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ARGOMENTI DI MEDICINA CLINICA

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 Ultimo aggiornamento: 23.12.2013

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La melatonina
 

 
-Che cos'è?
 
La melatonina è un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello, la ghiandola pineale o epifisi. La scoperta di questo ormone risale alla fine degli anni '50. La sua presenza in quasi tutti gli esseri viventi, dai protozoi, che sono alla base della scala evolutiva, sino all'uomo, ha fatto pensare ad un possibile ruolo di "regolatore biologico" dei ritmi stagionali; in alcuni uccelli, infatti, la produzione di melatonina è legata alle migrazioni e in alcuni mammiferi alla stagione degli amori e al letargo.
-Che funzione ha?
 
La secrezione di melatonina segue un ritmo giornaliero: inizia verso sera, raggiunge il culmine durante la notte, scende al minimo la mattina e rimane molto bassa durante il giorno. In condizioni di oscurità, quando le cellule nervose della retina non vengono più colpite dalla luce, l'epifisi viene stimolata a produrre melatonina. Grazie dunque alla secrezione di questo ormone, sulla base dell'alternarsi della luce e del buio, l'organismo si è organizzato su ritmi di sonno e di veglia.
La produzione dell'ormone, inoltre, è massima nella prima infanzia, rallenta dopo i 20 anni e comincia a decrescere dai 45 anni in poi, sino a scomparire quasi del tutto in tarda età.
-Per quali problemi è impiegata?
 
Inizialmente questo ormone è stato impiegato nelle persone non vedenti, le quali, non avendo percezione dell'alternarsi del giorno o della notte, possono manifestare disturbi legati allo sfasamento dell'orologio biologico quali malessere generale, stanchezza, diminuzione dell'appetito e disturbi del sonno. Simili problemi possono comparire anche in alcune condizioni, come ad esempio in coloro che compiono lunghi viaggi intercontinentali attraversando diversi fusi orari; il termine "jet-lag" indica l'insieme di disturbi che si presentano in seguito all'attraversamento rapido di più fusi orari e sono la conseguenza dello sfasamento del nostro orologio biologico. Questo "sfasamento" è stato appunto messo in relazione ad una alterata produzione di melatonina.
Infine, un'ipotesi tutta da dimostrare è che l'esposizione a campi elettromagnetici possa in qualche modo alterare la produzione endogena di melatonina.
-E' efficace?
 
Alcuni studi clinici hanno messo in evidenza la capacità della melatonina di alleviare i sintomi correlati al "jet-lag", soprattutto in caso di attraversamento di diversi fusi orari. Nella maggior parte di questi studi la melatonina è stata assunta al dosaggio da 0,5 a 5 mg iniziando il giorno della partenza e continuando per i successivi 3 o 4 giorni, sempre alla stessa ora.
Altri studi hanno indagato l'utilità della melatonina nel trattamento dei disturbi legati alla mancata percezione dell'alternarsi del dì e della notte nelle persone non vedenti; 2 o 4 mg di melatonina sembrano essere efficaci nella sincronizzazione del normale ciclo sonno-veglia.
Per quanto riguarda l'impiego della melatonina nei disturbi del sonno, diversi studi hanno dimostrato che, a basse dosi (da 0,3 a 2 mg), l'effetto ipnotico è evidente in termini di addormentamento più rapido e minori risvegli notturni. Gli studi, tuttavia, anche se formalmente corretti sul piano metodologico, sono stati condotti su casistiche molto limitate e i risultati, pur se favorevoli, vanno considerati con cautela.
Buoni risultati sono stati ottenuti anche nelle persone anziane affette da insonnia. In questi pazienti un miglioramento significativo in termini di qualità del sonno è stato riscontrato dopo 3 settimane di trattamento con 2 mg a notte; non è stato influenzato invece il tempo totale di ore di sonno per notte.
Altri studi sperimentali hanno infine suggerito che la melatonina possa influenzare favorevolmente il sistema immunitario ed essere utile nel trattamento di patologie quali tumori e AIDS. Alcune ipotesi sono state avanzate riguardo una probabile funzione come antiossidante, come antidepressivo e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. In assenza di studi controllati, ed essendo queste considerazioni semplicemente frutto di osservazioni, il possibile impiego della melatonina in questi campi è ancora da dimostrare.
-Modalità di assunzione
 
Nel trattamento dei disturbi del sonno, non si sa con precisione se sia più utile assumere la melatonina immediatamente prima di coricarsi o da 30 a 60 minuti prima, come alcuni studi sembrano indicare.
Nel trattamento del jet-lag si inizia il giorno della partenza assumendo la melatonina all'orario corrispondente al momento di coricarsi nel luogo di destinazione, continuando poi per 3 o 4 giorni.
Nel trattamento dei disturbi del sonno, fra la diverse forme farmaceutiche sono preferibili quelle ad assorbimento sublinguale, per la maggiore biodisponibilità e quindi la possibilità di utilizzare bassi dosaggi, e le preparazioni a lento rilascio, che consentono il mantenimento di adeguati livelli sierici durante tutta la notte. Quest'ultimo sembra essere un requisito importante: l'ormone ha infatti una emivita molto breve, di soli 40-50 minuti; dopo somministrazione orale la concentrazione plasmatica viene raggiunta dopo 20 minuti, dopodiché si riduce drasticamente.
Per quanto riguarda invece il trattamento dei disturbi del jet-lag, una recente revisione ha evidenziato che che sono più efficaci le preparazioni a cessione immediata (piuttosto che le forme "ritardo") che consentono un elevato picco di concentrazione dell'ormone nel sangue.
-Controindicazioni ed effetti secondari
 
Per la possibilità di esacerbarne i sintomi, la melatonina è controindicata nelle persone affette da sclerosi multipla ed altre malattie autoimmuni. Deve essere utilizzata con cautela nelle persone che soffrono di depressione, convulsioni, disturbi neurologici e da chi è in terapia concomitante con antipertensivi. Gli effetti della melatonina possono inoltre essere potenziati in caso di insufficienza epatica, per la diminuita capacità del fegato di metabolizzarla.
Fra gli effetti indesiderati (rari) è stata segnalata stanchezza, sonnolenza al mattino e una leggera ipotermia. Non esistono invece dati di sicurezza sull'utilizzo nel lungo periodo.
-Bibliografia
 
  • Arendt J. Melatonin, circadian rhythms, and sleep. N Engl J Med. 2000; 343:1114-6.
  • Lusardi et al. Cardiovascular effects of melatonin in hypertensive patients well controlled by nifedipine: a 24 hour study. Br J Clin Pharmacol 2000; 49:423-7.
  • Shannon M. Alternative medicines toxicology: a review of selected agents. J Toxicol Clin Toxicol. 1999; 37:709-13.
  • Anon. Melatonin. Am J Health-Syst Pharm. 1999; 56:2520-4.
  • Anon. Melatonina per il "jet-lag". DTB 1998; 7:15-6.
  • Anon. Melatonin. The Medical Letter. 1995; 37:111-2.
  • Garfinkel D et al. Improvement of sleep quality in elderly people by controlled-release melatonin. Lancet. 1995; 346:541-4.
  • Petrie K et al. Effect of melatonin on jet-lag after long haul flights. BMJ 1989; 298:705-7.

 

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