I BEATLES

Il fenomeno Beatles, che aveva attirato l'attenzione della cultura e del potere ufficiale, contiene in forma macroscopica ed eccezionalmente amplificata, tutti gli aspetti, gli atteggiamenti, le tensioni e le contraddizioni dei giovani anni sessanta. Ma per quanto molto appariscente, va ricondotta piu' che altro a un fatto di moda. Le canzoni e le proposte dei Beatles non avevano nulla di particolarmente illuminante e sconvolgente, sono pero' diventati i quattro (diventati quest'anno) "capelloni a caschetto" esemplari in quanto modelli riconosciuti da una enorme fetta della societa'. Un successo senza precedenti dovuto a un buon manager, all'onnipresenza del messaggio televisivo, e alle comunicazioni, che andavano di pari passo col boom economico, con la societa' del benessere, e dove il sistema era riuscito a manipolare bene il fenomeno, gonfiando come un pallone il mito dei giovani, dove tutto cio' che era giovane, era bello, e tutto cio' che doveva essere venduto, diventava giovane.
Giovani che avevano recepito dai messaggi (suadenti o gridati) che la gioventu' non era uno stato provvisorio in cui ci si dovesse preparare a diventare adulti, ma era la grande stagione da vivere in tutta la sua pienezza, amando, cantando, beffeggiando il grigiore di chi l'aveva trascorsa senza viverla pensando solo al vile denaro. Avevano pero' anche imparato a non aspettare, a voler tutto e subito. E avevano anche dimenticato che era un micidiale boomerang quello che volevano imporre. Quello che predicavano, in pochi anni si sarebbe ritorto su di loro, subentravano le nuove leve, e loro purtroppo non avevano previsto che dopo cinque anni, nel '68, erano gia' vecchi e stanchi. Non erano cresciuti e non erano nel medesimo tempo piu' giovani.
Con la prospettiva della Storia i Beatles non dobbiamo ne sopravvalutarli (non erano l'unica energia motrice di idee e movimenti mondiali) ne' sottovalutarli relegandoli a semplici fenomeni di moda e di spettacolo perche' sono stati il crogiolo che ha reso possibile la fusione di tanti elementi di una nuova societa' che stava cercando di costruire o di ricostruire in questi anni un nuovo modello di sviluppo, ormai completamente diverso da quello del dopoguerra. Con meno cappe ombrose, era una societa' che stava imborghesendosi. I nuovi ricchi credevano di essere saliti sul carro dell'aristocrazia e si pavoneggiavano, i lavoratori dopo anni di vero proletariato dopo con qualche conquista nei beni li stavano anche loro scimmiottando senza averne i mezzi. Il boom aveva in tutto il mondo occidentale drogato il sistema. Un sistema che alle prime avvisaglie dovette drammaticamente interrogarsi dove aveva sbagliato. Chi non era stato toccato dal benessere pretendeva di partecipare a questa opulenza, e chi c'era gia' dentro si accorse che non bastava piu' una macchina, un televisore, un pranzo a mezzogiorno e sera, ma occorrevano servizi sociali, cultura, centri di aggregazione, trasporti, citta' vivibili, e soprattutto le generazioni giovani volevano aspettative molto diverse da quelle dei padri, quella societa' disattenta che si ritrovava a fare i conti con quelli che prima non aveva neppure notato e per tanti motivi neppure pensava che dovesse riguardare lui. Dovette presto ridimensionare il suo mondo quando esplose nel '68 la grande contestazione.
Non e' assodato che chi la fece la contestazione guadagno' molto, ma e' certo che non perse, perche' fece riflettere tutti, e molti cambiarono
se non proprio la vita, una parte di essa, ma non cambiarono di molto la societa'. Chi rubava platealmente, inizio' a rubare di nascosto creando le scatole cinesi. E per i giovani problemi aumentarono quando si accorsero che non bastavano le manifestazioni; e ricorsero ad altro
I giovani di allora, che hanno vissuto quell'euforia, dopo il '68 passeranno direttamente dalla gioventu' alla vecchiaia, senza lo stadio della maturita', e non cercarono piu' altre vie. Si integrarono nel sistema, salvo qualche scheggia impazzita.
Lo avevano del resto detto loro, dopo i venticinque anni si e'
matusa, e le nuove generazioni li presero in parola. Realisticamente oggi nel 2000, quel periodo beffeggiante (dove i giornali dell'epoca affermavano che gli amanti dei Beatles avevano un quoziente di intelligenza inferiore alla media, salvo poi cavalcare tutti insieme, compresi gli intellettuali e i sociologi, il fenomeno) sbiadisce, e voler vivere ancora con quegli aromi, significa come profeticamente gia' in questi anni diceva McLuhan "guardare il presente in uno specchietto retrovisore. Si arretra nel futuro". E lo si fa quando si e' di fronte a situazioni assolutamente nuove e spesso prima di fare un sorpasso di un'era o di una eta', e dove non bisognerebbe indugiare troppo nello specchietto, si rischia di non vedere piu' la via davanti e andare fuori strada. E a una buona parte, successe proprio questo, ci fu chi divento' agnostico, chi reazionario, chi anodino, chi terrorista, chi menefreghista di tutto e di tutti, e chi seppe approfittare degli uni e degli altri ideologizzandoli, o politicizzandoli.
I Beatles durarono cinque anni. Fino al ''66 sulle scene, e come complesso fino al '68 (!!), realizzando 19 miliardi di lire e creando una notevole catena di imprese commerciali. Poi furono vittime del loro stesso successo. Alcuni rimasero con la testa sulle spalle, altri caddero nel delirio dell'onnipotenza, tanto da far dire a uno di loro, JOHN LENNON, che erano diventati piu' famosi di Gesu' Cristo. E fu proprio lui a scatenare il fanatismo di un altro giovane che si senti' tradito, venne infatti ucciso nel 1980 con una revolverata a bruciapelo, quando ormai
Lennon viveva nell'esaltazione dei paradisi artificiali e nella ostentata opulenza.
Non fu l'" Eta' dei Beatles" una nuova epoca, furono solo uno strumento!!
Nasceva infatti l'opportunistica pluto
rockrazia, che divento' consumorockrazia, e arriveremo fino al 1997 quando si trasformera' persino in teorockrazia.
Il rock e i Beatles, ribelli? diabolici? trasgressivi? libertari? Una balla!
I Potenti di turno hanno sempre inventato tante
beatlemanie e ogni religione e ogni politica all'inizio era beat = ribelle , contestazione dei valori correnti in nome di un individualismo anarcoide permeato di istanze irrazionalistiche. 

Lennon Photo Gallery

PILLOLE DI STORIA CONTEMPORANEA

dal sito

 LA GRANDE CROCIATA

by CARLOANIBALDI.COM

L'Europa degli anni '20-'30
Il resto del mondo
L'ascesa dei regimi
Cronologia del Nazismo
L'Europa in fiamme
Il 1940 giorno per giorno
Antisemitismo in Europa
L'Olocausto 
I Lager
La Campagna d'Italia
Il D-Day
6 Agosto
I personaggi
Le cartine
Le cifre
Links
Filmati

Home Page - L'alba del Secolo - Anni Venti - Anni Trenta - Anni Quaranta -
Anni Cinquanta - Anni Sessanta -Anni Settanta - Anni Ottanta -Anni Novanta

Anibaldi.it Main Page


Questo sito racconta a grandi linee, attraverso immagini, suoni e resoconti, le vicissitudini che maggiormente hanno caratterizzato il NovecentoQuesto sito [ The Great Crusade ] è uno STRUMENTO DELLA MEMORIA E DELLA COSCIENZA, uno dei tanti, a disposizione di coloro che vogliano per qualche momento essere presenti alla realtà e ricordare la Grande Crociata che fu combattuta, e che oggi ci permette di vivere serenamente della nostra quotidianità

           CARLOANIBALDI.COM