02.0 COMPOSIZONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
 

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE AL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO
home

TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90


- [Vedi Indice]

GENALEN 70 mg.

02.0 COMPOSIZONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - [Vedi Indice]

Una compressa contiene alendronato sodico triidato 91,37 mg, equivalente ad acido alendronico 70 mg. Per gli eccipienti vedere 6.1.

- [Vedi Indice]

Compresse. Compresse di colore bianco, di forma ovale, con inciso il contorno dell’immagine di un osso da un lato e “31” dall’altro.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - [Vedi Indice]

 

- [Vedi Indice]

Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. GENALEN riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.

  - [Vedi Indice]

Il dosaggio raccomandato è di una compressa da 70 mg una volta a settimana.Per ottenere unadeguato assorbimento dell’aledronato. GENALEN deve essere deglutito almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o farmaco della giornata insieme solo ad acqua semplice. E’ probabile che altre bevande (inclusa l’acqua minerale), alimenti e alcuni farmaci riducano l’assorbimento di aledronato (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione).Per facilitare il rilascio a livello gastrico e ridurre il potenziale di irritazione/eventiindesiderati locali ed esofagei (vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego) : -GENALEN� deve essere deglutito solo dopo essersi alzati dal letto per iniziare la giornata, con un bicchiere colmo d’acqua (non meno di 200 mL). -Il paziente non deve masticare o sciogliere in bocca la compressa, a causa del rischio potenziale che si verifichino ulcerazioni orofaringee. -Il paziente non deve distendersi fintanto che non abbia mangiato qualcosa. Il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa. -Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minuti dopo aver assunto GENALEN. -GENALEN non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata. I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina d se l’introito dietetico non è adeguato (vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego). Uso negli anziani. Negli studi clinici non è stata dimostrata nessuna differenza legata all’età nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato. Non è pertanto necessario alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti anziani.Uso in caso dialterazione della funzione renale. Non è necessario aggiustare il dosaggio nei pazienti con GFR (velocità di filtrazione glomerulare) maggiore di 35ml/min. L’alendronato non è raccomandato in pazienti con funzione renale compromessa quando la GFR è minore di 35ml/min, in quanto non sono disponibili informazioni in proposito.Uso nei bambini. L’alendronato non è stato studiato nei bambini e non deve essere loro somministrato. GENALEN 70 mg non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta dai glicocorticoidi.

04.3 Controindicazioni - [Vedi Indice]

Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi e acalasia. –Impossibilità a stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti. – Ipersensibilità all’alendronato o ad uno qualsiasi degli eccipienti. –Ipocalcemia (vedere anche 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso - [Vedi Indice]

L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastro-intestinale superiore, quali disfagia, patologie esofaee, gastrite, duodenite, gastrite, ulcere o con storia recente ( entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali quali l’ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale� superiore esclusa la piloroplastica (vedere 4.3 Controindicazioni). In pazienti in trattamento con alendronato sono stati riportati eventi indesiderati (alcuni gravi e con necessità di ospedalizzazione) a carico dell’esofago quali esofagite, ulcere esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi. Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. E’ molto importante che� il paziente conosca e comprenda bene le modalità di assunzione del farmaco (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione). Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, può aumentare il rischio di problemi esofagei. Mentre in ampi studi clinici non è stato osservato un aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze. Non può essere esclusa una correlazione causale con il farmaco. I pazienti devono essere informati che in caso di mancata assunzione della dose settimanale di GENALEN 70 mg, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non si devono prendere due compresse lo stesso giorno ma si deve ricominciare ad assumere una compressa una volta alla settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza. Non si raccomanda l’uso di alendronato in pazienti con compromissione della funzione renale quando la GFR è minore di 35ml/min (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione). Si� devono considerare con attenzione cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’età. L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con alendronato (vedere 4.3 Controindicazioni). Anche altri disturbi del metabolismo minerale (come una carenza di vitamina D) devono essere trattati adeguatamente. A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sull’incremento della mineralizzazione dell’osso, può verificarsi una lieve ed asintomatica riduzione delle concentrazioni sieriche di calcio e fosfato, specialmente nei pazienti in terapia con glicocorticoidi, nei quali l’assorbimento di calcio può essere ridotto. Di conseguenza, è particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e vitamina D in pazienti in terapia con glicocorticoidi.

Interazioni - [Vedi Indice]

E’ probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri farmaci per somministrazione orale, se assunti contemporaneamente all’alendronato, interferiscano con l’assorbimento di quest’ultimo. Di conseguenza, i pazienti devono lasciare trascorrere almeno 30 minuti dall’assunzione dell’alendronato prima dell’assunzione orale di qualsiasi altro farmaco (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione e 5.2 Proprietà farmacocinetiche). Non si prevedono altre interazioni farmacologiche di rilevanza clinica. Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati somministrati estrogeni (intravaginali, transdermici o orali) durante il trattamento con l’alendronato. Non sono stati identificati eventi indesiderati attribuibili all’uso degli estrogeni durante il trattamento con l’alendronato. Sebbene non siano stati condotti studi specifici di interazione, negli studi clinici l’alendronato è stato usato con una vasta gamma di farmaci comunemente� prescritti senza dare luogo ad eventi indesiderati di rilevanza clinica.

04.6 Gravidanza e allattamento - [Vedi Indice]

Uso durante la gravidanza. Non vi sono dati adeguati sull’uso di alendronato in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi e diretti sulla gravidanza, lo sviluppo embrio/fetale o lo sviluppo postnatale. L’alendronato ha causato distocia dovuta all’ipocalcemia ratti in gravidanza (vedere 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Data l’indicazione l’alendronato non deve essere usato in gravidanza. Uso durante l’allattamento. Non è noto se l’alendronato viene escreto nel latte umano. Data l’indicazione, l’alendronato non deve essere utilizzato durante l’allattamento.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - [Vedi Indice]

Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare o di usare macchinari

04.8 Effetti indesiderati - [Vedi Indice]

In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di GENALEN 70 mg una volta a settimana (n=519) e alendronato 10mg/die (n=370), sono risultati simili. In due studi della durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196, placebo : n=379) i profili globali di sicurezza di alendronato 10mg/die e placebo sono risultati simili. Gli eventi indesiderati segnalati dagli investigatori come possibilemente, probabilmente o sicuramente correlati al farmaco sono presentati nella tabella che segue se si sono verificati in >= 1% per ciascun gruppo di trattamento nello studio ad un anno, oppure se si sono verificati in >= 1% dei pazienti trattati con alendronato 10mg/die e ad un’incidenza superiore al placebo negli studi a tre anni :

Studio ad un anno

Studi a tre anni

GENALEN

70 mg

(n= 519)

%

ALENDRONATO

10mg/die

(n=370)

%

ALENDRONATO

10mg/die

(n=196)

%

PLACEBO

(n=397)

%

Gastro-intestinali

�� Dolore addominale

3,7

3,0

6,6

4,8

�� Dispepsia

2,7

2,2

3,6

3,5

�� Rigurgito Acido

1,9

2,4

2,0

4,3

�� Nausea

1,9

2,4

3,6

4,0

�� Distensione Addominale

1,0

1,4

1,0

0,8

�� Stipsi

0,8

1,6

3,1

1,8

�� Diarrea

0,6

0,5

3,1

1,8

�� Disfagia

0,4

0,5

1,0

0,0

�� Flatulenza

0,4

1,6

2,6

0,5

�� Gastrite

0,2

1,1

0,5

1,3

�� Ulcera gastrica

0,0

1,1

0,0

0,0

�� Ulcera esofagea

0,0

0,0

1,5

0,0

Muscoloscheletrici

�� Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare)

2,9

3,2

4,1

2,5

�� Crampi muscolari

0,2

1,1

0,0

1,0

Neurologici

�� Cefalea

0,4

0,3

2,6

1,5

Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del farmaco sono state riportate anche le seguenti reazioni indesiderate:

Comuni (>= 1/100, < 1/10)

Gastrointestinali:�

dolore addominale, dispepsia , stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, melena, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido.

Muscoloscheletrici:

dolori muscoloscheletrici (ossei, muscolari o articolari).

Neurologici:

cefalea.

Non comuni (>= 1/1.000, < 1/100)

Organismo in toto

Rash, eritema.

Gastrointestinali

Nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*.

Rari (>= 1/10.000, < 1/1.000)

Organismo in toto

Reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e angioderma. Rash con fotosensibilizzazione.

Gastrointestinali

Stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP (Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del tratto gastrointestinale superiore, sebbene non si possa escludere una reazione causale.

Sensi Speciali

Uveite

*Vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego e 4.2 Posologia e Modo di somministrazione.

Dati di laboratorio. Negli studi clinici, sono state riportate riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del fosfato sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei pazienti trattati con alendronato 10mg/die rispetto a 12% e 3% circa di quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze delle riduzioni del calcio sierico fino a valori < 8,0 mg/dl (2,0 mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di < = 2,0 mg/dl (0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono risultate simili.

04.9 Sovradosaggio - [Vedi Indice]

L’ipocalcemia, l’ipofosfatemia e gli eventi indesiderati del tratto gastrointestinale superiore, quali disturbi gastrici, pirosi gastrica, esofagite, gastrite o ulcera, possono essere la conseguenza di un sovradosaggio orale. Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento di un sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o antiacidi che si legano all’alendronato. A causa del rischio di irritazione esofagea, non indurre il vomito e tenere il paziente rigorosamente con il busto eretto.

05.0 PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE - [Vedi Indice]

05.1 Proprietà farmacodinamiche - [Vedi Indice]

Gruppo farmacoterapeutico

Bisfosfonato, per il trattamento delle malattie delle ossa. Codice ATC : M05B A04. Il principio attivo di GENALEN, alendronato sodico triidrato, è un bisfofonato che agisce come un inibitore specifico del riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti senza effetto diretto sulla formazione dell’osso. Studi preclinici hanno mostrato che l’alendronato si localizza in maniera preferenziale nei siti di riassorbimento attivo. Viene inibita l’attività, ma il reclutamento e l’adesione degli osteoclasti non sono alterati. Il tessuto osseo formatosi durante il trattamento con l’alendronato è qualitativamente normale.Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale. Gli effetti dell’alendronato sulla massa ossea e sull’incidenza di fratture nelle donne in post-menopausa sono stati esaminati in due studi iniziali sull’efficacia, di disegno identico (n=994), e nel Fracture Intervention Trial (FIT: n=6.459). Negli studi iniziali sull’efficacia, gli aumenti medi della densità minerale ossea (DMO) con alendronato 10mg/die confrontati con il placebo a tre anni sono stati dell’8,8%, 5,9% e 7,8% a livello del rachide, del collo del femore e del trocantere, rispettivamente. Anche la DMO dell’organismoin toto è aumentata in maniera significativa. C’è stata una riduzione del 48% (alendronato 3,2%vs placebo 6,2%) nella proporzione di pazienti trattati con alendronato con una o più fratture vertebrali rispetto a quelli trattati con il placebo. Nell’estensione a due anni di questi studi , la DMO ha continuato ad aumentare a livello del rachide e del trocantere e si è mantenuta stabile a livello del collo del femore e dell’organismoin toto. L’equivalenza terapeutica di GENALEN 70mg una volta a settimana (n=519) e alendronato 10mg/die (n=370) è stata dimostrata in uno studio multicentrico di un anno su donne in post-menopausa con osteoporosi. Gli aumenti medi di DMO dal basale a livello del tratto lombare rachide ad un anno sono stati del 5,1% (95% CI 4,8 – 5,4%) nel gruppo trattato con 70 mg in monosomministrazione settimanale e del

5,4 % (95% CI : 5,0 – 5,8) nel gruppo trattato con 10mg/die. Gli aumenti medi della DMO sono stati del 2,3% e del 2,9% a livello del collo del femore e del 2,9% e 3,1% in tutta l’anca, rispettivamente per i gruppi trattati con 70mg una volta a settimana e 10mg una volta al giorno. I due gruppi sono risultati simili anche riguardo agli incrementi di DMO in altri distretti ossei. Il FIT (FractureIntervention Trial) è stato composto da due studi controllati con placebo su alendronato una volta al giorno (5 mg al giorno per due anni e 10 mg al giorno per uno o due ulteriori anni): uno studio a 3 anni su 2027 pazienti che avevano almeno una frattura vertebrale al basale (compressione) e uno studio a 4 anni su 4432 pazienti con bassa massa ossea, ma senza frattura vertebrale al basale, il 37% delle quali era affetta da osteoporosi definita da una DMO al basale a livello del collo del femore di almeno 2,5 deviazioni standard al di sotto della media per donne adulte giovani. Nello studio a tre anni l’alendronato una volta al giorno ha ridotto l’incidenz di > =1 nuova frattura vertebrale del 47% (alendronato 7,9%vs placebo 15,0). Una riduzione statisticamente significativa è stata inoltre rilevata nell’incidenza di fratture dell’anca (1,1 % vs 2,2%, una riduzione del 51%).� Nello studio a quattro anni, l’analisi del sottogruppo di donne osteoporotiche (T-score del collo femorale <= -2,5 al basale, senza frattura vertebrale al basale) ha mostrato una riduzione statisticamente significativa dell’incidenza di fratture dell’anca (alendronato 1,0%vs placebo 2,2% una riduzione del 56%) e dell’incidenza di >= 1 frattura vertebrale (2,9% vs 5,8%, una riduzione del 50%).

05.2 Proprietà farmacocinetiche - [Vedi Indice]

Assorbimento. Rispetto ad una dose di riferimento somministrata per via endovenosa, la biodisponibilità orale media dell’alendronato nelle donne è stata dello 0,64% per dosi da 5 a 70 mg, somministrate dopo il digiuno notturno e 2 ore prima di una colazione standardizzata. Allo stesso modo, la biodisponibilità si è ridotta a circa lo 0,46% e lo 0,39% quando l’alendronato è stato somministrato un’ora o mezz’ora prima di una colazione standardizzata. Negli studi sull’osteoporosi alendronato è risultato efficace quando è stato somministrato almeno 30 minuti prima del primo alimento o bevanda della giornata. La biodisponibilità è stata trascurabile quando l’alendronato è stato somministrato con o entro le due ore da una colazione standardizzata. La somministrazione concomitante di caffè� o succo di arancia con alendronato ne ha ridotto la biodisponibilità di circa il 60%. In soggetti sani, il prednisone somministrato per via orale (20 mg tre volte al giorno per cinque giorni) non ha prodotto cambiamenti clinicamente rilevanti nella biodisponibilità orale dell’alendronato (un incremento medio dal 20% al 44%). Distribuzione. Studi sul ratto mostrano che in seguito alla somministrazione endovenosa di 1mg/kg l’alendronato, inizialmente distribuito nei tessuti molli, viene rapidamente ridistribuito� a livello osseo o escreto nelle urine. Nell’uomo il volume medio di distribuzione allo stato di equilibrio, esclusivo dell’osso è almeno di 28 litri. Le concentrazioni plasmatiche di farmaco in seguito a dosi orali terapeutiche sono troppo basse per essere rilevate analiticamente (<5ng/ml). Nell’uomo il legame con le proteine plasmatiche è di circa il 78%. Biotrasformazione. Sia nell’uomo che nell’animale non vi è evidenza che l’alendronato venga metabolizzato. Eliminazione. In seguito a una dose endovenosa singola di alendronato marcato con 14C, circa il 50% della radioattività è stato escreto nelle urine entro 72 ore e non è stata riscontrata radioattività, se non minima, nelle feci. Dopo somministrazione endovenosa singola di 10 mg, la clearance renale dell’alendronato è stata 71ml/min e la clearance sistemica non ha superato i 200 ml/min. Le concentrazioni plasmatiche si sono ridotte di oltre il 95% entro 6 ore dalla somministrazione endovenosa. E’ stato stimato che l’emivita terminale nell’uomo superi i dieci anni, riflettendo il rilascio dell’alendronato dallo scheletro. Nel ratto l’escrezione renale di� alendronato non avviene mediante sistemi di trasporto acido-base e di conseguenza non si prevede che nell’uomo interferisca a questo livello con l’escrezione di altri farmaci. Caratteristiche nei pazienti. Gli studi preclinici mostrano che il farmaco che non si deposita nell’osso è rapidamente escreto nelle urine. Non è stata rilevata evidenza di saturazione della captazione da parte del tessuto osseo a seguito di somministrazione cronica di dosi endovenose cumulative fino a 35mg/kg negli animali. Sebbene non siano disponibili informazioni cliniche, è probabile che, come nell’animale, l’eliminazione dell’alendronato per via renale sia ridotta in pazienti con funzione renale compromessa. Di conseguenza si potrebbe prevedere un accumulo leggermente� superiore di alendronato a livello osseo in pazienti con funzione renale compromessa (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione).

05.3 Dati preclinici di sicurezza - [Vedi Indice]

I dati preclinici non indicano alcun rischio specifico nell’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza, tossicità a dose ripetuta, genotossicità e potenziale cancerogeno. Studi nei ratti hanno mostrato che il trattamento con alendronato durante la gravidanza è stato associato a distocia legata all’ipocalcemia nelle madri. Negli studi, i ratti ai quali sono state somministrate le dosi più alte hanno mostrato una maggiore incidenza di ossificazione fetale incompleta. Non è nota la rilevanza di tali reperti per l’uomo.

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06.1 Eccipienti - [Vedi Indice]

Cellulosa microcristallina, lattosio anidro, croscaramellosa sodica, magnesio stearato.

06.2 Incompatibilità - [Vedi Indice]

Non applicabile

06.3 Periodo di validità - [Vedi Indice]

2 anni

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Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

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Blister in alluminio/alluminio in confezioni da 2, 4, 8 e 12 compresse. E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione - [Vedi Indice]

Nessuna istruzione speciale

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ISTITUTO GENTILI S.p.A.

Via Mazzini, 112

56125 Pisa

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE AL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice]

2 compresse da 70 mg AIC n.034172041/M ; 4 compresse da 70 mg AIC n.034172054/M ; 8 compresse da 70 mg AIC n.034172066/M ; 12 compresse da 70 mg AIC n.034172078/M.

REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO - [Vedi Indice]

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Dicembre 2001

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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]

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