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04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
Interazioni
04.6 Gravidanza ed allattamento
04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio

  Farmaci in Emergenza

05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
.

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO
10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90

     

- [Vedi Indice]

KARVEA 300 mg

- [Vedi Indice]

Ogni compressa contiene:

principio attivo: 300 mg di irbesartan.

- [Vedi Indice]

Compresse.

Da bianco a quasi bianco, biconvesse, di forma ovale con un cuore impresso su un lato ed il numero 2773 su l'altro lato.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

- [Vedi Indice]

 

- [Vedi Indice]Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale.

  - [Vedi Indice]

La usuale dose iniziale e di mantenimento raccomandata è di 150 mg in singola somministrazione giornaliera, indipendentemente dalla contemporanea assunzione di cibo. Karvea alla dose di 150 mg una volta al giorno generalmente fornisce un migliore controllo della pressione arteriosa nell'arco delle 24 ore rispetto a 75 mg. Tuttavia l'inizio della terapia con 75 mg deve essere preso in considerazione, particolarmente in pazienti emodializzati e nei pazienti anziani di età superiore ai 75 anni.

In pazienti non adeguatamente controllati con 150 mg/die, il dosaggio di Karvea può essere aumentato a 300 mg, oppure possono essere co-somministrati altri agenti antipertensivi. In particolare l'aggiunta di un diuretico come l'idroclorotiazide ha mostrato, un effetto additivo con Karvea (vedi "Interazioni").

Soggetti con insufficienza renale: nei soggetti con ridotta funzionalità renale non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Una dose iniziale più bassa (75 mg) deve essere presa in considerazione nei pazienti sottoposti ad emodialisi.

Soggetti con volemia ridotta: la volemia e/o la deplezione di sodio devono essere corrette prima della somministrazione di Karvea.

Soggetti con insufficienza epatica: nei soggetti con lieve o moderata insufficienza epatica non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Non ci sono dati clinici relativi a pazienti con insufficienza epatica severa.

Pazienti anziani: sebbene negli anziani di età superiore ai 75 anni debba essere presa in considerazione la possibilità di iniziare la terapia con 75 mg, generalmente non è necessario l'aggiustamento della dose.

Bambini: non sono attualmente disponibili dati di efficacia e sicurezza sull'uso di Karvea nei bambini.

04.3 Controindicazioni - [Vedi Indice]

Ipersensibilità verso ogni componente del prodotto (vedi "Lista degli eccipienti").

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - [Vedi Indice]

Riduzione della volemia: nei pazienti volume e/o sodio-depleti a causa di intenso trattamento diuretico, dieta iposodica, diarrea o vomito, si possono verificare episodi di ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose.

In tali casi la condizione di base deve essere corretta prima dell'inizio della terapia con Karvea.

Ipertensione nefrovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione severa e insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con unico rene funzionante, e trattati con farmaci che agiscono a livello del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Sebbene ciò non sia documentato nella terapia con Karvea, un effetto simile dovrà essere previsto anche con gli antagonisti del recettore per l'angiotensina-II.

Insufficienza renale e trapianto renale: quando Karvea viene usato in pazienti con insufficienza renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici del potassio e della creatinina. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di Karvea a pazienti con trapianto renale recente.

Iperkaliemia: come con altri farmaci che interferiscono con il sistema renina-angiotensina-aldosterone durante il trattamento con Karvea si può manifestare iperpotassemia, specialmente in presenza di disfunzione renale e/o insufficienza cardiaca. Si raccomanda, nei pazienti a rischio, un adeguato monitoraggio del potassio sierico (vedi "Interazioni").

Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ostruttiva ipertrofica: come per altri vasodilatatori è richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ostruttiva ipertrofica.

Aldosteronismo primario: i pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a farmaci antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'uso di Karvea non è raccomandato.

Generali: in pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall'attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (per es. pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologie renali, inclusa la stenosi dell'arteria renale), il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II che interessano tale sistema è stato associato alla comparsa di episodi di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o, in rari casi, insufficienza renale acuta. Come per qualsiasi agente antipertensivo, un eccessivo calo della pressione sanguigna in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica può determinare un infarto miocardico o un ictus.

Interazioni - [Vedi Indice]Diuretici ed altri agenti antipertensivi: altri agenti antipertensivi possono aumentare gli effetti ipotensivi dell'irbesartan; comunque Karvea è stato somministrato senza problemi in combinazione con altri farmaci antipertensivi, come beta-bloccanti, calcio-antagonisti ad azione prolungata e diuretici tiazidici.

Precedenti trattamenti con alte dosi di diuretici possono comportare una condizione di ipovolemia e rischio di ipotensione all'inizio della terapia con Karvea (vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").

Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio: in base all'esperienza sull'uso di altri farmaci attivi sul sistema renina-angiotensina, l'uso contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale da cucina contenenti potassio o altri farmaci che possano aumentare la potassiemia (per es. eparina) può condurre ad un incremento dei livelli sierici di potassio (vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").

Litio: è stato riscontrato un aumento reversibile delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio e inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Nonostante ciò non sia stato documentato con Karvea, la possibilità di un effetto simile non può essere esclusa e si raccomanda, durante l'uso in associazione, un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio.

Ulteriori informazioni sulle interazioni farmacologiche: in volontari sani maschi, la farmacocinetica della digossina non è stata alterata dalla somministrazione concomitante di una dose di irbesartan pari a 150 mg. La farmacocinetica dell'irbesartan non è stata alterata dalla somministrazione concomitante di idroclorotiazide. Irbesartan è principalmente metabolizzato da CYP2C9 e per una quota minore attraverso la glucuronidazione. È improbabile che l'inibizione della glucuronil trasferasi porti ad interazioni clinicamente significative. Sono state osservate interazioni in vitro tra irbesartan e warfarin, tolbutamide (CYP2C9 substrato) e nifedipina (CYP2C9 inibitore). In ogni caso, non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative in seguito a somministrazioni concomitanti di irbesartan con warfarin in volontari sani maschi. La farmacocinetica dell'irbesartan non è influenzata dalla contemporanea somministrazione di nifedipina. Non sono stati valutati gli effetti degli induttori del CYP2C9 quali la rifampicina sulla farmacocinetica dell'irbesartan. In base ai dati in vitro, non dovrebbe verificarsi alcuna interazione con farmaci il cui metabolismo dipenda dagli isoenzimi del citocromo P450 CYP1A1, CYP1A2, CYP2A6, CYP2B6, CYP2D6, CYP2E1 o CYP3A4.

04.6 Gravidanza ed allattamento (vedi "Gravidanza e allattamento").

04.6 Gravidanza ed allattamento - [Vedi Indice]

Gravidanza: Karvea è controindicato in gravidanza.

Sebbene non vi siano esperienze con Karvea in donne in stato di gravidanza, l'esposizione in utero ad ACE-Inibitori somministrati alle donne durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza è stata associata a lesioni o morte del feto.

Come per ogni altro farmaco che agisce direttamente sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, Karvea non deve essere somministrato durante la gravidanza. Se durante la terapia si inizia una gravidanza, Karvea deve essere sospeso appena possibile (vedi "Controindicazioni").

Allattamento: Karvea è controindicato durante l'allattamento. Non è noto se l'irbesartan venga escreto nel latte umano. Irbesartan è escreto nel latte materno dei ratti (vedi "Controindicazioni").

04.7 Effetti sulla capacit� di guidare veicoli e sull'uso di macchine - [Vedi Indice]

L'influenza di irbesartan sull'abilità di guida e sull'uso di macchinari non è stata studiata; ma in relazione alle sue proprietà farmacodinamiche è difficile che irbesartan influenzi tali capacità. In caso di guida di veicoli o uso di macchinari, è da tener presente che vertigini o stanchezza possono occasionalmente verificarsi durante il trattamento dell'ipertensione.

04.8 Effetti indesiderati - [Vedi Indice]

Gli effetti indesiderati rilevati in corso di terapia con Karvea sono solitamente lievi e transitori.

Negli studi clinici controllati con placebo su pazienti ipertesi, l'incidenza totale degli eventi avversi nei soggetti trattati con il farmaco è stata sovrapponibile a quella rilevata nei soggetti trattati con il placebo. Le interruzioni della terapia dovute ad effetti indesiderati clinici o di laboratorio sono stati meno frequenti per i pazienti trattati con irbesartan che per quelli trattati con placebo.

L'incidenza degli eventi avversi non è dipesa da dose (nel range posologico raccomandato), sesso, età, razza o durata del trattamento.

Gli eventi clinici avversi: attribuibili o meno alla terapia, verificatisi nell'1% o più dei pazienti ipertesi trattati con Karvea in studi controllati verso placebo, sono riportati nella tabella seguente.

% dei pazienti
Irbesartan Placebo
Evento avverso Monoterapia
N =1965 N= 641
Infezioni respiratorie (a) 18,4 18,6
Cefalea 12,3 16,7*
Dolore muscoloscheletrico (b) 7,3 8,4
Vertigini 4,9 5,0
Stanchezza 4,3 3,7
Diarrea 3,1 2,2
Tosse 2,8 2,7
Nausea/vomito 2,1 2,8
Trauma muscoloscheletrico 1,9* 0,5
Dolore toracico 1,8 1,7
Dispepsia/bruciore di stomaco 1,7 1,1
Edema 1,5 2,3
Dolore addominale 1,4 2,0
Rash 1,3 2,0
Tachicardia 1,2 0,9
Ansia/nervosismo 1,1 0,9
Infezioni delle vie urinarie (UTI) 1,1 1,4

(a) Include le infezioni delle vie respiratorie superiori, anormalità dei seni paranasali, influenza, faringite e rinite.

(b) Include dolore muscoloscheletrico e dolore muscoloscheletrico persistente e mialgia.

*Indica una differenza statisticamente significativa tra i gruppi (p minore di 0,05).

Gli eventi avversi si sono verificati con frequenza simile nei pazienti trattati con placebo e irbesartan ad eccezione della cefalea, del trauma muscoloscheletrico e dell'arrossamento. La cefalea si è verificata significativamente più spesso nel gruppo placebo. Traumi muscoloscheletrici di tipi e cause diversi si sono verificati con una incidenza significativamente maggiore nel gruppo irbesartan; tutti i traumi muscoloscheletrici riportati sono stati considerati dagli investigatori come non correlati all'irbesartan. Arrossamento si è verificato nello 0,6% dei pazienti trattati con irbesartan e in nessuno dei pazienti trattati con placebo.

La comparsa di arrossamento non è stata correlata con la dose, non si è associata ad altri eventi clinici e la relazione con la terapia con irbesartan è sconosciuta.

Negli studi clinici controllati non si sono verificati cambiamenti clinicamente significativi nei parametri dei test di laboratorio. Sebbene un significativo incremento nei livelli plasmatici di creatininchinasi si sia verificato più frequentemente nei soggetti trattati con irbesartan (1,7% vs 0,7% nei pazienti trattati con placebo), nessuno di tali incrementi è stato classificato come grave, nessuno ha determinato l'interruzione del farmaco o è stato associato con eventi muscoloscheletrici clinicamente riscontrabili.

Non è necessario alcun monitoraggio particolare dei parametri di laboratorio per i pazienti con ipertensione arteriosa essenziale che assumono Karvea, quando la funzione renale è normale (vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").

Esperienza post-marketing: come con altri antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, dalla commercializzazione di irbesartan sono stati riportati rari casi di reazioni di ipersensibilità (rash, orticaria, angioedema). Durante il periodo successivo alla commercializzazione, inoltre, sono stati riportati molto raramente i seguenti eventi: astenia, diarrea, vertigini, dispepsia, cefalea, iperpotassemia, mialgia, nausea, tachicardia, anormalità della funzione epatica, inclusa l'epatite e funzione renale compromessa inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").

04.9 Sovradosaggio - [Vedi Indice]

Studi condotti in soggetti adulti trattati con dosi fino a 900 mg/die per 8 settimane non hanno dimostrato segni di tossicità. Le più probabili manifestazioni del sovradosaggio sono ritenuti essere l'ipotensione e la tachicardia; anche la bradicardia può associarsi al sovradosaggio. Non sono disponibili informazioni specifiche per il trattamento del sovradosaggio da Karvea. Il paziente dovrà essere strettamente monitorato ed il trattamento dovrà essere sintomatico e di supporto. Le misure suggerite includono induzione di emesi e/o lavanda gastrica. Nel trattamento del sovradosaggio può essere utilizzato il carbone attivo.

Irbesartan non viene rimosso per emodialisi.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

- [Vedi Indice]

05.1 Proprietà farmacodinamiche - [Vedi Indice]

Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dell'angiotensina-II, codice ATC: C09CA04

Irbesartan è un antagonista, potente e selettivo, dei recettori dell'angiotensina-II (tipo AT1 ), attivo per somministrazione orale. Il farmaco si ritiene che blocchi tutti gli effetti dell'angiotensina-II mediati dai recettori di tipo AT1 e ciò indipendentemente dall'origine della sintesi dell'angiotensina-II. L'antagonismo selettivo per i recettori dell'angiotensina-II (AT1 ) provoca un aumento nei livelli plasmatici di renina e angiotensina-II ed una riduzione nella concentrazione plasmatica dell'aldosterone. La potassiemia non viene invece sostanzialmente modificata dall'irbesartan da solo ai dosaggi raccomandati. L'irbesartan non inibisce l'ACE (kininasi II), un enzima che genera angiotensina II e catabolizza la bradichinina con produzione di metaboliti inattivi. Irbesartan non richiede un'attivazione metabolica per esplicare la propria attività farmacologica.

Irbesartan riduce i valori di pressione arteriosa lasciando sostanzialmente inalterata la frequenza cardiaca. La riduzione della pressione arteriosa è dose-dipendente per monosomministrazioni giornaliere con una tendenza verso un plateau a dosi superiori a 300 mg.

Dosi di 150-300 mg una volta al giorno sono risultate in grado di ridurre i valori di pressione arteriosa rilevati in posizione supina o seduta per tutto il periodo considerato (fino a 24 ore dall'ultima assunzione del farmaco), con decrementi medi superiori di 8-13/5-8 mmHg (rispettivamente di valori sistolici e diastolici) rispetto a quelli rilevati con placebo.

Il picco della riduzione pressoria viene raggiunto entro 3-6 ore dopo la somministrazione e l'effetto di riduzione della pressione arteriosa viene mantenuto per almeno 24 ore. Ai dosaggi raccomandati, alla 24ª ora la riduzione della pressione arteriosa è ancora circa il 60-70% rispetto al corrispondente picco massimo di riduzione sistolico e diastolico.

Una dose di 150 mg in monosomministrazione giornaliera ha prodotto una risposta antipertensiva per 24 ore del tutto simile ad una somministrazione della stessa quantità di farmaco in 2 dosi refratte.

L'effetto antipertensivo di Karvea è evidente entro 1-2 settimane di trattamento, con un massimo dell'effetto ottenibile entro 4-6 settimane dall'inizio della terapia. L'effetto antipertensivo risulta solitamente costante durante la terapia a lungo termine. Dopo sospensione improvvisa del farmaco la pressione arteriosa ritorna gradualmente ai valori di base. Non è stato osservato un effetto "rebound" sui valori pressori.

Gli effetti di riduzione della pressione arteriosa dell'irbesartan e dei diuretici tiazidici si sommano. In pazienti non adeguatamente controllati con irbesartan da solo, l'aggiunta di una bassa dose di idroclorotiazide (12,5 mg) all'irbesartan in monosomministrazione giornaliera, produce una ulteriore riduzione della pressione arteriosa fino ad un massimo di 7-10/3-6 mmHg rispetto a placebo (rispettivamente valori sistolici e diastolici).

L'efficacia di Karvea non è influenzata dall'età o dal sesso. Come nel caso di altri farmaci che influiscono sul sistema renina-angiotensina, pazienti ipertesi di razza nera notoriamente hanno una risposta inferiore alla monoterapia con irbesartan. Quando irbesartan viene somministrato in associazione ad una bassa dose di idroclorotiazide (per es.: 12,5 mg/die), la risposta antipertensiva dei pazienti di razza nera riflette quella dei pazienti di razza bianca.

Non c'è un effetto clinico rilevante sui livelli sierici di acido urico o sulla secrezione di acido urico urinario.

05.2 Proprietà farmacocinetiche - [Vedi Indice]

Dopo somministrazione orale, irbesartan è ben assorbito: studi di biodisponibilità assoluta hanno dato valori di circa 60-80%.

La concomitante assunzione di cibo non influenza significativamente la biodisponibilità di irbesartan.

Il legame proteico è approssimativamente pari al 96%, con una quota di legame alle cellule ematiche del tutto trascurabile. Il volume di distribuzione è di 53-93 litri.

Dopo somministrazione orale o endovenosa di irbesartan marcato con 14 C, una quota pari all'80-85% della radioattività rilevata è attribuibile a irbesartan immodificato. Irbesartan viene metabolizzato per via epatica mediante ossidazione e glicuronoconiugazione. Il metabolita circolante maggiormente rappresentato (approssimativamente 6%) è l'irbesartan glicuronide. Studi in vitro indicano che irbesartan viene soprattutto ossidato tramite il citocromo P450-isoenzima CYP2C9. L'isoenzima CYP3A4 ha un effetto trascurabile.

Irbesartan, nell'intervallo di dosaggio da 10 a 600 mg, possiede una farmacocinetica lineare e dose proporzionale. È stato osservato un incremento meno che proporzionale nell'assorbimento orale alle dosi superiori ai 600 mg (due volte la dose massima raccomandata); il meccanismo di ciò risulta sconosciuto.

I picchi delle concentrazioni plasmatiche sono raggiunti 1,5-2 ore dopo la somministrazione orale. Le clearance corporea totale e renale sono rispettivamente di 157-176 e 3-3,5 ml/min. L'emivita di eliminazione terminale dell'irbesartan è di 11-15 ore. La concentrazione plasmatica allo stato stazionario viene raggiunta entro 3 giorni dall'inizio della monosomministrazione giornaliera. Un ridotto accumulo di irbesartan (< 20%) viene osservato nel plasma dopo ripetute monosomministrazioni giornaliere. In uno studio, sono state osservate concentrazioni plasmatiche un po'più alte nelle pazienti ipertese. In ogni caso, non sono emerse differenze nell'emivita ne'nell'accumulo di irbesartan. Non sono necessari aggiustamenti del dosaggio nelle pazienti. I valori di AUC e Cmax dell'irbesartan sono risultati un po'più alti anche in pazienti anziani (³ 65 anni) rispetto ai soggetti giovani (18-40 anni). Comunque l'emivita terminale non è risultata significativamente modificata. Non sono necessari, nei pazienti anziani, aggiustamenti del dosaggio.

Irbesartan e i suoi metaboliti vengono eliminati sia per via biliare che renale. Dopo somministrazione orale o endovenosa di irbesartan 14 C, il 20% circa della radioattività è rinvenuta nelle urine, mentre il rimanente è rilevabile nelle feci. Meno del 2% della dose assunta di farmaco viene escreta nelle urine come irbesartan immodificato.

Insufficienza renale: in soggetti con insufficienza renale o emodializzati, i parametri di farmacocinetica di irbesartan non risultano significativamente modificati.

Irbesartan non viene rimosso durante il processo di emodialisi.

Insufficienza epatica: in soggetti con cirrosi epatica di grado lieve-moderato, i parametri di farmacocinetica di irbesartan non risultano significativamente modificati. Non sono stati condotti studi in pazienti con grave insufficienza epatica.

05.3 Dati preclinici di sicurezza - [Vedi Indice]

Non c'è evidenza di abnorme tossicità d'organo bersaglio o sistemica a dosi clinicamente appropriate. In studi preclinici di sicurezza, alte dosi di irbesartan (³ 250 mg/kg/die nei ratti e ³ 100 mg/kg/die nei macachi) hanno causato una riduzione dei parametri relativi ai globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito). A dosi molto alte (³ 500 mg/kg/die) cambiamenti degenerativi nel rene (come nefrite interstiziale, distensione tubulare, tubuli basofili, aumentate concentrazioni plasmatiche di urea e creatinina) furono indotte dall'irbesartan nel ratto e nel macaco e sono considerate secondarie all'effetto ipotensivo del farmaco che comporta una diminuita perfusione renale. Inoltre, l'irbesartan ha indotto iperplasia/ipertrofia delle cellule juxtaglomerulari (nei ratti ³ 90 mg/kg/die, nei macachi ³ 10 mg/kg/die). Tutti questi cambiamenti sono stati considerati causati dall'azione farmacologica dell'irbesartan. Alle dosi terapeutiche di irbesartan nell'uomo, l'iperplasia/ipertrofia delle cellule renali juxtaglomerulari non sembra avere rilevanza.

Non sono stati rilevati effetti di mutagenicità, clastogenicità o carcinogenicità.

Gli studi con irbesartan su animali evidenziano effetti tossici transitori (dilatazione della pelvi renale, idrouretere e edema sottocutaneo) nei feti di ratto, che regrediscono dopo la nascita. Nei conigli è stato riscontrato aborto o precoce riassorbimento dell'embrione a dosi alle quali si associa significativa tossicità materna, inclusa la morte. Non sono stati osservati effetti teratogeni né nel ratto né nel coniglio.

- [Vedi Indice]

06.1 Eccipienti - [Vedi Indice]

Cellulosa microcristallina, carmelloso sodico reticolato, lattosio monoidrato, magnesio stearato, silice colloidale idrata, amido di mais pregelatinizzato e poloxamer 188.

06.2 Incompatibilità - [Vedi Indice]

Nessuna nota.

06.3 Periodo di validità - [Vedi Indice]

36 mesi.

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Conservare in luogo asciutto a temperatura inferiore ai 30 °C.

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Le compresse di Karvea sono confezionate in astucci contenenti blister in PVC/PVDC/alluminio da 28 compresse.

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Nessuna.

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BRISTOL-MYERS SQUIBB PHARMA EEIG

Swakeleys House, Milton Road - Ickenham UB10 8PU (Regno Unito)

Concessionario per la vendita in Italia

Bristol-Myers Squibb S.p.A.

Via del Murillo, km. 2,800 - Sermoneta (LT)

08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - [Vedi Indice]

28 compresse: EU/1/97/049/007/009.

(AIC n. 033263070)

REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO - [Vedi Indice]

Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.

10.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - [Vedi Indice]

27 agosto 1997

y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]

Non rientra.

- [Vedi Indice]

Novembre 2000

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