pediatrica

Prolia non è raccomandato nei pazienti pediatrici (età < 18) in quanto la sicurezza e l’efficacia di Prolia in questi pazienti non sono state stabilite. In studi condotti su animali, l’inibizione del RANK/RANK ligando (RANKL) è stata associata all’inibizione della crescita ossea e alla mancata eruzione dentale (vedere paragrafo 5.3).

Modo di somministrazione

La somministrazione deve essere eseguita da un soggetto adeguatamente addestrato nelle tecniche di iniezione. Per uso sottocutaneo.

Per le istruzioni sull’uso, sulla manipolazione e sullo smaltimento, vedere paragrafo 6.6.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

- Ipocalcemia (vedere paragrafo 4.4).

- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Apporto di Calcio e Vitamina D

È importante che tutti i pazienti assumano un adeguato apporto di calcio e vitamina D.

Precauzioni per l’uso

L’ipocalcemia deve essere corretta mediante un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D prima dell’inizio della terapia. I pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) o sottoposti a dialisi hanno un maggior rischio di sviluppare ipocalcemia. Il monitoraggio clinico dei livelli di calcio è raccomandato per i pazienti predisposti a sviluppare ipocalcemia.

I pazienti trattati con Prolia possono sviluppare infezioni cutanee (principalmente cellulite) che richiedono l’ospedalizzazione (vedere paragrafo 4.8). Ai pazienti deve essere detto di rivolgersi immediatamente al medico se sviluppano segni o sintomi di cellulite.

Nei pazienti trattati con denosumab o con bisfosfonati, un’altra classe di agenti anti-riassorbitivi, sono stati riportati casi di osteonecrosi della mandibola (ONJ). La maggior parte dei casi si è verificata in pazienti oncologici; tuttavia, alcuni casi sono stati riportati anche in pazienti con osteoporosi.

L’ONJ è stata riportata raramente negli studi clinici in pazienti trattati con denosumab ad una dose di 60 mg ogni 6 mesi per il trattamento dell’osteoporosi.

Sono stati riportati casi di ONJ negli studi clinici in pazienti con cancro in stadio avanzato trattati con denosumab alla dose studiata di 120 mg, somministrati una volta al mese. I fattori di rischio noti per l’ONJ includono una diagnosi di cancro con lesioni ossee, terapie concomitanti (ad es. chemioterapia, farmaci biologici antiangiogenici, corticosteroidi, radioterapia della regione testa-collo), scarsa igiene orale, estrazioni dentali e patologie concomitanti (ad es. malattie dentali pre-esistenti, anemia, coagulopatie, infezioni) e pregressi trattamenti con bisfosfonati.

Si deve considerare una visita odontoiatrica con un’appropriata profilassi dentale prima del trattamento con Prolia in pazienti con fattori di rischio concomitanti. Durante il trattamento, questi pazienti devono evitare, ove possibile, procedure odontoiatriche invasive.

Durante il trattamento con Prolia deve essere mantenuta una buona igiene orale. Nei pazienti che sviluppano l’ONJ durante il trattamento con Prolia, la chirurgia dentale può peggiorare la condizione. Se durante il trattamento con Prolia si sviluppasse una ONJ, il piano di gestione di ciascun paziente dovrà essere basato sul giudizio clinico del medico e sulla valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.

Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice), che potrebbe causare reazioni allergiche.

Avvertenze per gli eccipienti

I pazienti con rare condizioni ereditarie di intolleranza al fruttosio non devono assumere Prolia.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per 60 mg, cioè è essenzialmente "privo di sodio".


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Non sono stati effettuati studi di interazione.

Non sono disponibili dati clinici riguardanti la somministrazione concomitante di denosumab e della terapia ormonale sostitutiva (estrogeni), tuttavia un potenziale rischio di interazione farmacodinamica è considerato basso.

In uno studio clinico di transizione (da alendronato a denosumab) condotto in donne in post-menopausa affette da osteoporosi, la farmacocinetica e la farmacodinamica di denosumab non sono state alterate dalla precedente terapia con alendronato.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza

Non sono disponibili dati adeguati riguardanti l’uso di Prolia nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti sugli animali non hanno rilevato effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). In topi geneticamente modificati, in cui il RANKL non viene espresso a causa della rimozione del gene (topo "knockout"), gli studi suggeriscono che l’assenza del RANKL (il bersaglio di denosumab - vedere paragrafo 5.1) potrebbe interferire con lo sviluppo dei linfonodi nel feto e causare un’alterazione della dentizione e della crescita ossea dopo la nascita (vedere paragrafo 5.3). L’uso di Prolia non è raccomandato nelle donne in gravidanza.

Allattamento

Non è noto se denosumab è escreto nel latte materno umano. Studi condotti su topi knockout suggeriscono che l’assenza del RANKL durante la gravidanza potrebbe interferire con la maturazione della ghiandola mammaria, causando alterazioni dell’allattamento dopo il parto (vedere paragrafo 5.3). Si deve decidere se astenersi dall’allattamento o dalla terapia con Prolia, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il neonato/infante e il beneficio della terapia con Prolia per la donna.

Fertilità

Non sono disponibili dati sugli effetti di denosumab sulla fertilità umana. Gli studi condotti sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Prolia non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Riassunto delle reazioni avverse

La sicurezza di Prolia è stata valutata su 10.534 donne con osteoporosi post-menopausale (per un periodo di tempo fino a 5 anni) e su pazienti con cancro della mammella o della prostata trattati con terapia ormonale ablativa in studi clinici di fase II e III controllati verso placebo.

Per la classificazione delle reazioni avverse riportate in questi studi clinici di fase II e III, è stata utilizzata la seguente convenzione (vedere tabella 1): molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000) in base all’incidenza annuale degli eventi. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

Tabella 1 Reazioni avverse riportate in studi clinici di fase II e III controllati verso placebo in donne affette da osteoporosi post-menopausale e pazienti con cancro della mammella o della prostata trattati con terapia ormonale ablativa

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Frequenza Effetto indesiderato
Infezioni ed infestazioni Comune Infezioni del tratto urinario
Comune Infezioni delle vie respiratorie superiori
Non comune Diverticolite¹
Non comune Cellulite¹
Non comune Infezioni dell’orecchio
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto raro Ipocalcemia¹
Patologie del sistema nervoso Comune Sciatica
Patologie dell’occhio Comune Cataratta¹
Patologie gastrointestinali Comune Costipazione
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Rash
Non comune Eczema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Dolore agli arti
¹Vedere sezione Descrizione di reazioni avverse selezionate

In un’analisi combinata dei dati di tutti gli studi clinici di fase II e III controllati verso placebo, la sindrome simil-influenzale è stata riportata con un’incidenza dello 0,006 pazienti/anno nei soggetti trattati con denosumab e dello 0,003 pazienti/anno nei soggetti trattati con placebo. Nonostante questa differenza sia emersa nell’analisi combinata dei diversi studi, non è stata osservata nell’analisi stratificata utilizzata per stimare le reazioni avverse riportate nella tabella 1, né in nessuno degli studi presi singolarmente.

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Ipocalcemia

In due studi clinici di fase III controllati verso placebo su donne con osteoporosi post-menopausale, circa lo 0,05% (2 su 4.050) delle pazienti ha riportato diminuzioni dei livelli sierici di calcio (meno di 1,88 mmol/l) in seguito alla somministrazione di Prolia. Diminuzioni dei livelli sierici di calcio (meno di 1,88 mmol/l) non sono state invece riportate nei due studi clinici di fase III controllati verso placebo su pazienti trattati con terapia ormonale ablativa.

Infezioni cutanee

Negli studi clinici di fase III controllati verso placebo condotti su donne con osteoporosi post-menopausale, l’incidenza complessiva delle infezioni cutanee è risultata simile nei gruppi trattati con placebo e con Prolia (placebo [1,2%, 50 su 4.041] vs. Prolia [1,5%, 59 su 4.050]). Analoga evidenza è stata osservata anche negli studi clinici di fase III controllati verso placebo condotti su pazienti con cancro della mammella o della prostata trattati con terapia ormonale ablativa (placebo [1,7%, 14 su 845] vs. Prolia [1,4%, 12 su 860]). Le infezioni cutanee che hanno richiesto l’ospedalizzazione sono state riportate nello 0,1% (3 su 4.041) delle donne con osteoporosi post-menopausale trattate con placebo, rispetto allo 0,4% (16 su 4.050) delle donne in trattamento con Prolia. Prevalentemente si è trattato di casi di cellulite. Negli studi condotti sui pazienti con cancro della mammella e della prostata, le infezioni cutanee riportate come reazioni avverse gravi sono risultate simili nei gruppi trattati con placebo (0,6%, 5 su 845) e con Prolia (0,6%, 5 su 860).

Osteonecrosi della mandibola

Nel programma di sviluppo clinico di Prolia per l’osteoporosi (8.710 pazienti trattati ≥ 1 anno), l’osteonecrosi della mandibola (ONJ) è stata segnalata raramente (vedere paragrafo 4.4).

Cataratta

In un singolo studio clinico di fase III controllato verso placebo su pazienti con cancro della prostata in terapia di deprivazione androgenica (ADT), è stata osservata una differenza nell’incidenza di cataratta (4,7% denosumab, 1,2% placebo). Nessuna differenza è stata osservata in donne con osteoporosi post-menopausale o in donne trattate con inibitori dell’aromatasi per cancro della mammella non metastatico.

Diverticolite

In un singolo studio clinico di fase III controllato verso placebo su pazienti con cancro della prostata in terapia di deprivazione androgenica (ADT), é stata osservata una differenza nell’incidenza di diverticolite (1,2% denosumab, 0% placebo). L’incidenza di diverticolite è risultata comparabile tra i gruppi di trattamento in donne con osteoporosi post-menopausale e in donne trattate con inibitori dell’aromatasi per cancro della mammella non metastatico.

Altre popolazioni speciali

Nel corso degli studi clinici, i pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) o sottoposti a dialisi hanno mostrato un maggior rischio di sviluppare ipocalcemia in assenza di supplementazione con calcio. Un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D è importante nei pazienti con insufficienza renale grave o sottoposti a dialisi (vedere paragrafo 4.4).


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Non sono stati riportati casi di sovradosaggio negli studi clinici. Nel corso degli studi clinici, Prolia è stato somministrato a dosi fino a 180 mg ogni 4 settimane (dosi cumulative fino a 1.080 mg nell’arco di 6 mesi) e non sono state osservate ulteriori reazioni avverse.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa âE.“ altri farmaci che agiscono sulla struttura e mineralizzazione ossee, codice ATC: M05BX04.

Meccanismo d’azione

Denosumab è un anticorpo monoclonale umano (IgG2) diretto contro il RANKL, al quale si lega con elevata affinità e specificità, prevenendo l’attivazione del suo recettore RANK, presente sulla superficie degli osteoclasti e dei loro precursori. Il blocco dell’interazione tra RANKL e RANK inibisce la formazione, la funzionalità e la sopravvivenza degli osteoclasti, riducendo in tal modo il riassorbimento osseo, sia a livello corticale che trabecolare.

Effetti farmacodinamici

Il trattamento con Prolia ha ridotto rapidamente il turnover osseo, raggiungendo il nadir per il marcatore sierico di riassorbimento osseo telopeptide C-terminale del collagene di tipo I (CTX) (riduzione dell’85%) in 3 giorni. La riduzione del CTX si è mantenuta per tutto l’intervallo di somministrazione. Al termine di ogni intervallo di somministrazione, le riduzioni del CTX risultavano parzialmente attenuate da una riduzione massima ≥ 87% a circa ≥ 45% (range 45-80%), riflettendo la reversibilità degli effetti di Prolia sul rimodellamento osseo una volta che i livelli sierici diminuiscono. Tali effetti si sono mantenuti continuando il trattamento con Prolia. I marcatori di turnover osseo raggiungevano in genere i livelli pre-trattamento entro 9 mesi dall’ultima somministrazione. Alla ripresa del trattamento, le riduzioni del CTX indotte da denosumab erano simili a quelle osservate in pazienti naÃ-ve che iniziavano il trattamento con denosumab.

Immunogenicità

Negli studi clinici, non sono stati osservati anticorpi neutralizzanti diretti verso Prolia. Sulla base dei risultati di un test immunologico sensibile, meno dell’1% dei pazienti trattati con denosumab fino a un massimo di 5 anni è risultato positivo per gli anticorpi non neutralizzanti senza alcuna evidenza di alterazione del profilo farmacocinetico, tossicologico o della risposta clinica.

Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale

L’efficacia e la sicurezza di Prolia somministrato ogni 6 mesi per 3 anni sono state valutate in donne in post-menopausa (7.808 donne di età compresa tra i 60 e i 91 anni delle quali il 23,6% aveva prevalenti fratture vertebrali) con valori di BMD (densità minerale ossea) basali espressi in T-score a livello della colonna lombare o del femore totale compresi tra -2,5 -4,0 e con una probabilità media assoluta di frattura a 10 anni del 18,60% (decili: 7,9-32,4%) per fratture osteoporotiche maggiori e del 7,22% (decili: 1,4-14,9%) per fratture di femore. Le donne affette da altre patologie o in trattamento con terapie in grado di influenzare il metabolismo osseo sono state escluse dallo studio. Le pazienti hanno ricevuto una supplementazione quotidiana di calcio (almeno 1.000 mg) e di vitamina D (almeno 400 UI).

Effetti sulle fratture vertebrali

Prolia ha ridotto in modo significativo il rischio di nuove fratture vertebrali a 1, 2 e 3 anni (p < 0,0001) (vedere tabella 2).

Tabella 2 Effetti di Prolia sul rischio di nuove fratture vertebrali

  Percentuale di donne con fratture (%) Riduzione del rischio assoluto (%) (IC al 95%) Riduzione del rischio relativo (%) (IC al 95%)
Placebo n = 3.906 Prolia n = 3.902
0-1 anno 2,2 0,9 1,4 (0,8 - 1,9) 61 (42 - 74)**
0-2 anni 5,0 1,4 3,5 (2,7 - 4,3) 71 (61 - 79)**
0-3 anni 7,2 2,3 4,8 (3,9 - 5,8) 68 (59 - 74)*
*p < 0,0001,
**p < 0,0001 âE.“ analisi esplorativa

Effetti sulle fratture di femore

Prolia ha dimostrato una riduzione relativa del 40% (riduzione del rischio assoluto dello 0,5%) del rischio di fratture di femore a 3 anni (p < 0,05). L’incidenza di fratture di femore a 3 anni è stata pari all’1,2% nel gruppo placebo e allo 0,7% nel gruppo trattato con Prolia.

In un’analisi a posteriori (post-hoc) in donne di età superiore a 75 anni, Prolia ha dimostrato una riduzione del rischio relativo del 62% (riduzione del rischio assoluto dell’1,4%, p< 0,01).

Effetti su tutte le fratture cliniche

Prolia ha ridotto significativamente tutti i tipi/gruppi di fratture (vedere tabella 3).

Tabella 3 Effetti di Prolia sul rischio di fratture cliniche a 3 anni

  Percentuale di donne con fratture (%)+ Riduzione del rischio assoluto (%) (IC al 95%) Riduzione del rischio relativo (%) (IC al 95%)
Placebo n = 3.906 Prolia n = 3.902
Qualunque frattura clinica1 10,2 7,2 2,9 (1,6 - 4,2) 30 (19 - 41)***
Frattura vertebrale clinica 2,6 0,8 1,8 (1,2 - 2,4) 69 (53 - 80)***
Frattura non vertebrale² 8,0 6,5 1,5 (0,3 - 2,7) 20 (5 - 33)**
Frattura non vertebrale maggiore³ 6,4 5,2 1,2 (0,1 - 2,2) 20 (3 - 34)*
Frattura osteoporotica maggiore4 8,0 5,3 2,7 (1,6 - 3,9) 35 (22 - 45)***
*p ≤ 0,05;
**p = 0,0106 (endpoint secondario dopo correzione multipla),
***p ≤ 0,0001
+ Incidenza di eventi basata sulle stime di Kaplan-Meier a 3 anni.
(1) Incluse fratture cliniche vertebrali e non vertebrali.
(2) Escluse quelle a carico delle vertebre, cranio, volto, mandibola, metacarpo e falangi delle dita di mani e piedi.
(3) Inclusi pelvi, femore distale, tibia prossimale, coste, omero prossimale, avambraccio e femore.
(4) Incluse fratture cliniche vertebrali, di femore, dell’avambraccio e dell’omero, in base alla definizione dell’OMS.

In donne con valori di BMD basali espressi in T-score del collo femorale ≤ -2,5 Prolia ha ridotto il rischio di fratture non vertebrali (riduzione del rischio relativo del 35%, riduzione del rischio assoluto del 4,1%, p < 0,001, analisi esplorativa).

La riduzione dell’incidenza di nuove fratture vertebrali, fratture di femore e fratture non vertebrali da parte di Prolia nell’arco di 3 anni è rimasta costante, indipendentemente dal rischio basale di frattura a 10 anni.

Effetti sulla densità minerale ossea

Rispetto al trattamento con placebo, Prolia ha aumentato significativamente la BMD in tutti i siti scheletrici misurati a 1, 2 e 3 anni. Prolia ha aumentato la BMD del 9,2% a livello della colonna lombare, del 6,0% a livello del femore totale, del 4,8% a livello del collo femorale, del 7,9% a livello del trocantere, del 3,5% a livello del terzo distale del radio e del 4,1% a livello del total body nell’arco di 3 anni (tutti p < 0,0001).

In studi clinici che hanno valutato gli effetti dell’interruzione di Prolia, la BMD ritornava approssimativamente ai livelli pre-trattamento entro 18 mesi dall’ultima somministrazione e rimaneva al di sopra del placebo. Questi dati indicano che il trattamento continuativo con Prolia è necessario per mantenere l’effetto della terapia. La ripresa della terapia con Prolia portava a incrementi della BMD simili a quelli registrati quando Prolia veniva somministrato per la prima volta.

Istologia ossea

L’istologia ossea è stata valutata dopo 1-3 anni di trattamento con Prolia in 62 donne con osteoporosi post-menopausale o con una ridotta massa ossea precedentemente trattate con alendronato. I risultati delle biopsie ossee di entrambi gli studi hanno mostrato ossa di normale architettura e qualità, senza alcuna evidenza di difetti di mineralizzazione, osso non lamellare (woven bone) o fibrosi midollare.

Trattamento della perdita ossea associata a terapia di deprivazione androgenica

L’efficacia e la sicurezza di Prolia, somministrato una volta ogni 6 mesi per 3 anni, é stata valutata in uomini con cancro della prostata non metastatico, confermato istologicamente, in trattamento con ADT (1.468 uomini di età compresa tra i 48 e i 97 anni) con aumentato rischio di frattura (definito come età > 70 anni o < 70 anni con valori di BMD espressi in T-score a livello della colonna lombare, del femore totale o del collo femorale < -1,0 o una pregressa frattura osteoporotica). Tutti i soggetti ricevevano una supplementazione quotidiana di calcio (almeno 1.000 mg) e vitamina D (almeno 400 UI).

Rispetto al trattamento con placebo, Prolia ha aumentato significativamente la BMD in tutti i siti scheletrici misurati a 3 anni del 7,9% a livello della colonna lombare, del 5,7% a livello del femore totale, del 4,9% a livello del collo femorale, del 6,9% a livello del trocantere, del 6,9% a livello del terzo distale del radio e del 4,7% a livello del total body (tutti p < 0,0001). In un’analisi esplorativa pianificata prospetticamente, sono stati osservati incrementi significativi della BMD a livello della colonna lombare, del femore totale, del collo femorale e del trocantere 1 mese dopo la prima somministrazione.

Prolia ha dimostrato una significativa riduzione del rischio relativo di nuove fratture vertebrali dell’85% (riduzione del rischio assoluto dell’1,6%) a 1 anno, del 69% (riduzione del rischio assoluto del 2,2%) a 2 anni e del 62% (riduzione del rischio assoluto del 2,4%) a 3 anni (tutti p < 0,01).

Trattamento della perdita ossea associata alla terapia adiuvante con inibitori dell’aromatasi

L’efficacia e la sicurezza di Prolia somministrato una volta ogni 6 mesi per 2 anni sono state valutate in donne con cancro della mammella non metastatico (252 donne di età compresa tra 35 e 84 anni) con valori di BMD basali espressi in T-score compresi tra -1,0 e -2,5 a livello della colonna lombare, del femore totale o del collo femorale. Tutte le donne ricevevano una supplementazione quotidiana di calcio (almeno 1.000 mg) e vitamina D (almeno 400 UI).

Lo studio aveva come endpoint primario di efficacia la variazione percentuale della BMD della colonna lombare, mentre l’efficacia sulle fratture non è stata valutata. Rispetto al trattamento con placebo a 2 anni, Prolia ha aumentato significativamente la BMD in tutti i siti scheletrici misurati del 7,6% a livello della colonna lombare, del 4,7% a livello del femore totale, del 3,6% a livello del collo femorale, del 5,9% a livello del trocantere, del 6,1% a livello del terzo distale del radio e del 4,2% a livello del total body (tutti p < 0,0001).

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Prolia in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento di disturbi legati alla menopausa e alla perimenopausa, e per il trattamento della perdita ossea associata a terapia ormonale ablativa (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

In seguito alla somministrazione sottocutanea di una dose pari a 1,0 mg/kg, equivalente all’incirca alla dose approvata di 60 mg, l’esposizione basata sull’AUC è stata pari al 78% rispetto alla somministrazione per via endovenosa della stessa dose. Per una dose sottocutanea di 60 mg, la concentrazione sierica massima (Cmax) di denosumab, pari a 6 mcg/ml (range 1-17 mcg/ml), si raggiungeva in 10 giorni (range 2-28 giorni). Dopo aver raggiunto la Cmax, i livelli sierici diminuivano con un’emivita di 26 giorni (range 6-52 giorni) in un periodo di 3 mesi (range 1,5-4,5 mesi). Il 53% dei pazienti non presentava quantità misurabili di denosumab rilevabili a 6 mesi dopo la somministrazione della dose. In studi di valutazione della dose (dose-ranging), denosumab presentava una farmacocinetica non lineare, dose-dipendente, con una clearance più bassa a dosi o concentrazioni più elevate, ma con incrementi dell’esposizione approssimativamente proporzionali alle dosi per dosaggi uguali o superiori a 60 mg.

Non è stato osservato alcun accumulo o cambiamento nella farmacocinetica di denosumab nel tempo, in caso di dosaggio multiplo sottocutaneo di 60 mg una volta ogni 6 mesi. La farmacocinetica di denosumab non veniva influenzata dalla formazione di anticorpi leganti il farmaco ed era simile negli uomini e nelle donne. L’età (28-87 anni), la razza e il tipo della malattia (ridotta massa ossea od osteoporosi; cancro della prostata o della mammella) non sembrano avere effetti significativi sulla farmacocinetica di denosumab.

Sulla base dell’AUC e della Cmax si è osservata una correlazione inversa tra peso corporeo ed esposizione al farmaco. Tuttavia, tale correlazione non è stata considerata clinicamente rilevante, in quanto gli effetti farmacodinamici basati sui marker di turnover osseo e sugli incrementi della BMD sono stati costanti in un ampio range di pesi corporei.

Denosumab è composto unicamente da aminoacidi e carboidrati come le immunoglobuline native ed è improbabile che venga eliminato tramite metabolismo epatico. È prevedibile che il metabolismo e l’eliminazione del farmaco seguano le vie della clearance delle immunoglobuline, che si realizzano con la degradazione in piccoli peptidi e in aminoacidi singoli.

Popolazioni speciali

In uno studio su 55 pazienti con vari gradi di funzionalità renale, inclusi pazienti in dialisi, il grado di compromissione renale non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica di denosumab.

Non è stato eseguito nessuno studio specifico sui pazienti con funzionalità epatica compromessa. In generale, gli anticorpi monoclonali non vengono eliminati tramite metabolismo epatico. È prevedibile che la farmacocinetica di denosumab non sia influenzata dalla compromissione della funzionalità epatica.

Il profilo farmacocinetico nella popolazione pediatrica non è stato valutato.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

In studi di tossicità con dosi singole e ripetute condotti in scimmie cynomolgus, dosaggi di denosumab risultanti in un’esposizione sistemica fino a 100-150 volte superiore rispetto alla dose umana raccomandata, non hanno avuto alcun impatto sulla fisiologia cardiovascolare, sulla riproduzione maschile o femminile o prodotto tossicità d’organo specifica.

Non sono stati effettuati test standard per indagare la potenziale genotossicità di denosumab, in quanto tali test non sono rilevanti per questa molecola. Tuttavia, date le sue caratteristiche, è improbabile che denosumab abbia un potenziale genotossico.

La potenziale cancerogenicità di denosumab non è stata valutata in studi a lungo termine sugli animali.

Ad esposizioni fino a 100 volte superiori a quella umana, denosumab non ha compromesso la fertilità femminile e provocato danni fetali nelle scimmie cynomolgus in studi di tossicità. In studi preclinici condotti su topi knockout che non esprimevano RANK o RANKL, è stata osservata una compromissione della formazione dei linfonodi fetali. È stata anche osservata assenza della lattazione dovuta all’inibizione della maturazione della ghiandola mammaria (sviluppo delle strutture lobulo-alveolari della ghiandola durante la gravidanza) in topi knockout che non esprimevano RANK o RANKL.

In studi preclinici sulla qualità ossea condotti in scimmie trattate a lungo termine con denosumab, la riduzione del turnover osseo si è accompagnata ad un miglioramento della resistenza ossea e ad una normale istologia. I livelli di calcio erano transitoriamente diminuiti, mentre quelli dell’ormone paratiroideo temporaneamente aumentati nelle scimmie ovariectomizzate trattate con denosumab.

In topi di sesso maschile geneticamente modificati per esprimere RANKL umano (topi knockin) e sottoposti a frattura transcorticale, denosumab ritardava la rimozione della cartilagine e il rimodellamento del callo osseo rispetto al gruppo di controllo, ma la resistenza biomeccanica non veniva negativamente influenzata.

I topi knockout (vedere paragrafo 4.6) che non esprimevano RANK o RANKL mostravano un calo ponderale, una crescita ossea ridotta e una mancata eruzione dentale. In ratti neonati, l’inibizione del RANKL (bersaglio della terapia con denosumab) con elevate dosi di osteoprotegerina legata a Fc (OPG-Fc) è stata associata a inibizione della crescita ossea e dell’eruzione dentale. La reversibilità degli effetti di OPG-Fc non è stata esaminata. Primati in fase adolescenziale trattati con dosi di denosumab 27 e 150 volte (dosi da 10 e 50 mg/kg) superiori alle dosi utilizzate in clinica presentavano anomalie delle cartilagini di accrescimento. Pertanto, il trattamento con denosumab potrebbe compromettere la crescita ossea nei bambini con cartilagini di accrescimento aperte e inibire l’eruzione dentale.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Acido acetico glaciale*

Sodio idrossido (per l’aggiustamento del pH)*

Sorbitolo (E420)

Polisorbato 20

Acqua per preparazioni iniettabili

* Il tampone acetato si ottiene miscelando acido acetico e sodio idrossido


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni.

Prolia può essere conservato a temperatura ambiente (fino a 25° C) fino a 30 giorni nella confezione originale. Una volta tolto dal frigorifero, Prolia deve essere utilizzato entro questo periodo di 30 giorni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Conservare in frigorifero (2° C - 8° C).

Non congelare.

Conservare la siringa preriempita nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

Non agitare eccessivamente.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Una soluzione da 1 ml in una siringa preriempita monouso di vetro di tipo I con ago calibro 27  in acciaio inossidabile, con o senza protezione dell’ago.

Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca, che è un derivato del lattice (vedere paragrafo 4.4).

Confezione da una siringa, con blister (siringa preriempita con o senza protezione dell’ago) o senza blister (solo siringa preriempita).


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Prima della somministrazione, la soluzione di Prolia deve essere ispezionata. Non iniettare la soluzione se contiene particelle visibili o se appare torbida o scolorita. Non agitare eccessivamente. Per evitare reazioni nel sito di iniezione, lasciare che la siringa preriempita raggiunga la temperatura ambiente (fino a 25° C) prima dell’iniezione e iniettare lentamente. Iniettare l’intero contenuto della siringa preriempita. Smaltire qualsiasi residuo di medicinale rimasto all’interno della siringa preriempita.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Amgen Europe B.V.

Minervum 7061

NL-4817 ZK Breda

Paesi Bassi


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

EU/1/10/618/001

040108019

EU/1/10/618/002

040108021

EU/1/10/618/003

040108033


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

26 Maggio 2010


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

20 Settembre 2010