VADEMECUM DEGLI ANTIBIOTICI

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Acido fusidico                                                                                             

Generalità

Antibiotico batteriostatico a struttura steroidea, liposolubile, l’acido fusidico è utilizzato soprattutto come antibiotico antistafilococcico, anche se il suo spettro d’azione comprende anche altri cocchi Gram positivi e Gram negativi, alcuni bacilli Gram positivi e alcuni anaerobi.

Composizione chimica ed origine

L’acido fusidico è il solo antibiotico a struttura steroidea (triterpenoide), la quale gli conferisce delle proprietà surfattanti. Viene estratto da colture di Fusidium coccineum e la formula di struttura di uno dei suoi sali, la dietanolamina, è rappresentata nella figura 9.1.

Proprietà chimico-fisiche

L’acido fusidico ha peso molecolare di 517; è poco solubile in acqua; è dotato di elevata lipofilia. Ha carattere di acido debole (pKa 5.7); la dissociazione ionica al pH del sangue e dei tessuti è intensa. Macroscopicamente si presenta come una polvere bianca cristallina; in soluzione acquosa ha proprietà surfattanti. Per la somministrazione endovenosa (perfusione) viene impiegato il sale sodico, il quale viene anche utilizzato per la somministrazione per via orale. Presenta un’azione immunosoppressiva.

Meccanismo d’azione

Inibizione della sintesi delle proteine batteriche per impedimento della polimerizzazione terminale degli aminoacidi, a causa dell’inibizione del fattore di elongazione G, il quale permette la translocazione dell’RNA transfert (tRNA) all’interno della subunità 50S dei ribosomi.

Spettro d’azione e resistenze batteriche

Lo spettro d’azione è ristretto e comprende:-Cocchi Gram positivi: Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis, anche meticillino-resistenti

(MIC 0.01-0.2 µg/ml); gli altri cocchi Gram positivi sono molto meno sensibili (MIC 4-6 µg/ml). -Cocchi Gram negativi: Neisseria gonorrhoeae e Neisseria meningitidis

  1. CH3 CH2CH2CH=C

     

  2. CH3 C COO Na

     

OCOCH3

HO

Figura 9.1 Formula di struttura della dietanolamina.

-Bacilli Gram positivi: Corinebacterium, Propionibacterium acnes -Anaerobi Gram positivi e Gram negativi: Bacteroides, Clostridi, compresi Clostridium difficile, peptococchi e

peptostreptococchi anaerobi -Clamidie e Micoplasmi. Recentemente, sono state descritte una attività antiretrovirus (HIV), in vivo ed in vitro, ed un’azione immunosop-pressiva, simile alla ciclosporina, nei confronti dei linfociti T. L’antibiotico ha un optimum di attività a pH 6. Le resistenze batteriche sono esclusivamente di tipo cromosomico (mutanti), ad un solo livello (tassi di mutazione elevati). L’associazione ad un altro antibiotico antistafilococcico riesce a superare la resistenza batterica. Non vi sono resistenze crociate con altre famiglie di antibiotici. Attualmente la resistenza di Staphylococcus aureus in ambiente ospedaliero rimane ancora molto bassa (1%); tale resistenza sale al 10% per Staphylococcus epidermidis ed al 15% per gli stafilococchi coagulasi-negativi. Gli enterobatteri, Pseudomonas ed Acinetobacter sono naturalmente resistenti a causa dell’impermeabilità della loro parete. Le resistenze acquisite sono dovute a mutazioni del fattore di elongazione G, che costituisce il bersaglio dell’anti-biotico.

Farmacodinamica e farmacocinetica

Dopo somministrazione orale, l’assorbimento gastroenterico è rapido. La biodisponibilità è di circa il 70 %; essa è ancora maggiore (>90%) con le compresse rivestite gastroresistenti. Dopo una dose di 500 mg i picchi sierici raggiungono in 1-2 ore valori di circa 25-30 µg/ml, ma con variazioni individuali molto ampie. Dopo ripetute somministrazioni, al raggiungimento dello stato d’equilibrio (“steady state”) in 3-4 giorni, i picchi sierici aumentano progressivamente, fino a raggiungere 50-100 µg/ml (accumulo). La presenza di alimenti diminuisce e ritarda i picchi sierici. Dopo perfusione endovensa (500 mg di sale sodico), i picchi sierici ammontano a circa 60 µg/ml e nella fase di equilibrio raggiungono valori di 80-120 µg/ml. L’emivita plasmatica è di circa 5.5 ore, ma aumenta in caso di somministrazioni ripetute e di incremento del dosag-gio. L’area sotto la curva (AUC) è di 200-250 µg/l/ora e non viene modificata dalla presenza di alimenti. Il farmaco viene eliminato e concentrato nella bile (5-10 volte i tassi sierici), sotto forma di metaboliti inattivi, con circolo enteroepatico. Buona la diffusione cutanea, nel tessuto osseo (compresi i sequestri), nelle secrezioni bron-chiali (10% dei tassi sierici) e nel pus. L’acido fusidico ha penetrazione intracellulare e diffusione transplacentare e nel latte; diffonde molto poco o affatto nel liquor, nell’umore acqueo e nella prostata. Il volume di distribuzione è di 27 litri (0.38 l/Kg). Il farmaco viene intensamente metabolizzato (95%); sono conosciuti 4 principali metaboliti: dicarbossilico, chetonico, idrossilico e glucuronide. Il metabolita chetonico conserva attività antibatterica. Il legame alle proteine plasmatiche è molto elevato (90%). L’escrezione renale è praticamente nulla (meno dell’1%)sotto forma attiva, con tassi urinari molto bassi (meno di 1µg/ml), dovuti all’elevata fissazione alle proteine plasmatiche ed al riassorbimento passivo tubulare.

Tossicità ed effetti indesiderati

Pur essendo molto poco tossico, l’acido fusidico può tuttavia provocare:

  1. Intolleranze gastroenteriche: nausea, vomito, dolori epigastrici, diarrea; tali effetti sono attenuati se le compresse vengono assunte ai pasti.

     

     

    Reazioni allergiche.

  2. Sono stati descritti rari casi di ittero, reversibili, dovuti a colestasi. L’acido fusidico, per analogia strutturale con i sali biliari, entra in competizione con essi nell’escrezione biliare. Fattori favorenti sono costituiti da dosi elevate, trattamenti prolungati, somministrazione in neonati e prematuri, somministrazione in perfusione endovenosa, insufficienza epatica preesistente, associazione con oxacillina e derivati.

     

  3. Recentemente sono stati descritti casi eccezionali di granulocitopenie in seguito a trattamenti prolungati.

     

  4. Flebiti locali dopo perfusione endovenosa, quasi sempre evitate con una perfusione lenta.

     

Indicazioni cliniche

Le indicazioni cliniche dell’acido fusidico riguardano essenzialmente le infezioni stafilococciche, con esclusione delle infezioni meningee ed urinarie: infezioni cutanee, ossee, articolari, polmonari (mucoviscidosi) e del sangue (endocarditi, setticemie), sempre in associazione ad un secondo antibiotico antistafilococcico, per ostacolare le resistenze batteriche. In dermatologia, viene impiegato nel trattamento delle infezioni da Corynebacterium, acne pustolosa e nel trattamento delle stafilococcie cutanee.

Più recentemente, è stato impiegato in monoterapia nel trattamento delle coliti acute pseudomembranose daClostridium difficile. Nelle altre indicazioni ed al fine di impedire l’emergenza di mutanti resistenti, l’acido fusidicoandrà associato ad un altro antibiotico antistafilococcico: penicillina antistafilococcica, macrolide o streptogramina,rifampicina, vancomicina, fosfomicina, minociclina, etc.L’acido fusidico è stato proposto anche nel trattamento delle uveiti croniche, delle reazioni lepromatose e dellamalattia di Crohn, per le sue proprietà immunosoppressive.

Controindicazioni e precauzioni d’impiego

Da impiegare con prudenza in caso d’insufficienza epatica , soprattutto in casi di trattamenti prolungati, a dosi elevate ed in associazione con una isossazolil-penicillina, soprattutto nei neonati e nei prematuri; in ogni caso, effettuare dei controlli della funzionalità epatica. Evitare la somministrazione nelle donne gravide e nei soggetti immunodepressi (AIDS), a causa delle sue proprietà immunosoppressive. Impiegare con prudenza nei neonati e nei prematuri (immaturità metabolica), a causa del potenziale rischio di ittero nucleare, per competizione sul legame alle proteine sieriche. Non applicare localmente sull’acne rosacea.

Interazioni farmacologiche

Interazioni utili Con le penicilline antistafilococciche sui ceppi meticillino-resistenti (ma aumentato rischio di epatotossicità) Con macrolidi, lincosamidi, streptogramine Con la rifampicina (ma rischio di sviluppo di resistenze) Con il cotrimossazolo (stafilococchi meticillino-resistenti) Con la fosfomicina Con gli aminoglicosidi (soprattutto arbekacina) Con vancomicina-teicoplanina Intereazioni da evitare Con i fluorochinoloni: possibile antagonismo (?) (in vitro) Con gli antibiotici e gli altri farmaci in grado di provocare colestasi

Modalità di somministrazione e posologia

Crema pomata al 2% (sale sodico): 1-2 applicazioni/die nei portatori nasali di stafilococco, in caso di foruncolosi cronica recidivante. Limitare il trattamento a pochi giorni; non applicare sulle lesioni, pliche cutanee e ulcere delle gambe; in oftalmologia: collirio all’1%: 1 gtt ogni 12 ore per tre giorni. Valutare l’evoluzione.

Altri anti-infettivi Indicazioni

o altri farmaci Tipo di effetto Meccanismo principali

Penicilline antistafilococciche

Glicopeptidi
(vancomicina, teicoplanina)
 

Rifampicina
 

Macrolidi, Lincosamidi
 

Sinergistine (Streptogramine)
 

Cotrimossazolo
 

Fosfomicina
 

Aminoglicosidi (soprattutto
arbekacina)
 

Fluorochinoloni di 2a
generazione:
sparfloxacina, clinafloxacina,
tosofloxacina
 

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